8. Non preoccuparti per me

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<<Quindi dovrò sopportarti più a lungo del previsto>> disse Harry mentre uscivamo dall'ufficio del capo. <<A quanto pare è così, ma per te sarà più semplice>> risposi

<<Perchè?>>

<<Perchè io dovrò sopportare te e il tuo fastidioso carattere, e devo dire che tra i due mi è andata peggio>>

<<Stronza>>

<<Pallone gonfiato>>

<<Avete finito?>> chiese una voce alle mie spalle. La riconobbi subito e spalancai gli occhi senza spostarli da quelli di Harry. Vidi il ragazzo guardarmi preoccupato, così quando mi voltai presi un respiro profondo prima di parlare. <<Alvin, cosa ci fai qui?>> chiesi incrociando le braccia al petto sperando così di mettere distanza tra noi due. <<Sono passato a consegnare il distintivo e la pistola, niente che possa darti fastidio>> rispose

<<Quello che poteva darmi fastidio l'hai già fatto>> risposi assottigliando lo sguardo. Sentii il calore del corpo di Harry mentre quest'ultimo si avvicinava alle mie spalle, mi sentii protetta, sostenuta, forse per questo motivo non avevo tirato un pugno in faccia ad Alvin non appena il suo viso era entrato nel mio campo visivo. <<Vedo che sei brava a sostituire le persone. Ora te la fai con Styles? Davvero?>> ridacchiò passandosi una mano tra i capelli biondi accuratamente pettinati. <<Non sono affari che ti riguardano>> risposi a denti stretti, ma la mia reazione non fece altro che far scaturire una risata nel mio interlocutore. <<Ero venuto anche per parlarti e spiegarti meglio la situazione, ma a quanto pare non ti interessa poi così tanto>> aggiunse

<<Spiegarmi cosa? Di come hai manipolato le prove contro la tua ex moglie per coprirla? O di come mi hai mentito per mesi?>>

<<Non parlare dei cazzi miei davanti a lui>> rispose indicando con il mento il ragazzo alle mie spalle. Potei sentire i muscoli di Harry irrigidirsi, la sua voce infatti uscì adirata dalla sua bocca: <<Andiamo Addison, abbiamo un volo da prendere>> disse poggiando una mano sulla mia spalle ed allontanandomi da Alvin. <<Brava scappa! Solo questo sai fare! Io vengo per chiederti scusa e tu scappi!>> sentii urlare Alvin alle mie spalle. <<Brutto figlio di putt>> iniziai ad urlare avvicinandomi velocemente e pericolosamente al ragazzo, ma due forti mani bloccarono le mie spalle e mi trascinarono in ufficio. <<Si può sapere che ti prende? Ma sei impazzita?>>

<<Dovevi lasciarmi stare Styles!>>

<<No, sei in servizio ed in ufficio, con la Lewis a pochi metri da qua, vuoi farti sospendere anche tu?>> rispose Harry con gli occhi pieni di rabbia. Mi avvicinai alla scrivania per poi appoggiarmici con le mani. <<Grazie>> sussurrai ad Harry, ma lui non si scompose. Afferrai una bottiglietta d'acqua dalla mia scrivania e presi un sorso d'acqua, iniziai a calmarmi lentamente mentre il mio respiro tornava normale. <<Ti conviene andare a casa a iniziare a preparare le cose per domani>> disse il ragazzo prendendo posto alla sua scrivania. <<Devo aspettare che mi portino il fascicolo con i dati, preferisco dargli un occhio prima di prendere l'aereo>> risposi. <<Te lo porto io appena me lo danno, tanto passo davanti al tuo palazzo per andare a casa>>

<<Sei sicuro Harry?>>

<<Sì, è il caso che tu te ne vada da quest'ufficio>>

<<Oh... a dopo allora>>

<<A dopo agente Russell>> rispose per poi accendere il suo pc. Rimasi un po' turbata dal modo in cui mi aveva appena chiamata, ma decisi di non farci molto caso e mi preparai per andare a casa, in fondo non eravamo neanche amici.

Poco più di due ore dopo il campanello di casa suonò e quando aprii mi trovai davanti al viso un fascicolo di fogli. <<Buona sera anche a te>> risposi afferrandolo e guardando il viso impassibile di Harry subito dietro. <<Incazzato con il mondo come sempre?>>

<<Non sono incazzato>>

<<Sì, lo sei>>

<<Non con il mondo>>

<<E con chi?>>

<<Con te>> rispose senza assecondare il mio invito ad entrare in casa. Lo guardai accigliata e confusa, senza capire se stesse scherzando o no, ma il suo sguardo mi fece propendere più al no che al sì.

<<E per quale motivo dovresti essere incazzato? Sentiamo>>

<<Forse perché stavi per picchiare un tuo collega, o meglio, ex collega, in mezzo al corridoio dell'ufficio?>>

<<Harry ne abbiamo già parlato, se lo sarebbe meritato quel pugno>>

<<Su questo non posso che concordare, ma non era né il luogo né il momento adatto>> rispose sospirando e rilassando lo sguardo. <<Dai entra, ti offro qualcosa da bere>> dissi ripetendo l'invito e finalmente questa volta accettò. Lo condussi fino alla cucina dove poi prese posto al tavolo. <<Caffè? Te? Limonata?>> chiesi.

<<Un bicchiere di limonata va benissimo>> rispose sorridendo leggermente. Afferrai due bicchieri e la caraffa dal frigo per poi sedermi di fronte a lui. Il ragazzo afferrò il bicchiere e prese il primo sorso per poi guardarmi senza dire una parola. <<Pronto per domani?>> chiesi per rompere quel silenzio che stava diventando pesante. <<Abbastanza, però devo dire che questa situazione si sta facendo abbastanza interessante. Non sono mai stato via per un lavoro, è la mia prima volta. Tu sei mai uscita dalle nostre zone per un'indagine?>>

<<No, mai>>

<<Eppure tu ed Alvin avete risolto molti casi, pensavo che foste usciti almeno una volta>>

<<No>>

<<Va bene...>> rispose lui prendendo un altro sorso di limonata.

<<Possiamo non parlare più di lui? É fuori dalla mia vita e lo voglio fuori anche dalla mia mente>> dissi dopo qualche attimo di silenzio. Il ragazzo sollevò lo sguardo dal suo bicchiere ed inchiodò i suoi occhi nei miei; ebbi la sensazione di perdere il fiato per qualche secondo, ma quando spostò nuovamente la sua attenzione al bicchiere mi sembrò di essermi immaginata tutto quanto.

<<É meglio che io vada>>

<<Ci vediamo domani, in orario o perdi il volo>>

<<Non preoccuparti per me, D.>>


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Nuovo martedì, nuovo capitolo. Chiedo scusa se sabato non sono riuscita ad aggiornare, ma impegni più grandi di me non mi hanno dato la possibilità di farlo.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto☺️

Detto questo, al prossimo capitolo❣️

Naive ||H. S.||Where stories live. Discover now