16. Promossa

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Buttai l'ennesima bottiglietta vuota sopra la pila che si era formata sul sedile accanto a me. Era il quindicesimo bar che visitavamo, ma non avevamo ancora trovato ciò che ci serviva. <<Ce ne manca solo uno>> disse sospirando Miller, mentre Harry si toccava nervosamente il labbro inferiore. Rimasi incantata ad osservare quel gesto che neanche mi accorsi che Miller aveva aggiunto altro alla prima frase. <<Russell, mi stai ascoltando?>> chiese quest'ultimo guardandomi dallo specchietto retrovisore. Scossi la testa destandomi dai miei pensieri e borbottai uno "scusa" mentre Harry, anche lui confuso, si voltò ad assicurarsi che fosse tutto okay. <<Ho detto: il nostro ultimo bar è il più distante da casa Newton, a meno che il nostro uomo non volesse davvero coprire così bene le sue tracce, dubito sia quello giusto>>

<<Ma non possiamo comunque escluderlo, quell'uomo sembra tonto, ma secondo me sa essere molto scaltro se si tratta di coprire la sua vita squallida>> risposi sollevando le spalle. Mi voltai ad osservare la città che scorreva veloce davanti ai miei occhi, ma la mia mente fu rapita dall'immagine dell'agente Styles. 

Perché sentivo dei brividi ogni volta che mi sfiorava? Perché sentivo la necessità di baciare quelle sue labbra all'apparenza così morbide? Ma soprattutto, perché il mio cuore voleva di nuovo farsi del male in una missione suicida come quella? Decisi che avrei combattuto con tutta me stessa per poter calmare quelle emozioni. Testa contro cuore, e io tifavo assolutamente testa.

Arrivammo poco dopo e, come le volte precedenti, Miller parcheggiò dalla parte opposta della strada. <<Bene, ricordatevi che->> iniziò Anthony, ma Harry lo zittì con un gesto della mano ed io uscii velocemente dalla macchina. <<Non avrei sopportato sentire le sue istruzioni un'altra volta>> iniziò il riccio mentre ci avviavamo verso il locale. <<Sinceramente, neanche io>> risposi ridacchiando

<<Pronta?>>

<<A cosa?>>

<<Alla nostra nuova scenetta>> rispose ridacchiando e marcando particolarmente la parola "nuova". Lo guardai confusa, ma il ragazzo non mi stava neanche guardando, aprì semplicemente la porta del bar e si infilò dentro velocemente. <<Buongiorno>> ci accolse felicemente una cameriera che, non appena ci vide, ci venne in contro con aria felice. Mi guardai attorno: il fuori prometteva un locale alla moda, curato e moderno, mentre l'interno era un rudere con un odore nauseabondo. 

<<Buongiorno, io e la mia ragazza vorremmo sederci a bere qualcosa>> rispose Harry prendendo la mia mano ed intrecciando le mie dita con le sue. In quel momento la mia mente entrò in un blackout totale. Il cuore iniziò a battere velocemente, il respiro si fece veloce mentre sembrava che mi avessero scritto "error 404" sulla fronte. Cercai di risvegliarmi da quell'improvviso coma momentaneo e sorrisi annuendo alla ragazza. 

<<Certo, seguitemi pure>> rispose portandoci ad un tavolo libero, uno dei tanti in realtà. Prendemmo posto ed ordinammo l'ennesimo caffè – questa volta decaffeinato, come gli ultimi sette – e l'ennesima bottiglietta d'acqua. <<Non siete di qua>> disse la ragazza cogliendoci alla sprovvista. Tenni i nervi saldi e risposi io: <<No, abbiamo deciso di fare un piccolo viaggio di coppia prima di terminare le nostre ferie>> dissi sorridendo. <<E come ci siete finiti da questa zona della città?>> chiese lei

<<Abbiamo trovato un piccolo appartamento qua vicino, in centro costavano troppo ed il nostro misero stipendio da insegnanti non ci ha lasciato molta scelta>>

<<Vi capisco perfettamente. Non ci sono molti turisti in questa zona, ma sono sicura che vi troverete bene>>

<<Ne sono sicura, siete tutti così accoglienti>> sorrisi e la ragazza si allontanò dal nostro tavolo.

