Capitolo 13

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2019

"È da tanto che non ti vedo" mi dice Woods, dopo quasi vent'anni in cui non ci siamo ne visti nè sentiti.
"Stai lontano da me!" Gli intimo con ferocia.
"Perchè dovrei?" Mi chiede, come se non fosse mai accaduto niente fra noi due. Come se lui non mi avesse mai stuprato o molestato.
"Lo sai" gli dico e faccio un passo indietro.
Lui ne fa uno in avanti e aggiunge : "Emma, non essere stupida! L'ho fatto perchè ero arrabbiato! Non sono un mostro!".
"Non è comunque giustificabile! Mi hai stuprato, Noah! Ti sembra un piccolo errore?!" Urlo.
È la prima volta che lo chiamo per nome e questo provoca in me una strana sensazione. Dopo anni a considerarlo padre, ora per me è come un estraneo. Un estraneo che mi ha rovinato la vita.
"Emma, mi dispiace!" Dice quasi piangendo "non ero in me!".
Sta cercando di manipolarmi. Vuole che io lo veda come un pover'uomo e non come un carnefice. Vuole preservare la sua immagine di brava persona a tutti i costi.

In quel momento, arriva Blake e posso tirare un sospiro di sollievo.
"Signor Woods, si allontani!" Gli intima con tono severo.
"Ma non le stavo facendo niente!" Protesta Woods.
"Signore, si allontani per favore!" Gli dice Kyle "vi ricordo che siete dinanzi a un agente di polizia!".
Woods guarda male sia lui che me e va via, a passi lenti e leggermente zoppicanti, come se si stesse trascinando gli ultimi anni di vita che gli rimangono.
"Vi ha fatto del male?" Mi chiede Kyle una volta che Woods si è allontanato abbastanza.
"Sto bene" dico all'agente Blake e vado verso casa, cercando di fare finta che nulla sia successo.

Cerco di far finta di niente anche con Ethan una volta a casa. Lui sembra crederci davvero, fino a quando, una volta messa a letto Jasmine, mi chiede : "cosa mi nascondi?".
Dovrei essere sorpresa, ma non lo sono. Lui ha questa capacità di capire che sto male anche quando cerco di nasconderlo bene. Come quando, nel terzo trimestre della gravidanza, ero in ansia per il parto e lui era l'unico che riusciva a capirlo. Gli altri, la stessa Olivia, la mia migliore amica, credeva che me la passassi benissimo senza alcun problema.
"Di che parli?" Chiedo, facendo finta di niente.
"Dai, Emma... c'è qualcosa che ti turba. Me lo vuoi dire? Hai incontrato qualcuno? Ti prego, Emma. La comunicazione è importante in una relazione" mi dice Ethan.
Faccio un respiro profondo e gli racconto tutto.
"Dovresti stare attenta, Emma!" Mi dice preoccupato Ethan.
"Non sono più una ragazzina!" Gli rispondo "non può farmi niente!".
"Devi comunque stare attenta" mi dice "non voglio perderti prima del tempo!".
Gli sorrido e dico : "grazie, ma non c'è bisogno che non ti preoccupi! So badare a me stessa!".
"Oh lo so!" Mi dice, avvicinandosi a me e cingendomi la vita con le sue braccia "però quando ami una persona ti viene naturale preoccuparti per lei".
Ci sorridiamo a vicenda e lascio che lui mi abbraccia.
Per un attimo, tutti i miei problemi volano. Non esiste Noah Woods, non l'ho mai incontrato e non mi ha mai molestato. Peccato che tutto ciò duri solo cinque minuti.

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