23. ʙᴇsᴛ ᴘʟᴀʏᴇʀ

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Tra un allenamento e l'altro era giunto il giorno della partita. Apparentemente, quel Juventus - San Marino poteva sembrare un normale match, ma per Charlotte non lo era affatto: per lei era la partita della rinascita, l'occasione d'oro per riprendersi tutto, per riprendersi la sua Juve, per riprendersi la fiducia di Piccini.

Com'era immaginabile, partì dalla panchina. La cosa non la disturbò più di tanto, dopotutto era un po' una punizione per il suo comportamento e, dopo essere stata messa fuori rosa per quella settimana circa, anche la stessa allenatrice doveva andarci piano.

Fu sorprendente sapere che, tra la cinquantina di persone sedute sugli spalti del Centro Sportivo 'Ale&Ricky' di Vinovo, c'erano anche suo padre, sua madre e suo fratello: i genitori avevano infatti voluto accontentare il figlio, acconsentendo pure loro ad andare a vedere la figlia giocare almeno per quella volta, per renderla felice dopo quel periodo buio dovuto all'allontanamento dalla squadra e la finale persa con gli States.

Trovò spazio per entrare solo al quinto della ripresa, quando la gara era ancora inchiodata sullo 0-0.
Silvia Piccini l'aveva mandata a riscaldare ancora all'inizio del secondo tempo, e dopo quei cinque minuti la giovane si sedette in panchina per sfilarsi pantaloni della tuta e felpa, rimanendo con quella divisa bianconera da sogno.
Il suo numero 10, che tanto le era mancato, le spiccava sulla schiena, e sentì il mormorio eccitato degli spettatori quando si avvicinò a bordocampo e comunicò il suo numero al quarto uomo, pronto ad alzare la lavagnetta del cambio.

Il mister gesticolava, indicandole la sua posizione in campo, e sebbene stesse ascoltando già stava costruendo nella sua testa un'azione da gol.

«Dobbiamo chiuderla il prima possibile, quindi utilizziamo il modulo 2. - le spiegò attentamente - Tu mettiti sulla trequarti, dietro a Berti, e di' a Dalila e a Kristin di mettersi a tre lì, una alla tua destra l'altra alla sinistra. All'occorrenza, Kri arretra a centrocampo e tu e Dalila vi allargate sulla fascia. Chiaro?»

«Chiarissimo.» rispose bevendo un po' d'acqua dalla borraccia per poi lasciarla a terra.

La lavagnetta luminosa comunicò l'uscita di Alice Giai dal campo: lei e Charlie si scambiarono un cinque, la neoentrata le lasciò la casacca e corse dentro, per posizionarsi dove le aveva indicato Piccini.

Il gioco riprese, e Charlotte prese subito palla. Focalizzò nella mente l'azione che aveva pensato in precedenza, e vide Dalila smarcarsi. Le passò palla chiedendole l'uno-due: l'argentina lo capì e quando le restituì il pallone la numero 10 stava entrando in area di rigore.
Vide che non sarebbe riuscita a concludere in porta, ma adocchiò Alice Berti liberissima sulla destra.
Dribblò l'avversaria e di esterno la passò ad Alice, che la buttò in porta.

Non ci fu nemmeno il tempo di esultare dato che il San Marino si era già ridisposto. La partita riprese quindi dall'1-0 e le giovani bianconere trovarono il secondo gol dopo pochi minuti.
Su calcio d'angolo di Kristin, il pallone fu respinto di pugno dal portiere e Charlotte, che si trovava esattamente a livello della lunetta dell'area di rigore, calciò al volo e la piazzò poco sotto al sette.

Lì sì che esultarono. Le ragazze accerchiarono la marcatrice per farle sentire il loro calore e il loro supporto dopo la sofferenza che aveva provato a causa dell'allontanamento dalla rosa, e anche i pochi tifosi in tribuna fecero sentire i loro cori.

Dopo qualche cambio da ambo le parti e con il punteggio sopra di due reti, Piccini decise di cambiare modulo e quindi Charlotte si spostò sulla fascia destra.
Il cambio di disposizione a gioco in corso causò qualche problema nel reparto arretrato, che perse la marcatura di un'avversaria che concluse in porta.
A Charlotte non garbava molto il 2-1, e appena ricevette palla sulla fascia si accentrò e crossò, trovando la testa di Dalila che fece il terzo gol.

𝐍𝐄𝐕𝐄𝐑 𝐆𝐎 𝐀𝐖𝐀𝐘 || Weston McKennie Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora