22. ɪs ᴛʜᴀᴛ ᴊᴇᴀʟᴏᴜsʏ?

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Era giovedì, e Charlotte aveva appena finito allenamento.
La sera prima, la squadra maschile aveva avuto il turno infrasettimanale con l'Atalanta, partita terminata 1-1, e quindi la giovane sapeva che quel giorno i ragazzi avrebbero fatto scarico, solo non avrebbe saputo dire se il mattino o il pomeriggio, così scrisse a Weston.

 La sera prima, la squadra maschile aveva avuto il turno infrasettimanale con l'Atalanta, partita terminata 1-1, e quindi la giovane sapeva che quel giorno i ragazzi avrebbero fatto scarico, solo non avrebbe saputo dire se il mattino o il pomerigg...

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Il ragazzo gli rispose dopo un po' di tempo, quando lei stava ormai uscendo dallo spogliatoio e salendo sulla Jeep di Francesco per tornare a Torino.

Decise che quello era il momento migliore, visto tutto quel che aveva passato ultimamente, per uscire allo scoperto anche con lui.
«Sai France, in questo periodo mi sto vedendo con Weston. - disse - Siamo molto amici.»

Il ragazzo sorrise, mollando il volante per una frazione di secondo per alzare le braccia esultando.
«Lo sapevo, lo sapevo! Dal primo momento in cui me l'hai detto, sapevo che ti interessava!» esclamò all'apice della soddisfazione.

Charlotte arricciò il naso.
«Ti ho detto che siamo amici.»

Lui sorrise.
«Sì, e io sono etero. Dai Char, non fare così, è la tua grande occasione!»

«Lo sai che non mi interessa, quel che voglio fare ora è focalizzarmi sul calcio. Ho rischiato anche di perderlo, quindi sarebbe meglio pensare a quello e a nient'altro.»

Francesco fece spallucce, nascondendo un sorriso complice.
«Come vuoi tu. Sabato a che ora?»

«Giochiamo alle 11. Mi passi a prendere per le 9.00, ti va?» gli chiese la ragazza.

Lui annuì.
«Affare fatto. Dai, che ti riprendi tutto.» aggiunse poi, facendola sorridere. Lo sperava tanto anche lei.

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«Dai, non possiamo fare un'altra volta?» domandò la mora al telefono.
Mancavano pochi minuti alle 15.00, era in chiamata con Weston che le aveva detto di essere davanti a casa sua. Stava insistendo per entrare, e sebbene Charlotte cercasse di dissuaderlo, egli era irremovibile.

«Dai Charlie, guarda che altrimenti vi rapino pur di entrare in casa.» borbottò Weston.

«Sei insopportabile. Ti apro il cancellino ora.» cedette, e già immaginò il sorriso vittorioso sul volto del riccio.

«Però mi vuoi bene.» ribattè lui.

«Già, purtroppo. Entra.» rispose, chiudendo la chiamata.

Uscì dalla sua stanza e scese in cucina, dove i suoi genitori stavano chiacchierando.
La giovane si affacciò alla porta, e vedendola la madre indicò fuori dalla finestra.

«La macchina posteggiata qua fuori aspetta te?» chiese.

«Sì, è un mio amico, ha insistito per conoscervi. Vi spiace se lo faccio entrare?»

«Certo che no, fallo accomodare!» esclamò il padre, poco prima che William, affacciato alla finestra del salotto, strillasse: "Quello è Weston McKennie?!"

𝐍𝐄𝐕𝐄𝐑 𝐆𝐎 𝐀𝐖𝐀𝐘 || Weston McKennie Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora