Epilogo•

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Cinque anni dopo

Olivia's pov

<<Dylan vieni subito qui!>>urlo in preda all'ira.

Non ci posso credere che non mi ha dato retta dopo tutte le mie minacce.

<<Posso spiegare>>entra in camera stando attento a non avvicinarsi troppo.
Meglio per lui.

<<Ti ho palesemente detto :"Niente giocattoli nuovi" e tu che fai? Mi porti una cazzo di busta piena di giocattoli. Ma sei stupido o cosa?Finirai per metterci al verde se continui così>> gli urlo contro.

Non farò mai più viaggi di lavoro lasciandolo solo a fare spesa.

<<Ma a Frank piacciono le paperelle e Asher adora i bambolotti. Quando li ho visti ho subito pensato ai miei piccoletti>>si difende.

<<Ti giuro che la prossima volta che porti altre paperelle o giochini di cui siamo già pieni ti faccio dormire nel divano>>lo minaccio esasperata.

Se pensavo che avrebbe fatto così non gli avrei mai detto che i bambini adoro quei giocattoli.
Ogni volta che gli dico che qualcosa gli piace ne porta una quantità esagerata.

Hanno solo sei mesi e sono già viziati. Nemmeno Eve era così tanto viziata!

<<Va bene, prometto che non porterò più tanti giocattoli>>alza le mani in segno di resa e ammiccando si avvicina.

<<Ora me lo dai un bacino?Mi sei mancata>> mi afferra i fianchi e avvicina il suo viso al mio.

<<Tu no>>sorrido mordendogli il labbro inferiore. Amo provocarlo.

<<Mmh bugiarda, ti sono mancato eccome>> fa scivolare le sue mani sul mio sedere e mi mordicchia il naso.

Con il tempo Dylan è diventato un uomo più sciolto e meno stronzo, ma non del tutto.

Ammetto che la morte di Frank lo ha devastato, ha devastato tutti in realtà ma sono riusciti ad andare avanti, tutti tranne lui.
Era sempre triste e silenzioso, tanto che volevo mandarlo da uno psicologo.

Ovviamente lui ha rifiutato, ma con il tempo è riuscito a superarla anche senza.
Tutto merito alla sua famiglia, o meglio nostra.

Due anni fa ci siamo sposati e abbiamo comprato una villetta vicino al bosco dove c'era il nostro posto.

È stata un'idea mia, che l'ha aiutato a superare la morte di suo padre.

E poi, sei mesi fa, sono nati i nostri piccoli gemellini, Frank e Asher, che hanno stravolto la nostra vita in meglio.

Con loro Dylan è così protettivo che io stessa ho paura di toccarli.

Incredibile come le cose, durante gli anni, cambino così tanto.

<<Mamma!Sei a casa>>urla Eve interrompendoci.
Dovremmo ricordarci che abbiamo una bambina in grado di camminare e entrare in camera in qualsiasi momento.

<<Già, ti sono mancata vero?>> sorrido abbracciandola.

Adesso ha dieci anni ed è diventata una splendida ragazzina.
Così tanto splendida che i ragazzini non le tolgono gli occhi di dosso, provocando una reazione negativa da parte di Dylan.

Una volta ho duvuto trattenerlo dal prendere a pugni un ragazzino che ha regalato a Eve un fiore.

Un fiore cazzo!

<<Certo, mi sei mancata tantissimo. Devo raccontarti molte cose>>afferma staccandosi dall'abbraccio.

<<Va bene, ma prima devo fare una doccia e riposarmi. Sta sera parliamo di tutto quello che vuoi ok?>>le do un bacio in fronte e lei annuisce.

<<Non vorrei disturbarvi, ma ci sono anche io>> ci interrompe mio marito.

Che strana parola, non avrei mai detto che mi sarei sposata un girono e invece...

<<Papà ti ho visto sta mattina prima di andare a scuola>>ridacchia alzando gli occhi al cielo.

<<E quindi?Devi salutarmi anche adesso visto che sei appena tornata>>incrocia le braccia guardandola male.

<<Va bene va bene>>apre le braccia e gli salta addosso stringendolo in un forte abbraccio.

Ricordo che quando Eve scoprì che ero incinta di due gemellini si ingelosì pensando che avremmo preferito loro che lei.

Ma non è affatto così, sono tutti e tre i nostri angioletti e li amiamo allo stesso modo.

<<I gemelli stanno dormendo?>>domando d'improvviso non vedendoli sul letto.

Di solito il pisolino pomeridiano lo fanno nella nostra camera.
Ordine di Dylan ovviamente.

<<No, sta mattina li ho portati dai nonni. Mi hanno chiamato dal lavoro dicendomi di venire subito e non potevo lasciarli da soli>>spiega mettendo giù Eve.

Ora Dylan lavora come autista di ambulanze.
Già, chi l'avrebbe mai detto che da barista sarebbe passato a questo.

Ma come ho detto prima, la morte di suo padre lo ha toccato molto e qualche anno fa ha deciso che voleva salvare vite.
A qualunque costo.

Così, non avendo una laurea per fare il dottore o l'infermiere, ha deciso di lavorare in un ambulanza.

È stata una decisione sorprendente, ma siamo tutti fieri di lui.

<<Oh ok. Adesso vado a farmi questa maledetta doccia, tu mi potresti disfare la valigia?>>domanda supplicante.

Il lavoro è davvero stancante, specialmente se hai partorito da pochi mesi.

Lavoro ancora in quell'azienda, ma ora ho un posto più importante e devo fare spesso dei viaggi di lavoro.

Durano poco, eppure allontanarmi dai miei figli per alcuni giorni mi uccide ogni volta.

<<Va bene>>annuisce rubandomi un bacio.

<<Io vado a giocare fuori>> ci informa Eve uscendo di corsa dalla camera.

Sorrido scontando lo sguardo di mio marito e insieme scuotiamo la testa divertiti.

Sappiamo entrambi che non andrà fuori, ma starà per tutta la giornata a suonare il suo nuovo pianoforte.

Ormai ne è dipendente.

Ma infondo certe cose non cambiano mai...

********

Emh da dove comincio?

Inanzitutto mi sento in dovere di dire grazie per essere arrivati fin qui, per avermi sostenuta lasciandomi stelline, commenti o anche solo leggendo.

Sono un tipo che cambia facilmente idea e ammetto che svariate volte, rileggendo la storia, ho pensato che fosse orribile e mi è passato per la mente di cancellarla.
Ma voi siete sempre riusciti a farmi ricredere, perciò ci tengo a informarvi che siete voi ad avere potere su di me e non il contrario.

Davvero, grazie mille.
Senza di voi non avrei mai concluso tutto questo.

Sappiate che le sorprese non finiscono qui, ho ancora qualcosa da regalarvi di questa storia perciò rimanete aggiornati su Instagram.

Se vi va, passate a leggere le altre storie a cui tengo molto e ditemi che ne pensate.
Sarò felicissima di vedervi anche lì.

A presto<3.

The proof of our loveWhere stories live. Discover now