Capitolo 8

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Mi trovo fuori in terrazza, data la bella giornata, con mia madre a fare colazione.

«Allora, dimmi un po', hai conosciuto i ragazzi dell'IPM? Come ti sembrano?» inizia a parlare mentre intanto versa la spremuta d'arancia nel mio bicchiere.

«Mi sembrano tutti simpatici» rispondo semplicemente.

Spero che si fermi qui con le domande perché si, per ora mi sembrano delle persone relativamente piacevoli ma non ci ho avuto chissà quanto a che fare.

E non ho molto da raccontare perché sono stata la maggior parte del tempo con Ciro ma questo non posso mica dirlo a mia mamma.

Mi chiederebbe il motivo e la verità è che non lo so nemmeno io.

Non mi sarei aspettata di passare così tanti momenti con lui ma in generale non mi sarei mai aspettata che lui potesse comportarsi in un modo così dolce con me.

È l'unico con il quale posso dire di averci passato del tempo e di averci parlato molto, anche di cose delle quali solitamente non ne parlo nemmeno con le persone a me care.

Quel ragazzo quando si relazione con me è totalmente diverso da quello che trasmette all'esterno.

Non è più il bullo e boss dell'istituto ma, stento quasi a crederci mentre lo penso, un ragazzo dolce, gentile e rispettoso.

Mi piace stare con lui, mi piacciono le sue attenzioni e mi piace parlare con lui perché mi capisce benissimo. Sono belle le sensazioni che provo quando sono insieme a lui, sento di potergli dire qualsiasi cosa e mi fa sentire a mio agio.

«Come stai?» mi chiede d'un tratto con voce gentile.

Fortunatamente cambia argomento anche se per me non è che sia molto facile rispondere a questa domanda.

Mi guarda negli occhi e capisce che c'è qualcosa che non va. L'ha notato anche l'altra volta quando ero all'IPM e mi sono fatta prendere dall'ansia.

È impossibile nasconderle qualcosa.

Lei, così come nel lavoro e nella vita, è una donna attentissima e precisa. Ed ancora di più quando si tratta di me non le sfugge nulla: sia quando sono giù di morale sia quando sono particolarmente felice ed emozionata.

«Non molto bene mamma ma è un periodo, passerà» le rispondo ricordandomi delle parole di Ciro.

Devo solo trovare le forze ma adesso non ne ho e va bene così. Ogni tanto bisogna lasciarsi attraversare dai momenti negativi e non sforzarsi a tutti i costi di stare bene ed essere forti. La forza di agire per iniziare a stare meglio verrà da se. Attualmente voglio solo stare calma e riposarmi.

«Tesoro io te lo dico con tutto il cuore - fa una pausa e sospira - devi fare i conti con te stessa ed abbandonare una volta per tutte le convinzioni sbagliate che ti sei costruita» mi dice guardandomi seriamente.

«Lo so che sono sbagliate ma...-»

«"Ma" niente. Lo sai? E allora smettila di pensarla in quel modo perché è assurdo» mi interrompe e inizia ad alterarsi ma si ricompone subito e mi prende la mano.

«Semplicemente, lascia andare. Non è colpa tua» dice scandendo bene l'ultima frase.

"Non è colpa tua"

Non l'ha detto esplicitamente perche entrambe facciamo fatica a nominare l'accaduto ma so che si riferisce alla morte di mio padre.

Guardo il paesaggio di fronte a noi, il vento fa ondeggiare i miei capelli e inevitabilmente la mia mente si perde nel ricordo più doloroso della mia vita.

𝐅𝐨𝐥𝐥𝐢𝐚 𝐝'𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 || 𝐂𝐢𝐫𝐨 𝐑𝐢𝐜𝐜𝐢.Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt