Capitolo 7

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Ciro's pov

Dopo il momento di prima in sala comune non ho più rivisto Adele.

Se ne è andata via velocemente all'improvviso e mi chiedo cosa sia successo. In realtà mi sono accorto che le tremavano leggermente le mani.

Sono un po' in pensiero, spero non si sia sentita male. Penso che forse ho sbagliato a lasciarla andare così, forse dovuto correrle dietro.

Scuoto la testa per scacciare via queste paranoie.

Da quando mi faccio tutti questi problemi verso gli altri o meglio verso una ragazza?

E poi io non ho mai corso e non correrò mai dietro a nessuno.

«Mamma mí sto murenn e famm» esclama con fare teatrale Totò appoggiandosi alla rete.

Siamo fuori in cortile ed abbiamo appena finito di giocare.

«Tra poco jamm a magnà forz» Edoardo gli dà una pacca sulla spalla.

«Eh, per quel poco che ci danno» si lamenta facendo una smorfia.

«Ma comme fai a esser accusi secco si piens semp a magna?» lo sfotte Pino.

«So fortunato, a faccia toja» gli risponde il rosso scherzando.

«Stu strunz» gli da una spallata Pino ridendo leggermente.

Totò ricambia il gesto e i due continuano a scherzare insieme con Edoardo che scuote la testa mentre guarda la scena.

«Io vado un attimo dentro» avviso i miei amici ma penso che non mi abbiano nemmeno sentito essendo presi dalle loro chiacchiere.

Inizio a camminare diretto verso l'interno dell'istituto con l'obiettivo di trovare la solita ragazza che ormai occupa i miei pensieri dal momento in cui ha messo i piedi in questo luogo.

La prima stanza che si vede è il grande ufficio della direttrice, sulla sinistra. Dalle pareti leggermente trasparenti noto una piccola figura stesa sul divano. È lei.

Senza che io faccia nulla, le mie gambe iniziano a camminare da sole dirette verso l'ufficio come se sapessero meglio di me quello che voglio.

Eccola.

Sta dormendo ma il suo viso non sembra essere del tutto rilassato, c'è qualcosa che la tormenta.

Anche prima l'ho vista particolarmente tesa.

Forse è per il padre?

Non è scontato, lo so. Tuttavia ipotizzo che possa essere per questo perché prima mentre parlavamo, dalle parole che ha usato, mi è sembrato di capire che non c'è più.

Mi dispiace per lei.

Anche io ho perso mia mamma, so bene cosa significa e quanto faccia male perdere un genitore che amavi e che ti amava, questa cosa in un certo senso ci accomuna.

D'istinto allungo un braccio verso il suo viso per accarezzarla e le mie dita percepiscono la sua pelle morbida.

Non so che mi prende ma vorrei restare tutto il tempo qui a guardarla.

Le mie dita si allontanano dal suo viso quando inizia a cambiare posizione sul divano e a rannicchiarsi meglio sotto il plaid. Sembra una bimba e inizio a sorridere come un coglione.

Per quanto vorrei restare qua mi rendo conto che devo andarmene.

Potrebbe arrivare la direttrice o qualcun altro e a quel punto come farei a spiegare la situazione?

Apro la porta cercando di fare meno rumore possibile, muovo delicatamente i piedi e quando ne ho messo uno fuori la porta sento una dolce voce chiamarmi.

𝐅𝐨𝐥𝐥𝐢𝐚 𝐝'𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 || 𝐂𝐢𝐫𝐨 𝐑𝐢𝐜𝐜𝐢.Where stories live. Discover now