30 Maya

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Il pensiero di andare a colazione mi imbarazzava troppo, così decisi di fare una doccia veloce e prepararmi una bevanda proteica da portarmi in palestra. Fare allenamento era sicuramente ciò che mi serviva, mi sarei sfogata e avrei trovato la pace all'interno di un luogo che sentivo molto mio. Il mio habitat naturale se così lo vogliamo chiamare.
Non sono pentita della notte con Lewis, anzi, dovrei ringraziarlo per il sonno profondo che mi ha fatto fare. Erano anni che non dormivo con qualcuno che non fosse semplicemente un amico in cerca di un posto letto per la sbronza.
In palestra mi raggiunge quasi subito George che è arrivato solo, senza il suo preparatore atletico ed è abbastanza strano.
"Tutto solo stamattina?" gli chiedo dopo esserci salutati.
"Si, volevo almeno qualche minuto di pace. So che è il suo lavoro, ma Aleix a volte è una tortura per la mia mente, soprattutto in pre-gara." mi risponde con un sorriso, facendo capire che non ha problemi reali con il suo team.
"La concentrazione e il metodo di canalizzazione dello stress è una cosa estremamente soggettiva. Non stai facendo alcun torto ad Aleix con questa breve fuga." cerco di rassicurare il giovane pilota.
Lui annuisce e mi preparo il tappeto per sciogliermi e trovare la concentrazione prima di iniziare. Chiudo gli occhi, gambe incrociate e comincio a contattare gli intervalli dei miei respiri. Trovato il ritmo mi focalizzo sui rumori che mi circondano cercando di capire come si muove George intorno a me.
"Maya" sussurra ad un certo punto quasi spaventandomi.
"Dimmi" lo incito a continuare restando ad occhi chiusi.
"Posso provare quello che stai facendo tu? Qualsiasi cosa sia." Continua a sussurrare impacciato
Apro un occhio per capire se è serio, poi batto leggermente la mano sul tappeto davanti a me invitandolo a sedersi.
"Libera la mente e segui i tuoi respiri, trova un ritmo lento e regolare. Poi focalizzati su ciò che ti circonda, ogni scricchiolio o altro." dico piano.
"Rilassa i muscoli fino a sentirti leggero." continuo.
Lui non risponde, suppongo abbia capito e stia seguendo le direttive.
Dopo una decina di minuti apro gli occhi, sospiro e invito George ad alzarsi con me per fare qualche allungamento. Senza proferire parola mi segue nei movimenti e mi piace la sua espressione concentrata nel tentativo di non perdersi nulla.
"Sei stato un bravo allievo" mi congratulo alla fine.
"Mi sento tanto tranquillo da voler quasi tornare a letto" ridacchia lui e io lo seguo a ruota.
"Non so se prendere il commento in positivo." Ammetto
"Per uno che fatica a dormire nei fine settimana di gara, si, è decisamente un complimento al tuo lavoro." Dice ridendo più forte "grazie Maya, fai veramente magie."
"Le magie sono proprio il mio forte ad essere sincera. Faccio anche malocchi, pratico magia nera e pozioni in caso ti servissero contro qualcuno." resto al gioco.
"George, tu non eri quello timido una volta?" la voce forte del primo pilota Mercedes ci fa voltare entrambi e un secondo dopo mi ritrovo un braccio che circonda la mia vita e un petto duro che sbatte sulla mia schiena.
"Oh...ehm... buongiorno Lewis." saluta George con un colorito strano in volto, il contrasto tra il pallore generale e il rosso vivo sulle sue guance è evidente, con tutta probabilità da metri di distanza. Mi libero dalla morsa del leone dietro di me e lo fulminò con lo sguardo.
"Tu resti sempre quello simpatico, giusto?" Provo a zittirlo, ma lui resta con il sorrisetto impertinente in viso.
"Posso essere tante cose May" mi provoca.
"Fantastico! Inizia facendo il muto allora." lo rimprovero scatenando delle risatine sommesse da parte di Angela e George.
Le regole rimangono le stesse, possiamo lasciarci andare un poco, ma in privato e senza dare nell'occhio.
Lewis sembra dimenticare troppo spesso questa clausola del patto.
Gli riservo l'ultima occhiataccia e con un cenno della mano lo invito ad iniziare a lavorare. Sembra capire i miei pensieri perché dopo l'ultimo sguardo assassino al team mate, si mette a lavorare in silenzio.
Inutile che dai la colpa a lui, sei tu che a 37 anni ancora non sai seguire due semplici regole.
Vorrei tanto tirargli una testata, ma il lavoro ne risentirebbe.

Saluto tutti prima di uscire dalla palestra, io avrei guardato la gara dalla mia stanza, mentre loro sarebbero partiti subito per il circuito.
"Fai del tuo meglio e mostra a tutti che Lewis Hamilton non molla mai." lo incoraggio un'ultima volta.
"Lo farò e poi verrò a prendere il mio premio in camera tua." Mi dice a bassa voce per evitare che ci sentano tutti. Sbuffo e gli ricordo che è uno scemo, poi mi avvio all'ascensore mentre loro varcano l'uscita.

La gara è andata abbastanza bene, Lewis è rimasto nella stessa posizione di partenza praticamente. Da sesto in griglia, è finito quinto grazie al ritiro di Charles al 27esimo giro. Una gara lineare senza colpi di scena evidenti per il mio pilota. Dopo qualche ora, sono ancora a letto per la stanchezza accumulata negli ultimi giorni e l'unica cosa che voglio è non muovermi dal materasso fino all'indomani. Un bussare frenetico alla porta mi fa capire che il momento in solitaria è arrivato al termine.
Apro la porta e un secondo dopo mi ritrovo le labbra di Lewis sulle mie, esigenti e prepotenti come sempre. Mi spinge indietro e chiude rapidamente la porta senza accennare a staccarsi.
"Ecco l'unica cosa di cui avevo bisogno." mi sussurra tra un bacio e l'altro.
"Correre ti fa impazzire gli ormoni Lew?" lo punzecchio maliziosa. Quando entriamo a contatto, tutto intorno a noi si spegne e scompare, esistiamo noi e nient'altro. Tutto diventa leggero, caldo ed elettrizzante. L'adrenalina sale velocemente e il bisogno di sfogarsi diventa l'unico obiettivo sensato.
Per quanto io provi costantemente a rimanere lucida, la sua sola presenza è ingombrante e destabilizzante a tal punto da schiacciare ogni buon proposito di seguire il cervello.
"Tu e il pensiero del tuo corpo mi fanno impazzire, ogni fottuto momento." risponde approfittando del momento per respirare.
La serata passa tra cena con il servizio in camera, chiacchiere, baci e coccole.
Molti baci.
Molte coccole.
Ci addormentiamo senza accorgercene e la mattina sembra un deja vu. Corriamo a prepararci e Lewis scappa nella sua stanza con un ladro.
Proprio come me la mattina prima.
Dobbiamo partire e tornare a Londra entro il pomeriggio perché il calendario del pilota è pieno di impegni e io ne approfitto per andare in università a sistemare alcuni punti chiave del mio progetto.

Lasciati andare - L.H.Where stories live. Discover now