Capitolo 5.

1.4K 118 241
                                    

"Sono felice di averti conosciuto, in un certo modo mi stai migliorando la vita, mi stai facendo credere che qualcuno mi può volere ancora bene, e che magari, non sono cosi male come credo."
-Fonte: Tumblr

Appena vedo Matteo entrare nella mia aula, trattengo il fiato senza nemmeno farlo apposta. Lui mi sorride e poi alza la mano in aria, invitandomi a raggiungerlo nell'uscio della porta.

Mi giro un secondo verso Alice, che mi lancia un'occhiata incoraggiante, poi riposo il mio sguardo su Matteo e cammino verso di lui, attenta a non incrociare lo sguardo di nessun altro presente in aula. Non voglio che nessuno mi metta più ansia di quella che già ho.

"Ciao, piacere Matteo" mi porge la mano appena gli sono accanto, in modo educato e con il suo sorriso dolce stampato sulle labbra, e mi meraviglio di tanta cordialità da parte di una persona della sua età. I miei compagni sono tutto il contrario, a volte mi sembra di stare in classe con dei bambini delle elementari.

Sorrido, non riuscendo a trattenermi, e gli stringo la mano. Immediatamente sento una scarica elettrica colpirmi su tutta la schiena e mi chiedo come sia possibile. Un piccolo contatto e ho già la pelle d'oca.

"Ehi, piacere mio, Madeleine" cerco di concentrarmi il più possibile per non mostrare quanto sia agitata e quanto la voce mi stia tremando

"Andiamo? Mi piacerebbe fare un giro fuori, se non hai freddo" cerca di usare un tono dolce, quasi come se stesse cercando di mettermi il più possibile a mio agio

"Tranquillo, possiamo andare" gli faccio un cenno della mano, per invitarlo a iniziare a camminare, e poi mi posiziono accanto a lui. Ci dirigiamo verso le scale e immediatamente lui inizia a parlare, rompendo immediatamente il silenzio che potrebbe diventare presto un po' imbarazzante.

"Quindi fai la ragioneria, amante della matematica?" senza riuscire a trattenermi, scoppio a ridere davanti alla sua domanda

"Mmh, direi che la professoressa Sciabola avrebbe da dissentire su queste parole... Diciamo che non c'entro nulla io con i numeri" faccio spallucce e finalmente raggiungiamo il piano terra, per poi uscire nella parte posteriore del cortile.

Il leggero vento freddo mi colpisce il viso, ma al momento sono talmente agitata e in ansia che non sento neanche il freddo di fine ottobre.

"Perciò ti piacciono più le materie umanistiche?" mi guarda con interesse mentre passeggiamo intorno alla scuola e i suoi occhi scuri puntati nei miei riescono a calmarmi e agitarmi allo stesso modo. Ma come fa?

"Sì, italiano essenzialmente. Amo gli autori, amo i poeti e amo leggere, infatti un giorno vorrei avere una libreria tutta mia." glielo confesso con naturalezza, sentendo di potergli parlare senza nessun problema. In fin dei conti non è mica un segreto, più un mio sogno che conoscono le persone che mi sono più vicine

"Oh, bello. Hai le idee già chiare, mi piace" sorride ancora e io arrossisco di botto, sia per le sue parole sia per il suo modo di porsi. Per non darglielo a vedere, però, mi nascondo dietro i capelli e decido di spostare l'attenzione su di lui

"E tu invece? Hai già dei progetti?"

Lo osservo attentamente mentre infila le mani nelle tasche del giubbottino nero che ha addosso, poi guarda il cielo per qualche secondo prima di riposare lo sguardo su di me "gioco a calcio nelle giovanili del Monza e per ora va bene, non so se sarà qualcosa che proseguirà, però è una cosa che amo. In più studiare mi piace, quindi ho in progetto anche l'università"

"Beh, vedo che anche tu hai le idee molto chiare, probabilmente più di me. Che università ti piacerebbe fare?"

"Credo economia" lo dice di getto, come se ci avesse già pensato su per molto tempo

Quando nasce un amore|| Matteo PessinaWhere stories live. Discover now