Capitolo 16

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2002

È lunedì. È l'ultima ora di scuola e Woods continua ad ignorarmi e fare finta che io non esista. Questo mi da molto fastidio. Mi sembra che Woods sia un'altra persona, non lo riconosco più.
Una volta che Woods finisce di spiegare Lady Lazarus di Sylvia Plath, suona la campanella e tutti, io compresa, facciamo per uscire.
"Emma, resta in classe!" Mi intima Woods mentre mi dirigo verso l'uscita.
Mi fermo subito chiedo : "perchè, professore?".
"Fai come ti dico" mi dice con voce calma ma severa.
Io obbedisco e rimango in classe, anche se tutti gli altri escono.
Una parte di me ha paura che lui possa farmi del male, visto quello che è successo. Tuttavia, allo stesso tempo, mi fido di lui. Nonostante quei momenti poco piacevoli avuti con lui, so che è buono. So che non mi farà mai del male. Io per lui sono come una figlia e i padri non fanno del male alle figlie.
Dopo una manciata di minuti, nell'aula rimaniamo solo io e Woods. Lui si alza dalla sedia della cattedra e va verso la porta per chiuderla.
Normalmente, avrei paura. Ma so chi ho davanti. Posso stare tranquilla.
Woods verso di me con passo veloce e decise e si trova davanti a me in un battuto di ciglia.
Nel suo volto traspare rabbia, frustrazione e delusione e tiene le mani strette in pugni.
Ansima affannosamente e mi guarda come un leone guarda la sua preda.
"Emma..." mi dice Woods, non terminando la frase.
"Scusa, non volevo deluderti" gli dico, per calmarlo "mi dispiace davvero".
Lui mi tira uno schiaffo che mi fa finire a terra.
La guancia mi fa male cane. Guardo in alto. Questo non é il Woods che conosco. Non è lui. Lui non mi tireberebbe mai uno schiaffo. Mai.
"Professor Woods, perchè?" Chiedo impaurita.
La sua risposta è un calcio nello stomaco che mi fa raggomitolare. Piango dal dolore. Non riesco ad alzarmi. Sono indifesa a terra.
Lui me ne sfila un altro, che mi fa gemere.
Dopodiché, mi costringe ad alzarmi e mi spinge sulla cattedra. Mi apre le gambe, mi toglie i jeans e le mutande e sale sopra di me.
Cerco di urlare ma lui mi blocca baciandomi. Un bacio aggressivo, violento da cui non riesco a liberarmi.
Perchè si comporta in questo modo? Perchè? Dov'è il Woods che conosco?

Un ora e mezza dopo, scende da me, si riveste e mi intima di alzarmi dalla cattedra.
Mi alzo a fatica, mi rimetto le mutande e i pantaloni e ricevo un altro schiaffo da Woods.
"Non dire a nessuno quello che è accaduto" mi intima in modo minaccioso e poi esce dall'aula.
Sono scioccata. L'uomo che io vedevo come una figura paterna, come un secondo padre, si è rivelato un mostro. Come ho fatto a non accorgermene. Come ho fatto a non capirlo già dalla sua reazione, dal modo in cui mi ha trattato da ubriaco, dal fatto che mi ha invitato a casa sua.
Mi sento stupida e sporca. Tremendamente sporca.
Mi metto seduta sul pavimento e inizio a piangere.
Il mio pianto viene interrotto da Adrian, il bidello che mia zia si è fatta un mese fa circa.
"Tutto ok?" Mi chiede.
"Sì, sto bene" dico, mentendo. Mi alzo, prendo lo zaino e vado via.

Per un mese intero, cerco di evitare Woods. Non riesco più a vederlo come facevo una volta. Ormai lui per me è solo un verme disgustoso.
Il  14 dicembre mi sento improvvisamente male e corro in bagno a vomitare.
Mia zia, impegnata a scopare con un tizio di nome Hayden, sentendomi vomitare smette di fare quello che sta a facendo e corre da me.
"Emma, ma stai bene?" Mi chiede.
È la prima volta che nella sua voce scorgo preoccupazione verso di me.
"Ora sì" le dico.
"Quando ti dovrebbe venire?" Mi chiede mia zia.
"Ehm... sono in ritardo di cinque giorni" rispondo.
Mia zia, improvvisamente, si veste, butta fuori di casa Hayden e mi prende per mano in modo aggressivo.
Mi trascina fino in macchina, dove mi spinge dentro con veemenza.
"Zia, dove mi porti?" Chiedo spaesata.
"In farmacia" risponde zia Isabella mentre guida.
Una volta in farmacia, la zia compra un test di gravidanza e poi torniamo a casa.
A casa, zia Isabella mi da in mano lo stick e mi dice : "piscia sopra questo coso e aspetta dieci minuti, ok?".
Faccio come mi dice. Mentre aspetto in bagno, una forte ansia mi sovrasta. E se fossi incinta? Dio, spero di no. Sul serio, essere incinta in questo momento sarebbe la ciliegina sulla torta dei miei problemi.
Finalmente l'attesa finisce. Sollevo lo stick lentamente e guardo il risultato. È positivo. Positivo. Sono incinta. "Che cazzo!" Urlo e lancio lo stick contro il muro del bagno. Non è possibile! No no no! Non voglio questo bambino. Non a quest'età! Non in questa situazione! Non con quel padre!
Mia zia entra in bagno, attirata dalle mie urla, e io le racconto tutto.
"Ti prego, zia, aiutami!" Imploro piangendo alla zia "non voglio questo bambino!".
Mia zia prende il telefono e fa un numero.
-ciao, sono Willow da Planned Parenthood. Come posso aiutarla?
-mia nipote vorrebbe abortire.
-siete fortunate, c'è un appuntamento libero domani mattina alle otto.
-perfetto! Può andare!
-mi dica il vostro nome completo e quello di vostra nipote.
-il mio è Isabella Payton Mercado mentre il suo é Emma Maria Villareal.
-date di nascita?
-15 settembre 1957 e 15 aprile 1987.
-luoghi di nascita?
-San Diego, California e Boston, Massachusetts.
-ok, grazie.
La donna riattacca.
"Zia, ma vuoi davvero aiutarmi? Perchè?" Chiedo, meravigliata che mia zia voglia aiutarmi in un momento del genere.
"Sai... quando avevo la tua età, ero nella tua stessa situazione. Il problema è che, all'epoca, l'aborto era ancora illegale quindi dovetti farlo di nascosto. Se mi avessero scoperta, mi avrebbero arrestato. Lo sto facendo non perchè ti voglio bene ma perché ogni donna ha diritto di abortire in modo sicuro e legale, quello che io non ho potuto fare" mi dice mia zia.
Le sue parole mi consolano solo in parte, ma quel poco basta per farmela vedere in modo diverso.

