Capitolo 29.

1.2K 96 129
                                    

Nota: a fine capitolo leggete la nota autrice, grazie e buona lettura 🤍

"Ci restammo dentro come il mare resta nelle conchiglie, per sempre."
-Pablo Neruda

2021, post Europei

Matteo

Leggo il messaggio che mi è appena arrivato da parte di Noemi, dove mi avvisa che è già con i nostri amici nel locale in cui abbiamo appuntamento, poi infilo nuovamente il telefono in tasca e alzo lo sguardo andando a sbattere la spalla contro qualcuno.

Sbarro immediatamente gli occhi vedendo la persona davanti a me, visto che era l'ultima che mi aspettavo di vedere qua e così.

"Oddio, Matteo, sei tu?" la sua voce mi procura un brivido strano ed annuisco dolcemente, mentre mi perdo un po' a pensare quanto sia cresciuta, ma ai miei occhi risulti la stessa di allora.

"Madeleine, non posso crederci. Cosa ci fai qua?" vedo la meraviglia nel suo volto mentre mi osserva "Non sapevo fossi tornata in Italia"

Per qualche secondo rimane in silenzio, i suoi occhi castani mi scrutano attentamente come se stesse esaminando le differenze tra il me di ora e quello che stava con lei sette anni fa.

Mentre io ripercorro mentalmente la nostra relazione durata quasi un anno. Ci siamo conosciuti a scuola, io facevo il terzo anno e lei il secondo. Ricordo che mi colpì immediatamente il suo modo di fare dolce e quasi spaventato nel momento in cui le resi una giacca che le era caduta a terra in cortile. Ricordo come i suoi occhi brillavano imbarazzati mentre mi guardava. Era così bella e persi la testa per lei immediatamente. Poi, quando abbiamo iniziato a frequentarci, la cosa è diventata sempre più seria e il sentimento che provavo per lei, in fretta, si è trasformato in amore.

Sì, eravamo dei ragazzini, ma so che ci siamo amati tanto e realmente. Ora mi chiedo come sarebbe finita tra noi se fossimo rimasti entrambi a Monza per tutta la durata della scuola, se lei non fosse partita... Magari staremmo ancora insieme? O magari sarebbe finita comunque prima o poi? L'unica cosa che so è che l'ho amata in un modo particolare e sincero e, ancora oggi, ricordo l'intensità di quel sentimento e dei momenti passati con lei.

"Sono tornata qualche mese fa. I miei si sono separati e io ho deciso di tornare in Italia con mia madre." la vedo scrollare le spalle mentre racconta questa storia quasi come se non le appartenesse, ma in realtà immagino quanto tutto sia stato doloroso per lei.

I suoi genitori, era palese, non andassero più d'accordo come una volta già durante il periodo in cui io e lei stavamo insieme. Sua madre ha accettato di partire per cercare di tenere unita la famiglia, ne sono certo, ma evidentemente non è andata bene. Suo padre è sempre stato un tipo difficile, un tipo a cui piaceva prendere le decisioni da solo senza confrontarsi con chi gli stava attorno... E probabilmente non è cambiato.

Ricordo quanto poco sembrava gli importasse mentre Madeleine piangeva disperata all'aeroporto, mentre mi salutava. Sembrava non provasse nemmeno un briciolo di dispiacere, ma solo di euforia per il suo ritorno a casa, ossia in Francia.

"Mi dispiace per i tuoi, Madi" ed è vero, non avrei mai voluto che soffrisse anche per la separazione dei suoi, so che ne ha passate tante quando è partita in Francia, sia per la distanza con me e con i suoi amici sia perché non si trovava bene a Nizza, non riusciva ad ambientarsi e quella consapevolezza mi ammazzava. Odiavo vederla stare male e non poter fare nulla.

Lei sussulta appena e poi sorride, come a mascherare il suo stupore. Immagino che questa sua reazione dovuta al fatto che l'ho chiamata con il nomignolo che le riservavo quando stavamo insieme. Mi è venuto naturale farlo.

Quando nasce un amore|| Matteo PessinaWhere stories live. Discover now