35 Maya

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Lewis è rimasto a Monaco per 10 giorni ed è poi partito con George verso Baku. Avrei voluto vederlo nella settimana di stop, ma aveva del lavoro da svolgere e poi è stato occupato con la terapia. Sono tutti già arrivati in Azerbaijan da più o meno un giorno e mezzo e penso proprio di essere l'ultima ad arrivare, come sempre. Abbiamo quasi litigato quando ho detto di dover partire da Londra per motivi lavorativi e soprattutto perché avrei prenotato un volo di linea. Dopo 2 giorni di battibecchi siamo arrivati ad un accordo, io non avrei viaggiato in prima classe, ma il biglietto lo avrei lasciato pagare al pilota. Contenti tutti, più o meno.
Attualmente è notte e sono pronta al secondo viaggio, da Dalaman (Turchia) a Baku, dove arriverò per le 3 di notte più o meno. Ho dormito tutte le quasi 5 ore del primo volo, così farò una tirata unica dal mio arrivo, attendendo la sera per dormire nuovamente. Lewis mi dice sempre che il mio errore è dormire quando atterro troppo tardi e che è quello il motivo per cui sto fuori fase per giorni interi.

Arrivo a Baku in perfetto orario e non fatico troppo a trovare il taxi che mi ha mandato la scuderia. Si erano proposti di mandare qualcuno del team, ma non volevo che dovessero stare svegli e guidare a notte fonda.

Arrivata in hotel, il portiere notturno non sembra sorpreso del mio arrivo, deduco quindi che sia stato avvisato e lo conferma la prontezza con cui mi saluta per nome e mi cede la tessera della stanza. Mi indica il piano e storcendo il naso, noto che è l'ultimo.
Non è il piano delle suite di solito?
È troppo tardi per porre domande e cerco di lasciare i dubbi da parte. Arrivata al piano subito noto che le porte presenti sono poche, troppo poche.
Maledetto Lewis, cosa ha combinato sta volta?
Arrivo alla 904, come è scritto sulla tessera magnetica e la apro. Mi addentro notando subito delle luci soffuse accese alla fine del piccolo corridoio.
"Lewis giuro che ti ammazzo se mi hai messa in stanza con te" soffio per paura comunque di svegliarlo.
"Cosa brontoli?" mi chiede proprio il pilota con voce assonnata. Subito dopo si sente il fruscio delle lenzuola e le mie imprecazioni aumentano.
Raggiungo i piedi del letto lasciando i bagagli all'entrata e guardo Lewis in Boxer coperto ben poco dal lenzuolo che è più arrotolato sotto di lui, che sopra.
"Mi dai una spiegazione ora o vuoi prenderti un pugno in faccia al suono della sveglia?" Chiedo duramente, sono sfinita e stanca, l'ultima cosa che volevo era fare parte dei suoi giochetti.
"Stanotte stai qui perché volevo assicurarmi arrivassi. La tua stanza c'è e non è questa, tranquilla. Ora vieni qui e fammi le coccole che sono più di 15 giorni che attendo." non ha nemmeno aperto gli occhi, ma attende sbattendo ripetutamente la mano sul materasso affianco a lui.
Sbuffo e mi levo le scarpe.
"Sei odioso quando dai ordini. Domani parliamo." gli dico mentre mi stendo al suo fianco. Subito un suo braccio arpiona il mio fianco e la sua testa si poggia pesantemente sul mio seno.
"Qualsiasi cosa vorrai piccola, ma adesso lasciami dormire." sussurra stanco.
Gli lascio un bacio sulla testa e prendo ad accarezzare con i polpastrelli la sua schiena nuda mentre lui in risposta sospira e mi stringe più forte a sé.
Quando sono sicura stia dormendo abbastanza profondamente, mi allungo al comodino per prendere il telefono. Devo pur occupare queste ore in cui è meglio che io non dorma.

Lewis verso le 6:00 comincia a muoversi, strofinando pigramente la guancia leggermente ispida sul mio petto coperto da un leggero top. Apre gli occhi e mi vede con il telefono in mano intenta a leggere un libro fantasy che ho scaricato gratuitamente qualche ora prima.
"Buongiorno, che stai facendo?" mi chiede assonnato. Sembra non abbia nessuna intenzione di spostarsi dal mio corpo, tanto che invece ci si posiziona meglio sospirando felice.
Lascio che incastri meglio la gamba tra le mie e abbasso lo sguardo dal cellulare.
"Leggo un fantasy. Hai detto che la prima regola per sopravvivere è non dormire poche ore. Ho trovato una soluzione." dico mentre agito il telefono facendo capire che la mia idea ha funzionato.
"Mi lusinga che segui i miei consigli" risponde con un sorriso fantastico "com'è andato il viaggio?"
"Tutto bene, poi sono magicamente finita in una stanza già occupata. Ne sai qualcosa?" chiedo sarcastica.
"Assurdo, avranno fatto casino in reception." sta al gioco.
Ridacchio scuotendo la testa divertita.
Ora abbiamo l'opportunità di parlare nella completa privacy, è il mio momento.
"Lewis...per quella cosa di cui volevo parlarti." Sospiro mentre lui si tira su a sedere agitato.
"So che non sei come loro, so che siete persone diverse e che come tali avete pensieri diversi. Mi dispiace aver pensato anche se per poco, che tu fossi come chi pensa quelle cose di me. Volevo chiederti scusa per non averti dato modo di spiegare e non aver atteso abbastanza da poter sentire ciò che è successo poco dopo. Io mi fido di te, ecco, volevo solo sapessi che...beh hai capito dai." spiego il tutto goffamente e cercando di guardare ovunque tranne che lui.
"Capire che ti sei scusata e che ti fidi di me? Si, direi che sei stata chiara. Non serviva scu..."
"Che ci tengo...mi sei mancato." lo interrompo.
Come un fulmine mi salta addosso facendomi cadere con la schiena sul materasso.
"Non devi scusarti, io avrei reagito anche peggio." Mi dice a un centimetro dalle labbra.
"Per il resto..." Comincia a lasciare teneri baci sul mio collo "direi che posso dimostrarti quanto sei mancata a me" dice continuando a baciarmi e mordermi il collo. Gemo quando insinua con forza la sua gamba tra le mie strofinando il mio centro.
"Lew" gemo quando la sua mano si insinua sotto il top, sfiorando il mio seno attraverso il pizzo del reggiseno.
Non abbiamo troppo tempo a disposizione, prima che Angela busserà alla porta per farlo sbrigare.
"Lo so... purtroppo" dice lui tra un bacio e l'altro sapendo esattamente cosa volessi dire.
Le mie dita afferrano le sue treccine al momento legate in un codino e alzo la sua testa dal mio collo, potendo finalmente assaggiare le sue labbra. Da subito il bacio è irruento e ben presto le nostre lingue sembrano rincorrersi. La mano di Lewis lascia il mio seno per scende piano lungo il mio addome fino all'elastico dei leggings sportivi, con cui si mette a giocare.
"Lewis..." la mia sembra più una supplica, o continua o lascia stare del tutto.
"Impaziente tesoro?" Mi schernisce lasciando le mie labbra per scendere con la bocca fino a dove la sua mano si è fermata. La scia calda che lascia la sua lingua sulla mia pelle, mi fa inarcare la schiena mentre i brividi mi pervadono.
Voglio di più.
Sorride vittorioso sulla mia pelle, afferrando da entrambi i lati il leggins che tra poco sparirà nei meandri della stanza.
Tok tok
Ci blocchiamo guardandoci con occhi sbarrati.
Tok tok
"Lewis muoviti, il programma è cambiato e sei già in ritardo."
È Angela.
Lewis sbuffa sonoramente alzandosi dal mio corpo, mi lascia un bacio sulle labbra mentre mi ricompongo alla svelta e si avvia ad aprire.
"Ancora così stai? Sbrigati!" esclama la donna appena lo vede. Sbianco all'idea che abbia aperto la porta in Boxer con un'evidente erezione in mostra, ma allungandomi li vedo arrivare e almeno ha avuto la decenza di mettersi un pantaloncino.
Tiro un sospiro di sollievo e saluto impacciata Angela, che è ferma alla fine del corridoio che mi guarda con occhi spalancati.
"Ehm...ciao Angela." dico arrossendo.
"Ciao... Voi due siete impossibili, davvero. Uscirò matta da questa stagione." scuote la testa già esausta.
"Tu" mi indica "fila a cambiarti, che Toto ha indetto una riunione subito dopo colazione." Mi informa.
"E tu" guarda Lewis "sei il solito" lo rimprovera.
Volo al mio bagaglio prendendo il necessario per la doccia e cambiarmi, non ho tempo di capire dove si trova la mia vera stanza. Passo affianco a Lewis mentre esce dal bagno e mi blocca appoggiandosi alla porta, occupandola tutta.
"Io e te non abbiamo finito piccola." Mi sussurra all'orecchio mordendo leggermente il lobo. Di riflesso porto la mano libera dai miei vestiti, sto suo petto. Controllo che Angela sia uscita dalla suite.
Mi allungo verso il suo collo "io non ho neanche iniziato ancora, pensa te " dico mentre scendo con la mano per strofinarla sulla sua erezione. Lui si stacca muovendosi dalla porta, pronto ad afferrarmi per i fianchi, ma io lo supero e mi chiudo la porta alle spalle. Rido sentendolo imprecare mentre si allontana.
Ora siamo pari.

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Sto dormendo pochissimo ultimamente quindi non potrebbero esserci molti errori.
Cercherò di correggere il prima possibile.

Lasciati andare - L.H.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora