50•

19.1K 471 35
                                    

<<Non riesco ancora a crederci che siete qui, forse sto sognando>> mormora Diana abbracciata a sua madre.

Quando è tornata e ha visto i suoi genitori è quasi svenuta,tanto che abbiamo dovuto farla sedere e darle dell'acqua con lo zucchero per farla riprendere.
Sophia invece ha sorriso e pianto, mentre Eve...beh Eve è rimasta sotto shock.

Ho dovuto tenerle la manina per tutto il tempo per calmarla dal tremore. Ma quando si è calmata dall'emozione e dalla sopresa, ha iniziato subito a legare con i suoi nonni che a loro volta l'hanno coccolata già da subito.

<<Amore mio, nemmeno io. Mi siete mancati così tanto>> risponde accarezzandole il viso.

Ammiro molto la sua forza e quella di tutti i genitori che stanno lontani dai loro figli, io non resisterei nemmeno un mese, ma so che prima o poi anche Eve crescerà e se ne andrà.
Mi vengono i brividi solo a pensarci.

<<Mamma vi ho sistemato la camera, papà sarai stanco vai a dormire>> afferma Dylan entrando in salotto.

Da quando sono qui non fa altro che preoccuparsi per il padre e mi uccide vederlo così. So che ha paura per lui ed è convinto che il motivo per cui sono qui è perché è successo qualcosa di grave che ha a che fare con il cancro.

Quando, prima, me l'ha confessato con un tono spezzato e terrorizzato mi sono sentita malissimo e il fatto che non sia riuscita a convincerlo del contrario mi ha fatto male ancor di più.

<<Smettila di preoccuparti, sto benissimo ora che sono qui con i miei figli e le mie nipotine>> sorride stringendo le manine delle bimbe.

<<E ovviamente con la mia nuora, se così si può dire>> aggiunge guardandomi con una luce di felicità negli occhi.
Sorrido imbarazzata e annuisco.

È davvero molto gentile e divertente, così come la moglie e il loro amore mi ricorda tanto quello dei miei: vero e eterno.
Non so da quanti anni siano sposati, ma sicuramente hanno vissuto più di trent'anni insieme.

<<Sei sicuro? Abbiamo tutta la settimana per passare del tempo insieme, puoi anche andare a dormire adesso>> insiste.

<<Sto benissimo e smetti di farmi da mammina, sono io il genitore>> sbuffa facendo ridacchiare la moglie.

<<Dai vieni qui>> lo invito a sedersi vicino a me.
Sbuffa anche lui, ma obbedisce e viene a sedersi al mio fianco.

<<Allora da quanto state insieme?>> inizia a domandare Elizabeth.

<<Da un mesetto>> rispondo visto che il mio ragazzo è troppo occupato a osservare il pavimento.
È davvero brutto vedere una persona a cui tieni chiudersi in se stessa, soprattutto quando niente la smuove.

<<E come mai nessuno mi ha detto niente? La prima volta che il mio ragazzone si fidanza seriamente e nessuno me lo dice. Beh, sono ferito nel profondo>> ribatte il padre.

<<Te l'avrei detto, ma Dylan è uno stronzo e mi ha detto che te lo avrebbe detto lui>> si intromette Diana dando la colpa al fratello.
È così buffo come la presenza dei genitori influisce il comportamento di due fratelli facendoli tornare bambini capricciosi.

<<Modera i termini>> la rimprovera la madre.

<<Ma ho venti anni!>> si difende.

<<Non mi importa, non dovresti dire le parolaccie, tantomeno davanti a due bambine>>.

<<Amore lasciala stare, sono più che sicuro che le mie nipotine faranno le brave e non diranno queste parole fino ai dieci anni>> risponde Frank.

Penso proprio che andrà d'accordo con mio padre.

<<Certo nonno>> annuiscono quest'ultime facendolo emozionare.
Eve ha da subito cominciato a chiamarlo così ed è stato bello quanto la prima volta in cui ha chiamato Dylan "papà".

