32 Maya

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Rientrata a casa, non capisco più cosa fare della mia vita. Pensavo di avere tutto fino a qualche mese fa, ero felice del mio modo di vivere e il lavoro era talmente tanto da impedirmi di piangermi addosso pensando di poter avere di più. Lewis, il licenziamento e dopo ancora i viaggi per i GP hanno cambiato la mia intera esistenza e stavo veramente provando ad abituarmi a tutto ciò che arrivava di bello, ma a quanto pare non avevo tenuto conto che le cose belle possono volare via presto se non hanno radici solide e questa situazione era tutto, fuorché ben fondata. Ero stata precipitosa, sbrigativa e soprattutto avevo commesso un passo falso dietro l'altro. Con il pilota ho intrapreso una sorta di frequentazione che non avrebbe dovuto esserci, che ha portato ad un affetto che rende ogni cosa più complicata a livello lavorativo. Le persone come Lewis sono circomdate da approfittatori e chissà in quanti, oltre a suo padre pensano che io faccia parte di quel gruppo.
Al pensiero di ciò che ho dovuto sopportare su quel Jet, mi ribolle il sangue nelle vene.

"Inutile che fai la faccina da angioletto, qui nessuno, apparte mio figlio, crede che tu non abbia un secondo fine." mi ringhia contro il padre.
"Signore, io non so che persone ha conosciuto nella sua vita, ma suo figlio non è di certo il primo uomo pieno di soldi che incontro. Come vede però, sono tutto fuorché famosa o ricca." la rabbia stava prendendo il sopravvento e il dare del lei era più una presa in giro che un modo di essere educata. Io non porto rispetto a chi non ne porta a me!
"Allora torna a fare la sgualdrina ovunque tu sia stata prima e liberaci dalla tua insulsa presenza." Questa volta a rispondere è il fratello, che sembra essersi dato un altro tono da quando il padre gli è piombato affianco.

Il resto è semplice Lewis che da risposte stupide senza prendere le difese dell'unica persona che le merita, io.
L'avrei preso a sberle se non mi fossi alzata subito da quel maledetto sedile, mai mi sono sentita tanto fuori posto in vita mia.
Come gli era saltato in testa di guardare male tutti, dicendo anche a me di fare smetterla.
Avrei dovuto smetterla di difendermi?
Avrei dovuto sopportare di essere trattata come un'arrampicatrice sociale?
Mi sono fatta venire addirittura l'acidità di stomaco.

Quel lunedì sera lo volevo passare in completa solitudine, vagliando le mie possibilità e scegliendo la nuova strada per il mio futuro. Togliendo la formula1, mi rimanevano conoscenze in motoGP e nel calcio. C'era anche la squadra dei Lions (basket) che avrebbe potuto aver bisogno delle mie capacità. Nonostante il trasferimento, il mio passato mi avrebbe permesso di trovare una nuova stabilità sia a tempo determinato che non, dovevo solo avere pazienza e fare tutto con il giusto tempismo.
Torniamo a calcolare tutto, organizziamo ogni cosa e viviamo stabili, felici e sicuramente sicuri di non inciampare ogni giorno.
Mi preparo un piatto di pasta e mi metto a mangiare in salotto, mentre sul tavolino mi aspetta il pc, con cui ho intenzione di fare una lista di squadre, atleti e contatti di cui potrei aver bisogno nei prossimi giorni. Riguardo le ultime mail del rettore universitario che mi dà appuntamento mercoledì per mettere date e orari delle mie lezioni autunnali, ormai è fatta.
Sto per inviare la mia conferma, che qualcuno bussa freneticamente alla mia porta. Vado ad aprire non dannandomi troppo per fare veloce, non ho voglia di parlare con nessuno e soprattutto, non ho invitato nessuno.
Angela è lì, in piedi sul mio zerbino blu e mi guarda con compassione.
Merda!
"Entra." Le dico mentre mi sposto di qualche passo, inutile rimandare una conversazione che avrebbe la stessa conclusione comunque.
"Prima che tu dica qualcosa, io ho già deciso e non riuscirai a difendere il tuo pupillo. Non ha scusati, ne lui né la sua famiglia." non voglio perdere tempo a sentire inutili parole che non avrebbero nessun valore.
"Lo so bene, c'ero anch'io e ti do ragione." alza le mani lei "l'ho detto anche a Lewis, se vuole che le persone restino, lui deve liberarsi di chi non cerca il suo bene." continua lei.
Ci sediamo sul divano e aspetto che continui, alla fine è lei che si è presentata qui, no?
"Devi sapere che Lew non va sempre d'accordo con il padre. È cresciuto cercando di rendere fiero l'uomo che lo ha spronato tutta la vita, ma negli anni si è reso conto che nulla renderà suo padre tanto contento da calmarsi e lasciar sì che lui viva anche fuori dai circuiti." lei parla come se quell'uomo lo conoscesse come le sue tasche, come se scene come quella del Jet fossero quasi all'ordine del giorno.
"All'esordio di Lewis, sicuramente come genitore lui voleva proteggerlo e aiutarlo ad arrivare in alto, ma presto il controllo sul figlio è diventata la sua specialità. Nicolas poi è solo un'altra pedina del gioco. Lewis e il fratello sono in realtà molto uniti, ma il padre ha più potere sul figlio minore e Lewis ha cominciato a ribellarsi negli ultimi anni. Tu sei solo un'altra pedina che deve uscire dal gioco per poter continuare ad esercitare un minimo di controllo sui figli." dice Angela guardandomi.
"Praticamente la mia presenza rovina i piani di Anthony?" chiedo confusa.
"Esatto! Ti ricordi il rientro da Miami? Sul volo Lewis ha zittito il padre e lo ha mandato al diavolo per aver parlato male di te. Ti aveva già difesa e io ho dovuto subito Anthony mentre voi due facevate fuochi d'artificio nella camera in fondo." Mi schiaccia un'occhiata maliziosa per poi ridacchiare. Sorrido e alzo gli occhi al cielo per il suo tentativo di smorzare la tensione.
"Resta il fatto che ieri si è comportato da stupido. Non voglio che lui mi difenda a spada tratta da ogni malalingua, ma visto che professa tanto interesse per me, il minimo sarebbe fermare chi mi dà della puttana." replico "lui si è avvicinato a me, sempre lui fa scenate di gelosia un giorno si e l'altro pure, ma sono io quella che sembra avere un secondo fine. Ecco perché non ho mai fatto niente con i miei clienti, queste sono le conseguenze." spero di aver chiuso il discorso così.
"Dovresti dare la possibilità a Lewis di spiegare e dovresti anche digli ciò che hai appena detto a me." mi dice mentre mi accarezza un braccio, annuisco e le prometto che se ci sarà occasione, ascolterò, ma che non penso cambierà il finale.
"Dato che sono qui e abbiamo stranamente tempo per stare insieme, guardiamo un film?" Mi chiede lei sorridendo.
"Ormai ti sei autoinvitata, faccio i popcorn e tu scegli un titolo." Ridacchio alzandomi dal comodo divano per dare inizio ad una serata spensierata con la mia amica.
Ci voleva un litigio ad alta quota per riunirci e darci il tempo di stare insieme.

Lasciati andare - L.H.Where stories live. Discover now