È stato il dottor Humprhey ad eseguire il mio aborto. Mia zia è rimasta accanto a me e mi ha tenuto la mano mentre Humprhey aspirava l'embrione.
Dopo la procedura mi sento meglio. Ho un problema in meno a cui pensare.
Una vecchia signora, vedendomi uscire, mi urla : "te ne pentirai, un giorno!".
Non le do ascolto. È facile giudicare gli altri quando non sei nei loro panni. Questa signora non sa il motivo per cui l'ho fatto e neanche le importa saperlo. Lei é una dei tanti Pro Life che infestano il Paese. Dovrebbero capire che l'aborto è una scelta personale. Non è nè omicidio nè empowerment. È una scelta.

Sono passati altri mesi e io continuo ad andare a scuola nonostante la presenza di Woods. Aspetto la fine dell'anno per lasciare la scuola. Se lo facessi oggi, si inspettirebbero. Invece, in tal modo, penserebbero che semplicemente non ero pronta per affrontare il terzo anno in quell'istituto.
A marzo, c'è una festa in cui parteciperanno tutti gli studenti, specialmente quelli del corso di scrittura creativa, ove Woods annuncerà il vincitore.
Ci vado solo per non far insospettire nessuno, ma non mi vesto in modo elegante.
La festa si tiene in palestra. Ci sono molti studenti e alcuni insegnanti, fra cui la Harrison, Ellis, la Holloway e Woods ovviamente. Vi è persino il preside Vincent.
Le tre arpie, Ava, Sophia ed Emily, mi vengono incontro, mostrando i propri abiti sbrilluccicosi e Ava mi dice : "stracciona, ti sei scordata dove ti trovi?".
Io le ignoro e vado verso gli altri del corso.
Poco dopo, Woods mi viene incontro con una donna bionda, la moglie presumo.
Vorrei scappare, ma non posso. Devo far finta di niente.
"Ciao, Emma!" Mi dice sorridendo "questa è mia moglie, Hannah".
"Piacere, Emma" mi dice la donna "Noah mi ha parlato molto di te".
"Ah sì?" Dico "e cosa ha detto?".
"Mi ha detto che sei una studentessa modello e che lo rendi molto orgoglioso" dice la donna sorridendo.
Sforzo un sorriso.
Vorrei picchiarlo di santa ragione. Vorrei gridare al mondo intero quello che mi ha fatto. Ma non ci riesco. L'unica cosa che posso fare è fingere che niente è accaduto.

Mezz'ora dopo, Woods va verso un microfono posto su un piccolo palco in mezzo all'aula e annuncia a gran voce : "buonasera, signori e signore! Benvenuti alla ottava edizione del concorso di scrittura creativa della Julian Marsh High School. Il vincitore avrà il piacere illustre di avere il proprio racconto pubblicato sul giornalino scolastico, dove tutti potranno leggerlo e commentarlo. In questa edizione, abbiamo dodici partecipanti: Cooper Shah, Serenity Webster, Riley Boyd, Mya Collier, Ayden Richmond, Lincoln Berger, Ivy Cohen, Sam Bowman, Jace Goodwin, Micah Dalton, Erin Shah e Emma Villareal".
Sentendo lui pronunciare il mio nome mi viene la nausea.
Poco dopo, Woods annuncia che il quinto posto va a Cooper Shah per Triste primavera, il quarto a Serenity Webster per Sogni adolescenziali, il terzo a Ivy Cohen per Quinn Macias, il secondo a Mya Collier per Mia madre.
Quando sta per annunciare il vincitore, stanca di fingere, scappo via piangendo.

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