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Dopo aver passato sei ore a lavoro, tra chiacchere con colleghi e clienti impazienti, torno a casa stanchissima.
Adoro il mio lavoro, ma è molto stancante a volte.

<<Sono a casa!>> urlo per farmi sentire da tutti.
In salotto regna il silenzio e comincio a pensare che stiano ancora dormendo, ma poi vedo una figura minuta correre verso di me.

<<Bentornata mamma>>.

<<Ciao amore, che hai lì dietro?>> chiedo inginocchiandomi alla sua altezza.
Per la sua età è piuttosto alta, caratteristica di sicuro non presa da me.

<<Un disegno per te>> sorride passandomelo.

<<Oh ma è bellissimo, grazie lo vado ad attaccare sul frigorifero>> mi alzo e mi dirigo in cucina, mentre lei mi segue.

<<Dove stanno mamma e papà?>>.

<<La nonna è in camera che sta annaffiando le piante, mentre il nonno è andato a fare una passeggiata>> mi spiega sedendosi su una sedia.

<<Ok>>.
<<Hai mangiato?>> domando versando un po' di limonata sul mio bicchiere.

<<Si, ho mangiato tutto. Anche le verdure!>>.

<<Ma sei bravissima, adesso dovrò premiarti>> le strizzo la guancia.

È raro che mangi le verdure senza le mie bugie sul fatto che se non le mangerà non crescerà.
Ogni volta che succede è un giorno speciale.

<<Sii, andiamo al parco>> esulta.

A volte mi chiedo da dove porti tutta questa allegria, insomma per quanto ricordi suo padre non era per niente allegro e di me non ne parliamo proprio.
Deve essere stata la presenza di Kyle, lui è l'allegria in persona.

<<Va bene, ma adesso lascia che la mamma mangi e faccia un pisolino, poi alle cinque andiamo>>.

<<Va bene, intanto vado dalla nonna>> mi informa e poi corre da sua nonna.

*****

Come avevo promesso a Eve, dopo aver dormito per due ore, l'ho portata al "grande parco".
Si chiama così perché è letteralmente enorme e ci vengono tutti, grandi e piccoli.
Infatti ogni volta che porto qui Eve non la lascio da sola nemmeno per un secondo.

<<Mamma vieni a spingermi>> urla correndo verso l'altalena.

<<Attenta che cadi>> la sistemo meglio e inizio a spingerla piano.

<<Più forte mamma, ormai sono grande>> si lamenta.

Prima o poi mi farà ammattire ne sono certa.

La spingo leggermente più forte, finché qualche minuto dopo non si stanca e decide di andare allo scivolo.

<<Mamma voglio il frappe!>> dice all'improvviso indicando la gelateria.

<<Ma amore stai giocando adesso, lo compriamo dopo>>.

<<Noo dai, ti prego prendiamolo adesso>> mi supplica.

<<Quanto sei mocciosa>> sbuffo.
<<E va bene, lo prendiamo adesso>> aggiungo quando vedo che si rattrista.

Non mi faccio mai raggirare, ma lei è l'eccezione in tutto.

<<Io ti aspetto qua>> sorride.
Furbacchiona.

<<Mi raccomando rimani qua, se ti muovi ti ruberanno i cattivi>> le punto il dito contro.
Se la gelateria non fosse stata di fronte a noi non l'avrei lasciata qui da sola, ma in questo caso posso andare subito e poi tornare.

Poi Eve è molto matura per la sua età e se le dico qualcosa lei mi ascolta.
Beh, non sempre certo, infondo è una bambina, ma non fa molti capricci per avere solo quattro anni.

<<Va bene>> mi rassicura.

Le do un bacio e mi giro andando dalla direzione opposta del parco.
Ogni tanto mi giro per controllare Eve e puntualmente la trovo sempre lì.

Arrivo in gelateria e fortunatamente non c'è fila, quindi il gelataio mi serve subito.

<<Salve, vorrei un frappé alla fragola>> ordino.

<<Certo>> mi sorride l'uomo barbuto e mi prepara il frappé.

<<Ecco a te, sono cinque dollari>>.

<<Tenga, grazie e buon pomeriggio>> lo saluto.

Esco dalla gelateria e mi incammino di nuovo al parco.

Più mi avvicino, però, noto che nello scivolo c'è solo un bambino biondo. Nessuna traccia di una bambina mora.

Aumento il passo terrorizzata all'idea di averla persa e comincio a cercarla per tutto il parco.
Cazzo non dovevo lasciarla sola.

Guardo sull'altalena sperando che sia tornata lì, ma non la trovo.
Oh merda, dove cazzo è finita?.

Non sono per niente una persona calma e le mie mani tremanti sono la prova.

Forse devo chiamare la polizia, ma se la ritrovano l'assistenza sociale me la porteranno via. È meglio chiamare la mamma o Kyle, qualcuno che mi aiuti a cercarla.

E mentre inizio a pensare al peggio, il mio sguardo cade su un ragazzo alle spalle che parla con una bambina.
Guardo meglio la bambina e quasi caccio un urlo quando la riconosco.

<<Eve!>> corro da lei e mi inginocchio abbracciandola.
Cazzo che spavento.

<<Ma dove sei andata! Ti avevo detto di stare allo scivolo!>> la sgrido preoccupata.

Non oso immaginare cosa sarebbe potuto succedere.

<<Scusa mamma, non volevo farti preoccupare, ma sono caduta dallo scivolo facendomi male al ginocchio, e questo signore mi ha aiutato>> spiega.

Improvvisamente mi ricordo del ragazzo che fin'ora è stato zitto a guardare.
Alzo lo sguardo pronta a ringraziarlo, ma quando i miei occhi si scontrano con i suoi mi gelo sul posto.

Quei occhi tendenti al verde, quei capelli arruffati mori e lisci, quei tatuaggi sul collo e sulle braccia, quel viso attraente e più maturo, quello sguardo...

Dylan.

****

Angolo autrice:

Finalmente conoscerete il protagonista Dylan, non vedo l'ora di descrivervelo meglio.
Chissà se riconoscerà Olivia🤫.

Prossimo aggiornamento domani<3.

The proof of our loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora