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La vita, molte volte ,ci fa delle sorprese imprevedibili che all'inizio vediamo come un incubo, ma che alla fine amiamo.

Una di queste sorprese è mia figlia Eve.

Quando scoprì di essere incinta di lei, ero solo una ragazzina, a tratti bambina, di quasi sedici anni che della vita sapeva ben poco.
Ero spaventata e per un momento sperai di morire all'istante: cazzo! Ero incinta di un ragazzo che conoscevo solo di vista e che tra una settimana non lo avrei più rivisto e in più i miei genitori mi avrebbero ucciso.

Ma poi mia madre mi trovò in bagno accasciata per terra a piangere e quando capì la situazione mi abbracciò senza dire nulla, facendomi però già sentire meglio.

Quando poi finalmente mi calmai, mi prese le mani e mi disse testuali parole :" Piccola mia, sei ancora piccola, ma la decisione spetta a te. Se vorrai abortire, io e tuo papà saremo con te e faremo lo stesso se vorrai tenerlo".

Lo disse in un modo così profondo da farmi sciogliere.
Pochi genitori reagivano in quel modo a una notizia come quella, ed io mi sentivo molto fortunata ad averli.

Ma c'era lo stesso un problema: io lo volevo questo bambino?.

Una parte di me mi diceva di abortire e continuare la mia vita, ma l'altra mi diceva di non farlo, di prendere coraggio e provarci.

A distanza di quattro anni non mi pento di aver scelto la seconda opzione.

È stato difficile certamente, ma infondo avevo tutto quello che mi serviva: possibilità economiche, famiglia sostenitrice e soprattutto volevo diventare madre.
Volevo diventare madre e prendermi cura di un piccolo neonato che,una volta diventato grande, mi chiamasse mamma.

Cercai anche di dirlo a Dylan, il padre, ma quando andai a casa sua scoprì che era partito insieme alla famiglia a Portland, per chissà quanto tempo.

Ero triste, molto triste, volevo che mio figlio o figlia avesse un padre, ma alla fine riuscì ad accettarlo e fare da entrambi i genitori alla mia bellissima bambina Eve.

<<Mamma a che stai pensando?>> mi domanda proprio lei, guardandomi con quei occhietti marroni che mi ricordano il colore vivace del cacao.

Modestamente ho  una bambina proprio bella, tutto merito mio ovviamente, che di bellezza ne ho da vendere.

Non si può dire lo stesso del carattere, che di bello non ha niente, ma fin'ora non ho conosciuto nessuno a cui mi importasse di risultare simpatica o buona, perciò non è un vero problema.

<<A te e a quanto sei bellina amore>> la prendo in braccio e la riempio di baci.

Di sicuro dirle "stavo pensando a tuo padre che non sa niente di te" non era una risposta adatta.
Lei pensa che suo padre sia in un posto chiamato "paradiso", dove vanno gli adulti per un periodo di tempo e che quando tornano portano con sé molti regali.

Mi sento in colpa a mentirle, ma è ancora troppo piccola per capire.

<<Non ti credo, sei una bugiona>> mette il broncio.

È piccola, ma molto intelligente.
Sempre grazie a me.

<<Come osi darmi della bugiarda! Ora dovrò punirti>> fingo di rimproverarla e assumo un'espressione arrabbiata.

<<Noo! Scusa mamma>>.
Scende dalle mie braccia cercando di scappare, ma ormai è troppo tardi.

La prendo e, dopo averla appoggiata sul divano, inizio a solleticarle i piccoli fianchi.

<<Chi è la bugiarda eh?>> domando.

<<Nes-suno m-mamma nessuno>> balbetta tra le risate.

<<Mmh, meglio>> mi fermo e le permetto di sistemarsi i vestiti e i capelli marrone scuro.

Purtroppo, esteticamente, è tutta suo padre o almeno per quel che ricordo.
Ricordo che era bello e che aveva sempre uno sguardo da cattivo ragazzo stampato su quel viso da angioletto, che faceva impazzire tutte.

Me compresa.

<<Non è giusto! Anche io voglio farti il solletico>> si imbroncia, di nuovo.

<<Non ci riusciresti lo stesso>> la prendo in giro.

<<A volte non capisco chi sia più bambino, se tu o lei>> esclama una voce dietro di noi.

Riconoscendo la voce del mio migliore amico, un sorriso da stronza si stampa sul mio viso.

<<Ovviamente lei>> le faccio la linguaccia.

<<Bugionaa>> ripete e questa volta riesce a scappare saltando sulle braccia di Kyle.

<<Guarda come corre da suo zio, si vede che non la tratti bene>> si prende gioco di me.

Dire che io non tratto bene Eve è come dire che che la pizza è americana: una cazzata enorme.
Eve è la mia vita e non le storcerei nemmeno un capello, come ogni brava mamma d'altronde.

<<Vi cresceranno due nasoni enormi se non smettete di sparare ca- bugie>> mi correggo.

Non voglio che mia figlia impari già le parolacce, insomma non voglio vietarle di farlo per sempre essendo la prima che le dice, ma voglio che non le dica almeno fino ai dieci anni.

<<Meglio, io ho il naso piccolo>> si lamenta la mocciosetta.

<<Perché tu sei piccola>> ribatto.
Ok si a volte mi comporto davvero da bambina, ma sono fatta così.

<<Non è vero!. Io sono grande, vero zio?>> si rivolge a Kyle che annuisce complice.

<<Vabbè ormai io non sono più la mamma>> sbuffo fintamente offesa.

<<Non fare la vittimista Crudelia e vai a lavoro che è tardi>>mi rimprovera Mr.-kyle-so-tutto-io.

È così da quando andavamo alle medie insieme e ancora oggi mi chiedo come faccio ad essere amica di un sapientone fastidioso come lui, essendo tutto il contrario.

<<Tanto lo so che non vedete l'ora di levarmi di torno, ma tranquilli ora me ne vado>> mi allontano verso l' attaccapanni per prendere il mio cappotto.

<<Mi raccomando non fate troppo casino e quando tornano mamma e papà ditegli che oggi ceno fuori a lavoro, ci vediamo sta sera>> mi raccomando e mi riavvicino a loro per salutarli.

So che faranno tutto il contrario di quello che ho detto, ma almeno questa volta so come andrà a finire, per cui non mi arrabbierò.

Più o meno.
Dipende tutto dal tipo di casino che faranno.

<<Va bene, a dopo>> mi saluta Kyle lasciandomi due baci in guancia.

<<Ciao mamma, ricordati di non fare tardi e portami il gelato>> mi abbraccia Eve.

<<Va bene amore, ci vediamo!>> li saluto per un'ultima volta e esco di casa.

Lavoro da qualche anno in un'azienda di un amico di papà e mi trovo molto bene lì.
Non è un lavoro difficile,anzi, devo solo stare seduta tutto il giorno a rispondere alle chiamate dei clienti.
Più che altro è noioso, ma pagano benissimo per cui mi accontento.

Accendo il motore della macchina e prima di partire mi metto la cintura per evitaredi fare la stessa cazzata di qualche mese fa: avevo appena preso la patente e come una stupida mi dimenticai di mettere la cintura e indovinate un po' chi quel giorno fece un'incidente? Io. Fortunatamente non era niente di grave, ma mi sono spaventata tantissimo.

Quando finalmente sono pronta, accendo la radio e parto verso la mia meta canticchiando spensierata.

****

Angolo autrice:

È ufficialmente cominciata la storia e da oggi vi immergete nella storia di Olivia.
Allora che ne pensate?Vi piace come inizio?E Eve? Quanto è dolce!.
Ne vedrete di belle e brutte con lei già vi avverto!♡.

Ci vediamo al prossimo capitolo, bye<3

The proof of our loveWhere stories live. Discover now