Capitolo 11

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2019

Il giorno dopo, arrivo in perfetto orario al Dipartimento di Polizia di Chicago. Non appena entro, vedo tre agenti, due uomini e una donna, parlare fra loro.
Nonostante loro non mi notano, sono abbastanza vicina da sentire la loro conversazione.
"Pensate sul serio che Woods sia colpevole?"
"Beh... è abbastanza evidentemente, no?"
"Perchè lo pensi, Xavi?"
"Voglio dire... la stessa Madison Brandt ha rilasciato denuncia... vorrà dire qualcosa"
"Non basta una denuncia per far finire in prigione qualcuno, Xavi! Ci devono essere delle prove tangibili"
"Datti una calmata, Emilia! La denuncia è stata fatta solo nove giorni fa! Ogni cosa ha il suo tempo"
"Non in questo contesto. In polizia, i casi bisogna risolvererli in fretta. Non possiamo neanche perdere un minuto"
"Cacchio, quanto sei esigente! Ci credo che alla fine Leo ti ha lasciata"
"Ti prego, non mettere in questo discorso Leo!"
"Sto solo dicendo che dovresti avere aspettative più basse, tutto qui! Dopotutto, nessuno è perfetto"
"Vi rendete conto che mentre voi due state litigando, un potenziale pedofilo è ancora in libertà. Ci servono i fatti, non le parole"
Il terzo interlocutore, quello che ha sgridato Emilia e Xavi, nota finalmente la mia presenza e va verso di me.
"Agente Kyle Fleming" mi dice in modo amichevole porgendomi la mano.
È di bell'aspetto, alto, muscoloso e dai capelli ricci e neri.
"Sono Emma Villareal" dico senza giri di parole.
"Oh... voi siete quella che ieri sera ha denunciato Noah Woods?" Chiede Kyle. Il suo volto si incupisce.
Annuisco e aggiungo : "sono qui per raccontare la verità".

Kyle, Xavi e Emilia mi portano in una stanza d'interrogatorio. Al tavolo sono seduti davanti a me due uomini, uno bianco e uno nero, e una donna asiatica, tutti è tre in divisa.
"Voi dovete essere Emma Villareal" mi dice l'uomo nero "io sono Josiah Warren, capo del Chicago PD. Si sieda, ha tanto da raccontarci.
Mi siedo davanti a loro tre e inizia l'interrogatorio.
-quando sono iniziati gli abusi?
-il 4 novembre del 2002, quando mi ha violentata.
Si intromette l'uomo bianco che dice : "buffo, quel giorno io e Clara ci siamo sposati".
"Matthews, per favore!" Lo richiama il suo superiore.
"Già, Jason, comportati bene" gli dice la donna asiatica come se lo conoscesse da tempo.
"Scusa, cara" dice Matthews con sguardo sottomesso.
A quanto pare la donna è sua moglie.
-tornando all'interrogatorio, cosa è successo esattamente?
-beh... era lunedì e ogni lunedì lo avevo all'ultima ora a scuola. Nell'ultimo weekend di ottobre ero a casa sua mentre sua moglie non c'era. Domenica 28 ottobre, abbiamo litigato e io sono tornata a casa mia correndo e piangendo.
-perchè avete litigato?
-lui.... mi aveva fatto una dichiarazione in cui diceva che mi amava e che era disposto a lasciare la moglie pur di mettersi con me. Ha detto che mi avrebbe reso felice in un modo in cui nessun mio coetaneo l'avrebbe fatto. Io, però, gli dissi che non ero interessata perchè era comunque il mio insegnante. Lui reagì malissimo e sbraitò contro di me, definendomi una puttana e dicendo che gli avevo rovinato la sua esistenza. Io, sentendomi in colpa, corsi via piangendo e tornai a casa da mia zia Isabella.
-cosa è successo nei giorni dopo?
-non mi ha rivolto la parola per due settimane. Almeno fino a quel giorno. Dopo la fine della lezione, mi ha intimato di restare, ha aspettato che tutti gli altri studenti andassero via dall'aula, chiuse la porta e...
-non serve specificare. Si è inteso.
-grazie!
-ma una domanda: perchè quando ha visto che aspettava che tutti uscissero, non ha provato a scappare? Perchè non ha avuto paura che lui le potesse far del male?
-mi fidavo di lui. Totalmente. Lo vedevo come un padre, quel padre che pochi mesi prima mi aveva lasciato per sempre. Non pensavo neanche minimamente che fosse capace di farmi del male.
-ok. Signora, con questa dichiarazione, farebbe finire un uomo in prigione. È sicura di dire la verità?
-certo che sono sicura! Ho vissuto tutto ciò sulla mia pelle!
-no è che a volte le donne mentono.
-in realtà, non per fare la pignola, ma solo il 2 % delle accuse di stupro sono false. Questo significa che le donne il 98 % delle volte dicono la verità.
-vabbè, è un discorso soggettivo. Lei, sicuramente a causa della sua esperienza, la vede così. Io non ho avuto tale esperienza e quindi la penso in modo diverso. Alla fine non è certo quante sono. Più che altro che esistano.
-certo, signor Warren.
-grazie per la sua testimonianza. Non so se lo sa, ma dovrà anche venire al processo, visto che ha denunciato.
-quando ci sarà?
-il sedici di novembre.
-va bene, ci sarò.
-grazie! Può andare.

Esco dalla stanza e mi trovo davanti Kyle.
"Come è andata?" Mi chiede con un sorriso debole.
"Bene" rispondo.
"Vuole un passaggio a casa?" Mi chiede con garbo.
"No, posso tornare a casa tranquillamente da sola" gli dico e faccio per uscire.
Una volta fuori dalla centrale di polizia, sento una voce chiamarmi.
"Emma"
Mi giro e rimango scioccata.
È Noah Woods. Quel Noah Woods che anni fa mi ha rovinato la vita.
Si è ingrossato parecchio, i suoi capelli sono bianchi ma mantengono pur sempre qualche venatura di rossiccio. La sua barba è molto più folta di prima. Ormai non ha più l'aspetto angelico che aveva un tempo. Sembra più un tizio disperato.
"Emma" dice con la sua voce roca, quasi ansimando, come se non avesse più fiato in gola "ti ricordi di me?".

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