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Come ho promesso alla mia piccola, dopo aver finito di lavorare passo al supermercato per comprarle il gelato.

Ho una figlia molto ma molto golosa e se non le porto il cibo che vuole quando me lo chiede si arrabbia molto e mi tieni il broncio per giorni.
Lo ammetto, la vizio parecchio ma la mocciosa è così brava a manipolarmi con quei occhietti innocenti, o quasi.

Parcheggio l'auto tra un'auto nera e un furgone, poi scendo e entro nel supermercato.
Mi dirigo direttamente al reparto frigorifero e prendo tre tipi di gelato: il magnum, il cornetto e i calippo.

I calippo sono per Eve, il cornetto per me e i magnum per in miei genitori.
Kyle invece mangia tutti tipi di gelato, perciò gli prendo come il mio: ormai è come se vivesse con noi, quindi quando prendo qualcosa la prendo anche per lui.

Noi siamo amici dai tempi delle medie, esattamente dalla seconda media, quando un giorno lo difesi dai bulli. Purtroppo veniva bullizzato perché era il solito secchione, ma se sapessero cosa si nasconde sotto "quel secchione" rimarrebbero a bocca aperta.

Oltre ad essere il mio migliore amico è anche il fratello che non ho mai avuto e l'uomo della mia vita: lui verrà sempre prima dei futuri uomini con cui mi metterò.

Quando finisco di prendere i gelati mi giro pronta per andarmene, ma per sbaglio finisco per scontrarmi con qualcuno.

<<Ma che cazzo>> mi lamento portandomi la mano sulla fronte.

<<Oddio scusa, è colpa mia non ti ho vista>> si scusa una voce femminile.

Alzo lo sguardo per vedere chi è e rimango incantata dalla bellezza di questa donna: viso da ventenne, capelli mossi e marroni, lineamenti delicati e occhi marroni con sfumature verdi.

Non so perché, ma mi ricorda qualcuno.

<<Fa niente>> sbuffo rialzandomi.
Non voglio essere sgarbata, ma non riesco a nascondere la mia natura.

<<Scusa davvero>> continua a scusarsi e se non fosse per quel bel faccino le avrei già tirato un pugno.

<<Fa niente, sto bene>> la rassicuro e senza nemmeno chiederle se anche lei sta bene, la saluto con un cenno distratto e me ne vado.

Oggi non è proprio giornata, prima il litigio con una mia collega stronza a lavoro, poi il caffè sui vestiti e infine questo.

Non vedo l'ora di riabbracciare Eve, lei si che riesce a calmare i miei nervi, e ingenuamente, migliorarmi le giornate.

*****

<<Sono tornataa!> urlo per farmi sentire da tutti.

<<Ciao tesoro sei finalmente a casa, Eve ci stava rompendo le scatole per il gelato>> mi informa mio padre venendomi in contro per salutarmi.

Mio padre è uno senza peli sulla lingua e quando si tratta di dire la verità è il primo, anche se si tratta di sua nipote.
Bah, mi sa che ho preso da lui.

<<Ciao anche a te papà>> ridacchio.

<<Mamma eccoti finalmente!>> urla quest'ultima correndo scalsa.
Ah no, adesso le sente.

<<Eve ti ho detto mille volte di non camminare scalza!>> la rimprovero attenta a non alzare troppo  la voce.

Ci sono due metodi pessimi per educare i figli : il primo è picchiarli, il secondo è urlargli in faccia.
Non ho mai usato questi modi con Eve e mai lo farò, la educazione è importante ma con le sgrida non si ottiene niente, specialmente con i bambini.

<<Mi stavo cambiando i calzini e quando ti ho sentita parlare sono corsa ad abbracciarti>> si difende facendo gli occhi dolci.

Che leccaculo, proprio come la mamma.

<<Va bene ti credo, ma la prossima volta mettili prima di venire o ti cresceranno le bollicine sui piedi>> le ricordo.

<<Va beeenne, ora ti posso abbracciare?>> mi chiede e senza risponderle, mi chino alla sua altezza e l'abbraccio forte.

Quando il suo profumo invade le mie narici mi sento già meglio.

<<Amore mi sei mancata sai?>> le bacio le guanciotte rosse per il caldo.

Siamo a fine Agosto per cui il caldo è ancora nell'aria.

<<Anche tu!>> sorride mostrandomi i suoi dentini di latte.

<<Adesso chiedo alla nonna se hai fatto la brava, così decido se darti il gelato o no>> mi rialzo.

In realtà gliel'ho darei anche se avesse fatto la capricciosa, ma sshh.

<<Mamma!>> chiamo mia madre entrando in cucina e poggiando i sacchetti contenenti il gelato.

<<Ciao amore, ti serve qualcosa?>>.

<<Ciao mamma, oggi Eve ha fatto la brava?>> le chiedo guardando con la coda dell'occhio mia figlia e così facendo la becco a farle l'occhiolino.

Però, furba la ragazza.

<<Si dai è stata brava>>.

<<Bene, allora ti sei meritata il gelato piccola>> le batto il cinque e dopo avergliene dato uno, se ne va in salotto.

Sono più che sicura che non abbia per niente fatto la brava, ma per l'ennesima volta chiudo un un'occhio.
D'altronde come si può dire "no" a quel visino dolce?.

<<Kyle è già andato?>> domando a mia madre, mentre mi appoggio alla credenza.

<<Si, l'ha chiamato Johanna, era tornata a casa ma non aveva le chiavi>>mi spiega ridacchiando.

Johanna è la madre di Kyle, e conoscendola non mi stupisce che Kyle sia suo figlio : stesso umorismo di merda, stesso sorriso sempre allegro, stessa golosità e soprattutto stessa stupidaggine.

Al contrario loro invece c'è Susan, la sorella di Kyle e secondogenita di Johanna, che a dodici anni è più intelligente e matura di loro.

<<Porello, è la quarta volta in una settimana che lo costringe a tornare a casa presto>> rido anche io.

<<Già. Comunque domani li invito a pranzo, tu ci sei vero?>>.

<<Certo>>.

<<Bene, ora vado a vedere che fa tuo padre>> sorride furba e esce dalla cucina andando a cercarlo.

Quando mio padre scompare allora vuol dire che sta progettando qualcosa e mia madre, poco impaziente quale è, lo spia sempre.

Sono due pazzi, ma si amano moltissimo e se per qualche assurdo motivo dovesse capitarmi di innamorarmi di qualcuno, spero che quell'amore sia come il loro: vero e eterno.

The proof of our loveWhere stories live. Discover now