28 Maya

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Siamo arrivati all'ora di cena e io ancora non mi sono fermata un attimo. Speravo di riposare mentre Lewis e Angela sono andati in pista per le libere, ma prima ho dovuto chiamare il rettore universitario per sapere quando fosse disponibile per le firme del contratto, poi ero troppo in ansia per il pilota per poter riposare. Mi sono ritrovata in palestra con le cuffie che di musica non ne hanno emessa per nulla, visto che ho seguito la diretta delle prove. Lewis non è stato al top, purtroppo già sapevamo che la situazione non è migliorata molto ultimamente, ma quando l'ho visto camminare rigido ho smesso di allenarmi e sono corsa a fare una doccia per essere pronta a lavorare appena avesse messo piede in hotel.
"May" la voce di Lewis mi strappa dai miei ricordi della giornata.
"Scusami, dicevi?"
"Ti ho chiesto se esci alla fine stasera."
"Oh sì, vedo George nella hall dopo cena, ma non so altro." Ridacchio per il mistero che ha voluto tenere, tanto mistero che gli ho chiesto se stesse progettando di uccidermi e fare sparire il mio corpo fuori città.
"So solo che uno dei ragazzi vuole riscattare il favore che ho promesso ad ognuno di loro per farli stare zitti. Sono dei pettegoli, avevi ragione e anche dei mezzi stalker/detective dato che ho Instagram pieno di richieste d'amicizia." Mentre spiego tutto a Lew, lui se la ridacchia e ripete che sono realmente dei bambini e che dovrò fare la babysitter per le ore successive.
"Mi accompagni a prendere la giacca? Vorrei parlarti..." sono preoccupata per lui e vorrei rispondesse sinceramente senza paura che altri sentano e parlino. Lui so che ama la privacy e riguardo la sua situazione attuale la richiede ancora di più, la pretende.
Annuisce e mi fa segno di avviarmi. Appena prendiamo l'ascensore e le porte si chiudono, vengo avvolta da un braccio che mi porta ad appoggiare la schiena al petto muscoloso del bel pilota.
"May diventa sempre più difficile starti lontano." mi sussurra all'orecchio lasciando poi un bacio sotto al lobo. I brividi che mi percorrono la schiena mi fanno avvicinare ancora più a lui come in cerca di calore.
"Anche per me Lewis, inutile mentire. Sai però che adesso abbiamo un compito importante, per entrambi, per i nostri lavori." dico dolcemente mentre vedo comparire sul piccolo schermo il numero del mio piano. Arriviamo alla mia stanza e recupero velocemente la giacchetta leggera e la borsa che avevo già preparato.
Fermo Lewis prima che esca dalla stanza impedendogli di aprire la porta. Avvolgo le braccia al suo collo e guardandolo negli occhi chiedo sincerità "dimmi veramente come ti senti, sai che puoi dirmi tutto." lo incoraggio.
"Lo so dolcezza, ma sto bene, mi sento meglio di pomeriggio e se parliamo di come sto mentalmente, beh...non lo so neanche io." è sincero, non ha distolto lo sguardo neanche una volta.
"Ricordati che se hai bisogno io sono qui. Non tagliarci fuori, io e Angela siamo qui per te." gli ricordo per poi lasciargli un bacio a stampo e aprendo la porta per andare.
Ci salutiamo in ascensore dove lui mi ruba un altro bacio veloce ricordandomi di mandarli a cagare tutti da parte sua, qualsiasi sia il motivo dell'appuntamento.
Poi lui non è geloso...

Appena entro nella Hall scorgo subito il ragazzo altissimo con Aleix al suo fianco.
"Eccoti, possiamo andare? Gli altri mi stanno bombardando di messaggi." mi dice George guardando il suo telefono che vibra nella mano.
"Si, sono anche abbastanza curiosa." ammetto sorridendo.
In auto parlo un poco con Aleix, che pur lavorando vicini non abbiamo mai veramente chiacchierato. Ci raccontiamo un pochino dei nostri lavori e vedo subito l'enorme differenza tra quello che fa lui per il suo pilota e quello che invece richiede Lewis da Angela. Devo ricordarmi di socializzare di più poiché posso imparare molto da lui e dagli altri preparatori, le mie lezioni universitarie saranno fantastiche, me lo sento.
"Aleix tu saresti disponibile a tenere una lezione con me? Ovviamente se capita l'occasione tu abbia una mattina libera." non perdo tempo a chiedermi se è sfacciata o meno come richiesta, il suo modo di esporre il lavoro è intrigante e sarebbe fantastico assistere ad una lezione con lui.
"Wow, è lusinghiero, mi piacerebbe." dice arrossendo un poco. Sorrido, felice della piega che sta prendendo la serata.
"Maya, se Max chiede del bacio che dovevo darti da parte sua, ti prego, digli che te l'ho dato." Se ne esce George che ha ancora il telefono in mano.
"Va bene" rido "è Max che voleva parlarmi?" cerco ancora una risposta.
"In realtà sono Charles e Pierre ad avermi chiesto di portarti con noi. Non so il perché, ma so che Max, Carlos e Lando si sono autoinvitati dopo." risponde a me mentre scrive una risposta al telefono.
"Fate almeno pipì da soli, oppure qualcuno si autoinvita in bagno?" Chiedo scherzosamente.
"Tu ridi, ma quando andiamo in bagno controlliamo che nessun altro sia lì in agguato per qualche scherzo." Aleix ride alle parole di George e annuisce dandoli ragione.
"Ho delle domande, ma non le farò perché ho veramente paura delle risposte." rispondo scioccata.