<<Ma cosa ti salta in mente?>> sussurrai ad Harry avvicinandomi a lui sopra il tavolo. Il ragazzo, senza scomporsi di un centimetro, sollevò le spalle con poca cura. <<Ero stufo di fingere che fossi mia sorella, volevo cambiare, così ti ho promossa a finta-fidanzata>>

<<Promossa?>>

<<Io ne sarei felice>> e così dicendo, io mi spostai indietro per permettere alla ragazza di appoggiare i nostri ordini sul tavolino dondolante.

Consumammo le nostre bevande lentamente, per non dare nell'occhio, quando sentii Harry attirare la mia attenzione colpendomi leggermente con il piede sotto il tavolo. Lo guardai confusa, ma lui fece un cenno con la testa verso un punto alla sua sinistra. Mi voltai e, seguendo il suo sguardo, notai una piccola porta nascosta da una pesante tenta, su cui era stato attaccato in modo abbastanza approssimativo un cartello che recitava "staff only". Annuii al ragazzo, che ripetè le stesse frasi degli ultimi bar. Una volta chiamata, la ragazza si avvicinò a noi sorridendo. <<So che può essere una domanda strana ma... io e Miri ci stavamo chiedendo se conoscessi un locale dove...beh... scommettere>> disse il ragazzo, mentre mentalmente ripetevo le stesse identiche parole. Ormai sapevo a memoria ogni parola di quella frase, ma mi sorpresi di non essere più Sarah ma Miri. La ragazza però, invece che tagliare il discorso come avevano fatto le precedenti cameriere, si guardò attorno con aria circospetta, per poi chinarsi verso il ragazzo. <<Allora posso dirvi che avete scelto il locale giusto>> rispose sorridendo sommessamente. 

Ci fece cenno di seguirla e ci portò verso la stanzetta che avevamo visto poco prima. Una volta scostata la tenda e averci fatto segno di entrare, rimasi sbalordita da ciò che mi si presentò davanti: un'enorme stanza era piena zeppa di tavoli di ogni genere; poker, bingo, qualsiasi gioco esistesse era presente in quella stanza. Una quantità inaspettata di persone fumavano ed imprecavano, mentre altri gioivano per le loro vittorie; la luce fioca e l'assenza di finestre, sommate ad una fitta cappa di fumo rendevano quel luogo un puro inferno. La ragazza ci portò ad un tavolo dove un uomo ci squadrò dalla testa ai piedi. Questa volta, impaurita, fui io ad afferrare la mano di Harry, che prontamente me la strinse infondendomi sicurezza. 

<<Stranieri>> disse l'uomo con un forte accento del nord. <<Cosa siete venuti a fare?>> continuò dimenticandosi la gentilezza lontana dal suo tono. <<Siamo venuti per provare l'ebrezza di una bisca clandestina, nulla di troppo azzardato>> rispose Harry che, al contrario dell'uomo, rimase cordiale e pacato. Venimmo squadrati dalla testai piedi, poi ordinò ad un uomo là vicino di perquisirci. Harry rimase fermo mentre ogni centimetro del suo corpo veniva controllato, ma quando la guardia si avvicinò a me si mise in mezzo. <<Amico, siamo puliti, te lo assicuro, la mia ragazza però non la tocchi. O chiami qualche donna, o non la sfiori>> disse a denti stretti. L'uomo che aveva bloccato si voltò a guardare il capo, che sorrise divertito e gli ordinò di allontanarsi con un gesto della mano. <<Mi piaci, ragazzo>> disse prendendo due fogli dal bancone di fronte a lui. <<Tavolo 54, siete con Johnny, è il più tranquillo e molto onesto se si tratta di novellini>> e, facendoci un occhiolino, ci indicò un tavolo a circa metà sala. 

Ci avviammo in silenzio, mentre il cuore mi batteva all'impazzata contro il distintivo nascosto sotto la felpa. Non potevamo scommettere: dovevamo trovare un modo per uscire da quel posto.


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Buonasera! Eccomi con un altro aggiornamento, fresco fresco di stesura.

Spero che la storia vi stia piacendo, nel caso fosse così, vi chiedo gentilmente di lasciare una stellina ⭐️

Detto questo, al prossimo capitolo❣️

Naive ||H. S.||Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt