Capitolo 1

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2019

Mi sveglio dal rumore della sveglia del telefono. Sono le 06:35 di mattina. È lunedì e oggi inizia l'ennesima serie di quattro giorni lavorativi che tocca a chiunque abbia un lavoro stabile. Dopo aver disattivato la sveglia, mi giro nel letto e incontro il viso di Ethan. Sta ancora dormendo beatamente. Lui ha un sonno abbastanza profondo, poche cose lo svegliano.
"Ethan..." sussurro per farlo svegliare "Ethan, è ora di alzarsi!".
Le mie parole lo fanno svegliare lentamente. Dopo aver aperto gli occhi, mi sorride e mi dice : "buongiorno".
Ricambio il sorriso e gli dico : "dovresti alzarti".
"Ok" mi dice lui, senza protestare.
Si mette lentamente seduto sul letto e mi chiede : "dovrei svegliare Jasmine, giusto?".
"Sì" gli dico a bassa voce.
"Va bene, vado" mi dice con voce soffusa "tu intanto vai a prepararti!".
Detto ciò, Ethan si alza dal letto ed esce dalla stanza.
Io, quindi, scendo dal letto e vado in bagno.
Mi tolgo i vestiti, mi raccolgo i capelli in uno chignon e entro in doccia.
Apro l'acqua, regolo la temperatura e mi godo l'acqua che scivola sulla mia pelle. Chiudo gli occhi e immagino di essere nello stesso prato dove Heidi trascorre le giornate. Fra tutti i cartoni che Jasmine guarda, Heidi è il mio preferito. Non lo so bene perchè, ma lo trovo migliore della maggior parte dei cartoni animati odierni, come Clarence, Gumball o, peggio, Peppa Pig. Solo sentire il suo nome mi viene da vomitare. Eppure ai bambini piace così tanto. Questione di gusti, credo.
Dopo cinque minuti buoni, esco dalla doccia, mi asciugo il corpo e lo avvolgo nell'accappatoio color azzurro cielo che Ethan mi ha regalato a Natale.
Esco dal bagno e vado in camera. Frugo nell'armadio finchè non trovo qualcosa da mettere. Dopo un pò, scelgo il mio outfit: camicetta bianca a pois neri, jeans blu scuro, giacca nera di pelle e un paio di tacco 7 nere.
Mi pettino brevemente i miei capelli e, per concludere, metto il piccolo ciondolo che Ethan mi aveva regalato al mio trentesimo compleanno, quando ero incinta di sei mesi di Jasmine.
Poco dopo, esco dalla camera e sento la voce di Ethan dalla camera di Jasmine. Mi avvicino alla porta per vedere che succede.
"Dai, Jazzy, fatti vestire!" Afferma Ethan mentre cerca di togliere il pigiama alla piccola.
"No, non voglio!" Esclama Jasmine con l'atteggiamento capriccioso che la contraddistingue.
"E se ti veste mamma?" Mi intrometto per mettere pace fra i due "che ne pensi, amore?".
Subito, Jasmine mi fa sì con la testa.
Ethan, quindi, esce dalla stanza senza farselo dire due volte e io e mia figlia rimaniamo sole nella stanza.
Mi avvicino a lei, mi inginocchio al suo livello e inizio a spogliarla.
Lei, per tutto il tempo, rimane in silenzio.
Notando questa cosa, commento : "certo che con mamma non fai capricci, vero?".
Lei non risponde e mi fissa con curiosità, come se si chiedesse cosa stia facendo.
Dopo averla vestita, la prendo in braccio e la porto in cucina, dove Ethan è già pronto a preparare la colazione.
"Allora, mie signore, cosa volete per colazione?" Chiede Ethan con tono giocoso.
"Cosa vuoi, amore di mamma?" Chiedo a Jasmine.
Lei mi guarda fisso, poi risponde : "pancake!".
"Ma è la quinta volta in una settimana che li mangi!" Esclamo.
"Ma io li voglio!" Esclama Jasmine dimenando i pugnetti nell'aria.
"Va bene, ma domani mangi qualcos'altro" le dico.
Molti dicono che sono troppo buona con lei e che dovrei essere più severa, ma io non la penso così. Mia figlia è felice di questo trattamento e non sarebbe felice se la trattassero con più durezza. Poi, ogni genitore è diverso e quello che funziona con uno non necessariamente funziona con un'altro. Non c'è bisogno di sminuire i genitori solo perchè sono troppo "dolci" con i propri figli. Meglio di chi li picchia, schiafeggia o sculaccia anche solo una volta. Eppure a loro nessuno dice niente, avvalendosi di quello che ho appena detto. Che ogni genitore è diverso ecc. Ed è vero, solo che non è valido sempre e penso sia normale che sia così. Anche la frase "non esiste una verità assoluta" in certi casi è valida, in altri no. Non puoi dirmi che la frase "i pedofili sono mostri schifosi" sia solo un'opinione. È la verità.
Dopo colazione, mi lavo velocemente i denti, prendo la borsa e faccio per uscire dall'appartamento.
Poco prima di varcare la soglia, saluto sorridendo Ethan e Jasmine.
"Ci vediamo dopo" dico loro con gioia.
"Ciao, ci mancherai!" Risponde Ethan per lui e Jazzy.
Corro via giù per le scale e continuo a correre fino alla fermata dell'autobus. Non appena arrivo, non ho neanche il tempo di raccogliere fiato che arriva l'autobus.
Quindi, salgo, mi siedo al mio posto e finalmente posso rilassarmi. Ogni mia giornata inizia di fretta, ma riesco sempre ed essere perfettamente ordinata. È un mio superpotere.
Non appena arrivo alla Salas Inc, mi imbatto in Olivia. Ella è la mia migliore amica, l'unica che ho mai avuto nel corso dei miei trentadue anni di vita. Neanche al liceo ho avuto una ragazza o un ragazzo che io potevo considerare "amico/a". In realtà, al liceo non avevo nessuno.
"Ciao, Emma, come va?" Mi chiede gentilmente.
"Bene, tu come stai?" Le chiedo.
"Anch'io sto bene" mi dice Olivia sorridendo "tutto bene con Ethan?".
"Sì, tutto bene" le dico "con Matthew, invece? Tutto apposto?".
"Bene, solo che i suoi genitori ancora non accettano che egli frequenta una ragazza non ispanica come lui" mi risponde con leggera frustrazione "ieri sera, siamo andati a cena da loro. Era il compleanno della madre di Matt quindi siamo andati a trovarli. Ce ne siamo andati a metà serata perchè la signora Esparza non faceva altro che rifilarmi insulti".
"Mi spiace" le dico "la madre di Ethan, invece, non ha mai detto niente contro di me. Anzi, per lei io sono perfetta per suo figlio".
"Beata te!" Commenta Olivia "vorrei avere solo l'1 % della tua fortuna".
Sorrido. Vorrei dirle che non sono stata sempre fortunata, ma sto zitta. Certe cose è meglio tenersele per sè stessi.
In quel momento, appare Jacob Khan, un mio amico e collega.
Si avvicina a noi e mi chiede : "Emma, possiamo parlare in privato?".
"Ok..." rispondo senza pensarci due volte.
Lui mi trascina in un angolo e mi dice con aria preoccupata : "ho un problema".
"Cosa c'è, Jake?" Gli chiedo, entrando in confidenza.
"Vedi... io e Chloe stiamo insieme da cinque anni e penso sia ora di farle la proposta, no?" Mi dice timidamente, grattandosi la nuca con la mano sinistra.
"Questo sarebbe il tuo problema?" Chiedo incredula.
"Emma, lo sai che sono un tipo timido. Se non fosse stato per mio fratello Isaiah, che mi ha presentato Chloe, a quest'ora sarei single" afferma Jake "per dirti quanto timido sono".
"Non devi fare chissà cosa" gli dico "devi solo essere te stesso, naturale e spontaneo. Falle la classica proposta e basta!".
"Ma nei film, le proposte di matrimonio sono molto più eclatanti di così" fa notare Jacob.
"Questa è la vita reale, non un film, Jake" gli dico.
"Ok, quindi naturale, spontaneo e semplice, giusto?" Mi chiede insicuro.
Quando fa così, mi fa ridere perchè sembra un bambino indeciso.
"Esatto" gli dico.
Jake sorride debolmente, mi ringrazia e se ne va.
Lo guardo andarsene per un pò finchè non sento una voce che mi riporta alla realtà.
"Villareal!".
Mi giro e mi trovo davanti il mio capo, il genero del signor Thomas Salas, il proprietario, Brandon Santana.
"Villareal, ti pago per bighellonare in giro?" Mi chiede Santana con una velata severità.
"Mi scusi, ora vado" gli dico sorridendo imbarazzata.
Lui mi fa un sorrisetto e se ne va.
Io, quindi, avanzo verso la mia postazione quando vengo chiamata da Caroline Tran, la direttrice.
"Villareal, Santana ha un compito per te" mi dice con freddezza.
"E quale sarebbe?" Chiedo.
"Fare una relazione sull'andamento dell'azienda" mi dice Caroline mantenendosi rigida come una statua "hai una settimana di tempo".
"Ma Jacob, lo scorso mese, ha avuto due settimane di tempo e addirittura Morse tre!" Le dico "perchè agli uomini date più tempo per finire i compiti lavorativi?".
"Senti, Villareal, ti consiglio di parlare meno e agire di più" mi rimpovera Caroline "sono i fatti che contano, non le parole!".
Detto ciò, Caroline va via e mio mi metto seduta alla mia postazione. Per non perdere tempo, inizio a scrivere.
Ore dopo, finisce l'orario lavorativo. Ho scritto 400 parole al computer, che equivale al 20 % del lavoro che devo svolgere.
Non appena torno a casa, trovo Ethan e Jasmine giocare sul pavimento con le formine geometriche.
"Ciao, Emma!" Mi dice Ethan sorridendo "come va?".
"Bene" gli dico "ora non posso giocare perchè dovrei finire un lavoro".
"Certo, fai pure" mi dice con gentilezza mentre continua a star dietro a Jasmine.
Mi siedo al tavolo e inizio a finire il mio lavoro.
A fine giornata, arrivo a 700 parole, che è il 50 % del lavoro. Sono a metà strada.
Dopo aver messo a letto Jazzy, Ethan mi raggiunge sul divano e mi dice : "ora che Jasmine è a letto, possiamo finalmente avere tempo per noi".
Gli sorrido calorosamente e lui ricambia.
"Come è andata a lavoro?" Mi chiede.
"Bene, solo che ho notato una cosa" gli rispondo.
"Cosa?" Mi chiede con apprensione.
"Agli uomini danno più tempo per finire i compiti rispetto che alle donne" dico "per esempio, a me hanno dato una settimana. Tre mesi fa, diedero a Max Morse tre settimane per un lavoro di quattro giorni",
"Lo trovo un pò sessista, non credi?" Osserva Ethan.
"Effettivamente ci potrebbe stare, ma non lo so" affermo "però basta parlare di me! Come è andata oggi?".
"Come al solito" mi risponde Ethan con naturalezza.
"Mi ricordo ancora i primi tempi, quando sono tornata a lavoro dopo la gravidanza" dico ripensando a quel periodo "non facevi altro che chiamarmi. "Come si cambia un pannolino?", "come si fa a fare il latte in polvere?", "a quale temperatura devo farle il bagno?". Eri proprio disperato!".
"Ero solo inesperto!" Afferma Ethan sorridendo "in due anni ho imparato molte cose! Ora, non per vantarmi, però potrei istruire i giovani padri su come prendersi cura dei figli".
"Ora io ci scherzo sopra, ma... sul serio, grazie per questo tuo sacrificio" gli dico riconoscente.
"Se per sacrificio intendi fare il "mammo" e mettere in pausa il lavoro affinché tu possa dedicarti alla tua carriera in santa pace, allora sì é un vero sacrificio!" Mi dice Ethan sorridendo "no, sul serio, non trovo un sacrificio tutto ciò. Adoro passare del tempo con mia figlia. Certo, a volte è difficile ma io amo comunque la mia piccolina".
Lo guardo amorevolmente per un minuto e dico : "sei un padre fantastico, Ethan!".
"E tu una donna meravigliosa, Emma" aggiunse Ethan. I suoi occhi, guardandomi, brillavano.
Le nostre labbra si incontrano e ci baciamo. È un bacio lento e passionale. Presi dalla passione, finiamo uno sopra l'altro, sul divano.
In quel momento, ci fermiamo. Non voglio rimanere incinta di nuovo. Sono stata bene in gravidanza e il parto è andato senza particolari complicanze, è solo che preferirei aspettare almeno che Jasmine abbia cinque anni prima di avere un secondo figlio. Finora, ne ha solo due.
Andiamo quindi a letto.
Il giorno dopo, a lavoro, sto parlando con Olivia, quando Jacob ci viene incontro dicendoci : "avete letto le ultime notizie?".
"No, cosa è successo?" Chiede Olivia.
"Una quindicenne di nome Madison Brandt di Hartford, in Connecticut, che frequenta la Julian Marsh High School, ha appena denunciato il suo professore di letteratura inglese per molestie" afferma Jake.
Hartford, Julian Marsh High School, professore di letteratura. Mi ricorda qualcosa che già conosco.
"Scusa, ma come si chiama il professore in questione?" Chiedo per verificare se ho ragione.
"Noah Woods" risponde tranquillamente Jacob.
Quel nome mi sconvolge completamente. Non credevo che, dopo tanti anni, lo avrei sentito ancora. Credevo che, ormai, apparteneva al passato. Eppure, come spesso accade, sembra che il mio passato sia tornato da me.

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