Arriviamo al locale e un cameriere ci accompagna ad una sala riservata, dove sono già presenti i ragazzi e alcuni preparatori atletici.
Saluto tutti e Max chiede subito del bacio e mento come richiesto da George che nonostante non mi abbia sfiorata è diventato color pomodoro.
"Bene, prima cosa che devo dirvi è che Lewis vi manda a quel paese, tutti quanti, a prescindere da tutto." Un coro di risate si alza e ammettono che è proprio da lui una cosa simile.
"Ora posso sapere perché mi trovo qui?" domando curiosa lasciando che il mio sguardo passi tutti loro.
"Io e Charles abbiamo un favore da chiederti, se vale ancora ovviamente..." la dolcezza di Pierre mi fa sciogliere. È veramente un ragazzo gentile.
"L'ho proposta io questa cosa, ovviamente vale ancora. Ditemi pure." esorto a continuare.
I due si guardano mentre Andrea e Pyry fanno lo stesso. A questo punto penso che riguardi tutti e 4 il favore che hanno da chiedermi.
"Vogliamo prendere una boccata d'aria?" chiede Charles impacciato. Annuisco e li seguo sulla terrazza poco distante senza parlare, sembrano tutti aver perso le parole e non capisco cosa ci sia di così grave.
Mi appoggio alla ringhiera con le braccia e i due piloti mi imitano mettendosi uno alla mia destra e l'altro alla mia sinistra.
"Tu sai chi erano Jules e Anthoine?" mi chiede Charles con voce arrocchita.
"Si." dico afferrando una mano ad entrambi "mi dispiace, non ci sono parole adatte a descrivere tali tragedie."
Ed è vero, qualsiasi cosa si dica sulla perdita di una persona cara, nessuna parola sarà mai all'altezza del vero pensiero che si vuole esternare. Erano due ragazzi giovani, con una lunga vita da vivere e non esiste parola che possa esprimere quanto siano ingiuste le loro morti così precoci.
"Il nostro favore riguarda loro. Per me e Pierre ci sono due GP che sono tremendi da vivere e ci chiedevamo se tu potessi aiutarci in quelle due occasioni." continua Charles, ma io non capisco in cosa posso aiutarli.
"Io non sono una psicologa e non ho neanche le basi per aiutare qualcuno con un lutto. Vorrei aiutarvi ragazzi, ma quello che mi chiedete è completamente fuori dal mio sapere."
"La psicologa l'abbiamo tutti, non ti stiamo chiedendo questo." mi risponde Pierre stringendo la mia mano per poi continuare "tu sei stata molto in oriente e dato che negli ultimi anni abbiamo provato molte cose per superare quei weekend, ci stavamo chiedendo se tu potessi farci qualche lezione sulla meditazione. Potrebbe aiutarci secondo te?"
I due ora mi guardano speranzosi, ma io sento un peso addosso che mi mette veramente paura.
"Ragazzi, io posso anche mostrarvi ciò che so, ma sarebbe una cosa informale. Non è medicina e non è qualcosa che scientificamente viene usato in una situazione simile." Voglio sappino che possiamo provare volentieri, posso insegnare loro molte cose per spostare i loro pensieri su qualcosa di nuovo, ma non sarà assolutamente una cura medica o qualcosa di simile.
"Se voi volete imparare qualcosa di nuovo e avere un momento per estraniarvi dalla situazione, va bene."
"Lo sappiamo!" dice il francese "Vogliamo solo trovare un momento di fuga e vedere se aiuta." conclude il monegasco.
Lascio le loro mani e mi volto verso i due preparatori atletici"voi cosa ne pensate?" chiedo loro.
"Tentare non nuoce. Potrebbe rivelarsi un aiuto, soprattutto se sanno che non stilerai un documento a fine seduta." mi dice Andrea mentre Pyry concorda annuendo.
"Mi dovete pagare se volete che io scriva. Odio la burocrazia!" Sorrido facendo l'occhiolino ai due piloti che ridacchiano al mio tentativo di alleggerire l'atmosfera.
"Ti pagherei una cena, un drink o un pomeriggio di shopping intero, ma col cavolo che ti pago per scrivere stronzate." mi dice Charles mentre si avvicina alla finestra per rientrare.
"Per lo shopping ti chiamerò di certo!" esclamo facendo ridere tutti.

La serata prosegue tra mille battutine continue e Aleix insieme ai colleghi fanno volare scappellotti ogni tot.
"Ma quindi Lewis quanto ha il sangue avvelenato per questa serata?" mi chiede Max ridacchiando.
"Io se fossi in te non riderei troppo. Con Lewis non si può mai sapere." rispondo mentre tutti ridono dicendo che probabilmente è meglio che ci stia lontano per i prossimi GP.
Continuano a scherzare ancora poco per non fare tardi e poi rientriamo in hotel.
C'è un pensiero che mi balena in testa mentre aspetto l'ascensore. Do la colpa ai due drink alcolici che ho bevuto, perché altrimenti non si spiega.
Maya non fare cazzate, vai a dormire.

Eh sì, Maya non fare cazzate...

Lasciati andare - L.H.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora