23. Nostalgia

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Prendemmo posto attorno al tavolo nella sala riunioni, eravamo circa una ventina di agenti, mentre un ragazzo si accingeva ad accendere il grande schermo che era posizionato capotavola. Alla mia destra avevo Harry, alla mia sinistra Michael, un ragazzo che era appena stato trasferito e di fronte a me Miller. Tirai fuori dallo zainetto che portavo sempre un quadernetto sul quale avevo appuntato tutte le cose sul caso e mi misi comoda per appuntarmi tutto ciò che era importante. <<Si devono prendere appunti?>> sussurrò Michael al mio orecchio, mentre il suo sguardo impanicato vagava tra il mio viso e la penna che stringevo in mano come fossero due obiettivi di un tiro a segno. <<Non ti preoccupare, è lei che deve sempre esagerare>> si intromise Harry ridacchiando, ma quando lo fulminai con lo sguardo smise subito e sorseggiò ciò che rimaneva del suo caffè. Idiota.

<<Bene, ringrazio tutti voi che siete riusciti ad essere presenti e in particolare modo gli agenti Styles e Russell, che stanno guidando quest'indagine nel migliore dei modi>> iniziò a dire il ragazzo che doveva tenere la "presentazione"e facendo partire una registrazione.

<<Oggi, 30 settembre, ci troviamo per analizzare gli spostamenti di Priscilla Newton, scomparsa quattro anni fa e ritrovata assassinata il 12 settembre scorso>> e nel frattempo fece scorrere le immagini della scena del crimine. Non rimasi particolarmente colpita, avendo già metabolizzato il tutto, ma alcune facce intorno a me impallidirono e solo in quel momento mi resi conto di quanto quella squadra fosse poco informata sul caso.

Dopo un breve riassunto, finalmente arrivammo alla parte che mi interessava. <<Priscilla lascia la scuola a Nashville dopo la riunione, partendo da scuola alle cinque del pomeriggio, dal lì le sue tracce sono state perse. La sua macchina non è mai stata ritrovata, ancora oggi non si sa che fine abbia fatto, ma supponiamo che sia stata venduta in nero a qualcun altro>> e la foto della macchina comparì sullo schermo. Era un classico SUV americano, abbastanza anonimo, se non per uno sticker a forma di L sul retro, forse per le iniziali dei figli. Scattai una foto alla diapositiva.

<<Il 27 marzo di tre anni fa, quattro mesi dopo la sua scomparsa, delle telecamere di sorveglianza la beccano in un piccolo bar a Knoxville, a due ore e mezza di macchina dalla sua città>> e l'immagine di Priscilla si materializzò sullo schermo, mentre era intenta a bere un caffè. Aveva già tinto i capelli e li aveva tagliati molto più corti di prima, portava un sacco di trucco sul viso e i vestiti erano molto più grandi della sua taglia. Osservai bene lo schermo e subito parlai: <<Chi è l'uomo seduto di fronte a lei?>> chiesi con voce fomentata, ma il ragazzo scosse la testa. <<Non lo sappiamo ancora, le immagini sono troppo sfocate, ma ci aspettiamo un ottimo lavoro dalla nostra squadra di ricerca informatica, hanno già tutte le immagini>> e così dicendo proseguì nella storia.

<<Analizzando le immagini abbiamo scoperto che la donna rimane a Knoxville per circa quattro mesi, presupponendo che abbia usato documenti falsi, per poi sparire anche da quella città. Nel frattempo sono stati segnalati un aumento di casi di furto a danni di piccoli imprenditori. Così abbiamo seguito le segnalazioni successive nelle altre città, e siamo riusciti a scovare il suo itinerario>>. Comparve sullo schermo un elenco di città con le immagini della donna nelle diverse registrazioni delle telecamere di sicurezza, ogni volta con vestiti diversi e con i capelli di colori differenti. Chattanooga, Memphis, Huntsville, Little Rock, ecc. Ogni città, quando c'era lei, subiva una serie di furti. Sospirai segnandomi tutte le informazioni e fotografando le diverse slide per avere tutte le informazioni a portata di mano e, con mia grande sorpresa, notai Harry fare lo stesso.

<<Il 31 ottobre di due anni dopo perdiamo le sue tracce per un periodo abbastanza lungo, di circa cinque mesi. Viene però registrata una paziente di nome Sophie Arrington all'ospedale di Oklahoma City per aggressione: naso rotto, due costole incrinate e una lussazione alla spalla sinistra. La donna è scappata dall'ospedale prima del ricovero, probabilmente per non attirare l'attenzione delle autorità. Pensiamo sia lei, queste ferite non curate correttamente sono state riscontrate anche dall'autopsia della donna>>

<<Aspetta, ferma le immagini e fammi rivedere tutte le sequenze precedenti>> dissi alzandomi ed avvicinandomi allo schermo. Potei sentire tutti gli occhi degli agenti puntare confusi nella mia direzione, ma me ne fregai ben poco, ero sicura di quello che avevo visto. Le immagini si susseguirono per la seconda volta davanti ai miei occhi e non potei che avere la conferma di ciò che avevo notato precedentemente. <<Fermo, eccolo, lo stesso uomo>> dissi indicando lo schermo con la mano che tremava dall'agitazione. Era sempre lo stesso, anche lui cambiava costantemente colore e taglio di capelli, così come i vestiti, ma la cicatrice che aveva sull'avambraccio sinistro era visibile in molti frame. <<Dobbiamo trovare subito quell'uomo>> aggiunsi per poi lasciar continuare il ragazzo nell'esposizione.

<<Direi che oggi abbiamo fatto passi avanti>> disse Miller a me ed Harry mentre uscivamo dalla stanza. Annuii distrattamente, ero lì fisicamente ma la mia mente lontana pensava ancora a chi sarebbe potuto essere quell'uomo. Appoggiai le mie cose sulla scrivania e, rilassandomi contro lo schienale della sedia, chiusi gli occhi. Com'era stato possibile farci sfuggire quel dettaglio così importante? Chi era quell'uomo? Ma soprattutto, perchè erano scappati insieme? Non mi accorsi neanche che ero in quella posizione da tanto tempo fino a quando non sentii Harry sussurrare un "ma si è addormentata?" al quale risposi con un'occhiataccia. <<Mandate qualcuno a casa del signor Newton e chiedete se conosce quell'uomo, non può averlo conosciuto dopo la sua scomparsa, c'era troppa confidenza tra i due>> dissi alzandomi mettendomi la giacca. <<Esco a fumare>> e così uscii sul retro.

Una volta fuori mi sedetti su un muretto poco distante dalla porta ed accesi una sigaretta. Improvvisamente mi venne in mente casa mia, a Santa Monica, ed iniziai a provare una nostalgia che mai avevo provato prima. Mi mancava la mia routine, il mio ufficio, quelle teste di cazzo dei miei colleghi e... Alvin, mi mancava anche Alvin. Non mi riuscii a dare una spiegazione per quella mancanza, considerando il trascorso che c'era stato tra di noi, ma gli volevo ancora bene nonostante tutto. Insomma, si sa che spesso siamo attratti da ciò che ci fa male convinti che faccia per noi, ma pur essendo consapevole che quel ragazzo era il mio più grande male, feci quello che non avrei mai dovuto fare.

<<Pronto? Addison, sei tu?>> rispose il ragazzo dopo qualche squillo

<<Ciao Alvin>>

<<Perché mi hai chiamato?>>

<<Volevo solo sentirti>>

<<Stai bene? É successo qualcosa?>>

<<Sì, sto bene, senti ignora questa chiamata, non avrei mai dovuto farla>> e così dicendo chiusi la telefonata.

Un groppo alla gola si formò poco dopo e una lacrima bagnata scese lungo la mia guancia solleticandomi come solo il dolore sa fare. Ero ancora sua succube, incapace di andare avanti per paura ed ero irrimediabilmente legata alla sua anima oscura. Feci l'ultimo tiro di sigaretta e la buttai a terra schiacciandola con il piede, senza accorgermi di Harry che silenzioso rientrava.


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Tan tan taaaaan

Che ha combinato Addison? Harry avrà sentito? E se sì, come reagirà secondo voi?

Fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate e, se volete, lasciatemi una stellina⭐️

Detto questo, al prossimo capitolo❣️

Naive ||H. S.||Where stories live. Discover now