<<Brave le mie nipotine preferite>> sorride pizzicandogli  le guanciotte.

Ed è in momenti come questi che desidero di tornare indietro e dire la verità a Dylan dall'inizio, così avremmo vissuto questi momenti già da tempo.

******

<<Ehi>> sussurro assonnata quando finalmente torna in camera.
Stavo quasi cominciando a pensare che non sarebbe più tornato.

<<Scusa se ti ho svegliato, sono andato in bagno>> si scusa rimettendosi a letto.
So che è una menzogna, ma taccio lo stesso.

<<Tranquillo, ero già sveglia. Non riesco a dormire, tu perché sei ancora sveglio?>> domando cominciando a toccargli il petto ammirando i tatuaggi.
Sono molto belli e creativi, li ho sempre adorati, a differenza dei piercing.

<<Secondo te?>>.

<<Smettila, se fosse davvero come dici tu ce l'avrebbero già detto. Non sono cose che si nascondono>> ribatto.

<<Non conosci mio padre,lui non me lo direbbe mai. Sa che ci starei malissimo e non vuole che mi preoccupi>> controbatte alzando gli occhi al cielo.

<<Sei solo pessimista>> commento ignara del fatto che potrei offenderlo.

<<Bene>> si gira dall'altra parte e tira la coperta sopra la testa.

<<Ehi scusa, non volevo offenderti>> mi scuso posandogli la mano sopra la  spalla.
Adesso però mi sento molto in colpa.

<<Lascia stare>> mormora senza girarsi.

<<No, non lascio stare. Mi dispiace di averti offeso, volevo solo dire che non dovresti pensare sempre al peggio. Ma hai ragione, io non so niente di tutta questa situazione e non dovrei dirti cose del genere>> mi scuso veramente dispiaciuta.

Lo sento sospirare e poco dopo si gira di nuova dalla mia parte.
<<Non importa, non è colpa tua. Oggi sono particolarmente turbato, mi offendo facilmente>> prova a sorridere senza successo.

<<Dovrei fare qualcosa per confortarti, ma non so che fare. Mi dispiace, sono una pessima fidanzata>> sbuffo.

<<Non è vero, non dire cazzate>> mi posa una mano sopra la guancia e questa volta riesce a sorridere veramente, <<Sei un'ottima fidanzata, non penso che sarei riuscito ad affrontarli senza di te. Conoscendomi mi sarei incazzato perché hanno rischiato grosso e li avrei delusi, come faccio da ormai molti anni>> aggiunge.

<<Non credo che sono delusi da te, anzi, ti guardano come se fossi un diamante prezioso. Specialmente tuo padre>> contasto.

<<Adesso, ma tempo fa li deludevo molto con la mia stronzaggine e ora me ne pento più che mai>> confessa.

È bello che riesca ad aprirsi con me, non l'ha mai fatto prima, non così apertamente e questo mi rende molto felice.

<<Sono più che sicura che ti hanno già perdonato>> lo rassicuro.

<<Io non ne sono tanto sicuro>>ribatte.

<<Allora pensa se al tuo posto ci fosse Eve e al posto di tuo padre ci fossi tu, non la perdoneresti?>> domando.

<<Certo che la perdonerei>>.

<<Visto? La stessa cosa vale per i tuoi genitori, loro ti amano e non potrebbero essere più fieri di quanto non lo siano già>> sorrido allacciando le dita della mia mano con quelle della sua.

<<E tu lo vedi? Lo vedi come sei un'ottima fidanzata?>> sorride a sua volta e si avvicina per baciarmi.

*****

Angolo autrice:

Alla fine ce l'ho fatta, in ritardo, ma ce l'ho fatta.

Questo capitolo mi ha fatto particolarmente emozionare, forse per il fatto che si parla di "nonni", persone che purtroppo ho perso non molto tempo fa, o forse per la preoccupazione di Dylan. Fatto sta che mi ha emozionata.

Spero che sia piaciuto anche a voi.

A domani<3.

The proof of our loveWhere stories live. Discover now