Capitolo 27 |Stai lontana da lui|

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Trovai affianco a me uno Xavier oserei dire quasi adirato.
<Ciao Xavier> sussurrai, turbata dalla sua aria intimidatoria.
<Ti devo parlare> mormorò secco.
Seguii il suo sguardo, notando che stesse letteralmente incenerendo il biondo affianco a me.
D'altro canto, Adrian sembrava particolarmente divertito, ghignando più del solito.

Rimasi sconcertata da quella stramba scena.
Non avevo mai visto Xavier così infastidito dalla presenza di qualcuno.
Più che infastidito sembrava in collera.
<Soleil, non mi presenti il tuo amico?> chiese Adrian, questa volta con il suo solito tono sardonico che tanto mi inquietava.
Mi alzai titubante dalla panchina.
<Adrian lui è Xavier, il ragazzo con il tuo stesso potere di cui ti ho parlato prima> lo presentai, titubante.

<Oh! Che simpatica coincidenza> pronunciò beffardo, alzandosi dalla panca.
<È un piacere conoscerti... Xavier> disse porgendogli la mano.
Quando pronunciò il suo nome il tono divenne quasi sferzante.
Adrian rivolse un sorriso sghembo al moro accanto a me.

Xavier, da brava persona educata quale era, non ricambiò la stretta.
Continuò a fissarlo con sguardo tagliente, inspirando nervosamente e stringendo i pugni così forte da far diventare le nocche bianche.
<Andiamocene> disse con voce dura, rivolgendosi a me.
Tuttavia il suo sguardo rimase incollato ad Adrian, che nel frattempo aveva abbassato la mano, capendo che il suo gesto non sarebbe stato ricambiato

<Okay. Non è più divertente> pronunciò il biondo, il tono sempre beffeggiatore ma con con una nota particolarmente aspra.
<Ci vediamo in giro, piccola Soleil> mi salutò, regalandomi un'ultima occhiata.
Affrontò Xavier con gli occhi e poi, finalmente, se ne andò, con passo sicuro ed elegante.

Il mio polso venne circondato da delle familiari dita lunghe e gelide, per poi essere prepotentemente strattonato.
<Xavier!> strillai, cercando di liberarmi dalla sua morsa.
Fu inutile, ovviamente. Continuò a camminare a passo spedito, trascinandomi come se fossi una bambola di pezza. Quasi inciampai nei miei stessi piedi mentre cercavo di mantenere il suo passo impazzito.

<Dove diamine mi stai portando? Lasciami, mi fai male!> mi lamentai, sentendo la sua stretta aumentare.
<Ti conviene stare zitta> disse sottovoce, quasi ringhiando.
Normalmente avrei contrattaccato, ma di fronte a quel tono così serio e minatorio la mia sfrontatezza svanì magicamente.

Arrivammo in una zona più lontana del giardino, non troppo da quella principale ma abbastanza nascosta da occhi indiscreti.
Finalmente ci fermammo, uno di fronte all'altro.
Provai a liberare il mio polso dalla stretta di Xavier ma non appena capì le mie intenzioni, afferrò il mio volto con l'altra mano, stringendolo possessivamente.

<Ti conviene ascoltarmi ora, angioletto> iniziò <Non voglio più vederti vicino a quello. Mi hai capito?>.
Aggrottai le sopracciglia, confusa.
<Che cosa? E perché mai?> chiesi, iniziando a innervosirmi a mia volta.
<Non iniziare con le tue domande del cazzo, Soleil. Farai come ti ho detto> disse autoritario, stringendo ancora il mio volto.
<Io non faccio assolutamente nulla di quello che mi ordini tu. Finiscila di trattarmi come un dannato despota...> non riuscii a concludere la mia frase.

Strattonò il mio volto più vicino al suo, tanto che il suo respiro nervoso mi colpì in pieno.
<Lo ripeterò un'ultima volta, angioletto> si vedeva lontano un miglio che cercava di mantenere di mantenere la calma.
<Stai.lontana.da.quel.tizio> scandì per bene ogni parola.
<Sono serio Soleil> concluse con voce tagliente.

<Ma perché-> venni interrotta nuovamente.
<Non ci provare> mi ammonì <Non risponderò a nessuna delle tue domande. Fa come ti ho detto e basta>.
Mi lasciò andare, liberando il mio viso e il mio polso dalla sua morsa prepotente.

𝐀𝐫𝐜𝐚𝐧𝐞 𝐀𝐜𝐚𝐝𝐞𝐦𝐲 | 𝘓𝘢 𝘮𝘶𝘵𝘢𝘧𝘰𝘳𝘮𝘢 |Where stories live. Discover now