36 Maya/Lewis

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Esco dall'ascensore ancora imbarazzata per il momento vissuto all'arrivo di Angela. Per quanto io non sia una conservatrice, bigotta o chissà che altro, farmi trovare insieme all'atleta per cui sto lavorando, è una novità per me. Sono aperta all'amore in tutte le sue forme e non sono mai quella che punta il dito contro le scelte di vita altrui. Non sono neanche la persona che si scandalizza per le battute a sfondo sessuale, probabilmente sono la prima a farle se le persone e il contesto in cui sono lo permettono.
L'importante è non superare mai il limite e rispettare sempre chi si ha di fronte.
Lewis però è un pilota. Un pilota famoso, per il quale lavoro, che mi paga viaggi e alloggio per svolgere il mio lavoro con lui.
Non so ancora bene come tutto ciò mi faccia sentire, la mia indipendenza grida di smettere, ma una parte di me sostiene che le scelte le stiamo facendo in due e che io non ho chiesto preteso mai nulla da lui.
Zero colpe Maya, o quasi.

Arriviamo nella vasta sala e prendiamo posto al tavolo grande, dove ci sono ancora dei meccanici che stanno finendo la loro colazione. Alla mia sinistra c'è Aleix, ma non vedo George. Appena mi nota, finisce il discorso con la persona al suo fianco e mi saluta.
"Maya buongiorno, ci stavamo giusto chiedendo quando saresti arrivata." mi sorride.
"Buongiorno a te, sono arrivata stanotte comunque. Qualcuno ha notato la mia assenza?" chiedo, non capendo chi, oltre a lui a questo tavolo, possa aver notato che ero assente. Non ho parlato con tante persone, non ho effettivamente avuto grandi conversazioni se non con i preparatori atletici.
L'uomo all'altro fianco di Aleix si sporge dietro la schiena di quest'ultimo e con un sorriso mi parla a bassa voce "c'è chi se ne è accorto e lo ammette e chi invece mente." ridacchia tornando al posto e guardando verso i colleghi che dopo avermi salutata sono tornati alle loro conversazioni.
"Lewis ha fatto casini durante la mia assenza?" chiedo ad entrambi, fingendo che il diretto interessato non mi stia arpionando la coscia da quando Aleix ha parlato.
"Potresti chiederlo a me, non ti sembra?" la voce di Lewis mi fa voltare per guardarlo.
"Tu mentiresti spudoratamente a questa domanda." gli sorrido sicura "io non faccio mai casini" lo imito alla bene e meglio.
I due alle mie spalle ridacchiano mentre Lewis stringe un poco la stretta sulla mia gamba, stando attento che la tovaglia lunga copra i suoi gesti. Sorridendo beffardo comincia ad accarezzare la mia coscia verso l'intero, per poi salire di qualche centimetro.
"Io sono sempre bravo, ricordalo!" Afferma vittorioso vedendomi deglutire a vuoto.
Per fortuna a salvarmi ci pensa il meccanico di cui ancora non conosco il nome "Diciamo che oggi hai magicamente smesso di borbottare di continuo." Esclama a voce abbastanza alta da ricevere l'attenzione e poi la ragione di tutto il tavolo che ora sghignazza divertito.
"Possibile che tutti stanno dalla tua parte senza neanche conoscerti? È una congiura contro di me questa. Pure Nathan ti sei portata dalla tua parte" Sbuffa fingendosi infastidito.
Nathan....aaah, Nathan Divey il suo primo meccanico. Almeno ora so a che nome inviare i miei più grati ringraziamenti.
"George dov'è?" ne approfitto per cambiare argomento e sento Lewis borbottare qualcosa come "un altro" per più volte, ma non capisco cosa intenda. Meglio non chiederglielo neanche, la sua mano sta continuando a lasciare carezze lascive sulla mia coscia e l'ultima cosa che voglio è dargliela vinta dandoli ulteriori attenzioni. Oggi sembra essersi svegliato più appiccicoso e vendicativo del solido. Fino ad oggi non ci siamo mai punzecchiati tramite contatto in presenza di altre persone.
Stasera pagherà per ogni carezza spinta che mi sta dando.
"Ha detto che voleva rimanere solo prima dell'allenamento, penso sia in palestra però." Aleix mi risponde riportandomi al presente.
"Lo vado a chiamare, tanto dobbiamo andare alla riunione." mi propongo.
"Si certo, gli farà piacere vederti. Digli che la riunione è in sala conferenze, lui sa dov'è." e dopo mi indica dove andare per arrivare alla palestra dell'hotel. Mi alzo scacciando la mano di Lewis prima che qualcuno la veda e con espressione liberatoria mi allontano da lui che mi guarda ghignando e mimando "è solo l'inizio".
Se non lo strangolo oggi...

Lewis
Guardo Maya allontanarsi e sono tremendamente fiero dell'effetto che le faccio. Inizialmente volevo solo un piccolo contatto con lei, ma poi ho riprensato alla sua palpatina in stanza e poi lei ha cominciato a punzecchiarmi insieme a Nathan.
Se lo è meritato!
Sono talmente felice di averla di nuovo con me, che stranamente non sono troppo geloso del fatto che stia andando da George.
Sto migliorando, se pensiamo che due settimane fa l'avrei seguita.
"Allora Lewis, c'è qualcosa con lei? So che alcuni dei ragazzi volevano provare ad invitarla a cena." Mi richiama il mio primo meccanico.
"È meglio che dici ai tuoi di starle lontano." rispondo furente schioccandogli un'occhiataccia.
"Visto Aleix? Facilissimo. Una piccola bugia e ha ammesso che è cotto." Ride lui mentre il preparatore atletico cerca di trattenersi.
"Siete diventati peggio dei giornalisti. È incredibile come non esista privacy con voi." Sbuffo irritato per essermi fatto fregare come un idiota. Non mi interessa che sappiano o meno, quelle sono paranoie di Maya purtroppo. Il mio problema è che da adesso in poi vivranno prendendomi per il culo in ogni momento relax.
"Quella donna mi manderà al manicomio." sostengo infine ad alta voce.
"Come tutte le donne" esclamano i due quasi in coro. Ridendo ci alziamo e mi rendo conto che Angela si è come volatilizzata dopo la sua irruzione nella suite.
Ci avviamo alla sala conferenze e la donna che cercavo è già lì che parla con le PR del team. Intanto ci raggiungono anche George e Maya che se la ridono per qualcosa che ha detto lui mentre la stringe con un braccio sulle sue spalle.
"Sono felice che ti sia trovato bene con quel metodo." dice lei.
"Ero così concentrato sui rumori che mi circondavano che ti ho sentita arrivare da lontano. È stato figo." risponde lui stringendola ancora un poco prima di lasciarla andare.
Vorrei capire di che caspita parlavano perché la curiosità è il mio punto debole, ma un Toto austero e serissimo richiama tutti all'attenti. Quando fa così sembra un generale tedesco in guerra, fa quasi paura e la prova è che tutti in corridoio si zittiscono e lo seguono, me compreso.
Sta gara la vedo male. Ho cercato di restare positivo, ma l'espressione tesa di tutti è una prova eloquente.
Questo weekend in pista sarà tremendo.

Lasciati andare - L.H.Where stories live. Discover now