17 Maya

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Mi sono lasciata andare troppo e l'ho fatto senza pensare a cosa avrebbe potuto portare, ovvero solo a dei guai. Mi maledico per tutto il tragitto fino alla hall dove fermo i miei insulti mentali per chiedere all'uomo di turno per la notte di chiamarmi gentilmente un taxi.

Almeno mi sono fermata.
Ecco cosa mi fa pensare che infondo è tutto ancora rimediabile volendo, il problema è che lui non sembra del mio stesso parere.
Per lui sembra tutto facile, vuoi farlo? Lo fai. Per me non è assolutamente così, se lui non fosse chi è forse ci potrei anche pensare, oppure semplicemente spegnere il cervello e godermi ciò che accade, ma lui è lui, lui è Lewis Hamilton, pilota milionario e sex simboli del suo sport.

Non è che non voglio una relazione o che voglio resistere finché non vengo corteggiata e cercata come in uno stupido libro romantico, io semplicemente voglio una vita nell'ombra. Non voglio attenzioni di nessun genere dato che pure al mio compleanno circondata dagli amici mi sento in imbarazzo. Voglio continuare a vivere in un piccolo appartamento la mia semplice vita fatta di lavoro e cose semplici.
Il lavoro che faccio è già di per sé troppo grande per me, spesso infatti ho pensato di mollare e accettare una cattedra all'università a tempo pieno.
Da ottobre potrei anche farlo e fare di quello le basi per una nuova vita, un nuovo e piatto inizio di cui sicuramente i miei genitori sarebbero felici.

Sono ormai arriva nella mia stanza e il pensiero di una cattedra fissa si fa sempre più spazio nella mia testa, d'altronde è la miglior soluzione.
Allontanarmi da tutto ciò che negli ultimi anni ha messo a rischio la mia tranquillità forse è quello che mi ci vuole. Amo il mio lavoro e sicuramente non dover più correre di qua e di là mi mancherà, amo la tranquillità si, ma l'adrenalina che mi porta il viaggiare spesso e il lavorare sul campo è la mia vita da anni. Penso ai miei genitori, alla famiglia tradizionale con un figlio e i risparmi di una vita per dare un futuro possibilmente buono o migliore del proprio.
A dire il vero i miei genitori non mi sono mai sembrati realmente felici.
Con tutta probabilità la loro una scossa al cuore l'hanno avuta 30 anni fa con la mia nascita, a detta loro l'incoronamento del grande sogno dopo il matrimonio.

Io non sono come loro e ne sono certa già dal fatto che io sono estremamente ambiziosa e che restare sullo stesso livello per anni mi mette l'angoscia solo al pensiero. Esigo migliorarmi, imparare sempre più e arrivare alla fine di tutto sicura di non aver nulla da rimpiangere.
Io una famiglia tradizionale non la voglio.

Notando l'incoerenza dei miei pensieri decido che è ora di una doccia e di una dormita anche se ormai le ore di sonno a disposizione sono veramente esigue.

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Miami ore 07.00 (Domenica giorno di gara)
Sono in stanza di Angela a fare colazione, avevo assoluto bisogno di sfogarmi e lei non se lo è fatto ripetere due volte, sicuramente spinta dalla curiosità su me e il suo amato pilota.

"Lo sai anche tu che questa vita da insegnante non ti si addice per nulla, non capisco perché ancora provi a convincerti possa essere la soluzione ai tuoi problemi." è decisa in ciò che dice, ma allo stesso tempo il suo sguardo affettuoso addolcisce l'aria nella stanza.
"Non mi si addice neanche tutto questo in realtà, a dire il vero non mi si addice nulla in questa vita." sospiro esausta, il litigio con il brasiliano, il licenziamento e ora l'ingombrante giro di Motorsport mi stanno schiacciando lentamente. Venire a Miami non la vedo più come una gran giocata.
"Ti sei messa sempre troppe regole e non parlo solo sul lavoro. Sono anni che ti ripeto le stesse cose, ma sei testarda tanto quanto un mulo." abbasso lo sguardo sul mio piatto quasi vuoto e giocando con l'ultimo pezzo di waffle l'ascolto e annuisco di tanto in tanto perché so che ha ragione.
"Piccola, lo sai che ti ammiro tanto, ma fattelo dire, devi lasciarti vivere dalle altre persone. Cancella le mille etichette e copri i cartelli di pericolo che hai piantonato su tutte le strade che prendi. Vivi tanto per il lavoro, ma freni ogni possibilità ti si presenta di avere una vita privata come ogni ragazza della tua età. Da quanto non vai a ballare? Da quanto non lasci che qualcuno entri nel tuo cuore? Le uscite a cena in compagnia manco lo chiedo, la risposta è l'ultima cena con me vero?"
Mi sento messa all'angolo, non ho via di scampo, Angela come nessun altro sa mettermi così alle strette.
"Hai ragione su tutto, anche sulla cena. Dato che non ho nulla con cui ribattere le tue parole, dimmi, dimmi tu da dove dovrei iniziare per migliorare tutto questo" mi arrendo e lei lo sa che sto cedendo, infatti si alza e girando il tavolo viene ad abbracciarmi forte.
"Parla con lui, racconta ciò che hai detto a me. Lui pensa che tu sia solo una dura che odia la fama e le relazioni e non potrà mai capirti se non ti apri un minimo." ha ragione, di nuovo.
"Non lo fai solo perché l'idea di me e lui insieme ti piace parecchio vero?" decido di alleggerire la situazione e le lancio un'occhiata divertita.
"Diciamo che prendo due piccioni con una fava." scoppia a ridere mentre torna al suo posto e io torno un pochino a sorridere.

Finiamo la colazione poco dopo e ci dirigiamo a recuperare la super star che ancora non ha dato segni di vita a nessuna delle due. Arriviamo alla stanza del pilota e dopo svariati colpi alla porta, apre quest'ultima accogliendoci semplicemente con un asciugamano legato in vita.

Dio mio, se mi senti ti prego aiutami tu!

Lasciati andare - L.H.जहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें