Capitolo 25.

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"È una sensazione orribile sapere che le cose stanno andando male e tu non puoi fare niente per cambiarle."
- You (2018)

Do un'ultima occhiata alla mia stanza e poi esco, mentre sospiro, raggiungendo i miei genitori in soggiorno, visto che mio padre mi sta invitando a muovermi, dicendomi che è già tardi. Ci devo mettere davvero tutta me stessa per non urlare e piangere in modo nervoso e disperato, devo metterci tutta me stessa per rimanere calma e non mostrare a Matteo come stia in realtà in questo momento.

Proprio lui, appena raggiungo il salotto, mi accoglie tra le sue braccia e mi stringe forte a sé, come se non volesse lasciarmi più andare, poi mi lascia un bacio sui capelli. Io alzo lo sguardo sul suo e gli sorrido appena, accarezzandogli il viso.

"Teo, sei sicuro di voler venire all'areoporto con noi? E poi come torni qua?"

Lui annuisce come se non fosse mai stato più sicuro di nulla in vita sua "prenderò il pullman per tornare, non preoccuparti di nulla per favore, io sono qua perché lo voglio. Voglio restare vicino a te fino all'ultimo."

Non ho nemmeno la forza di ribattere perciò gli stampo un bacio sulla guancia e poi, mano nella mano, seguiamo i miei genitori fino all'auto. Io sistemo la mia ultima borsa nel cofano, dopodiché io e Matteo ci accomodiamo sui sedili di dietro.

Poso immediatamente la testa sulla sua spalla, mentre con il suo braccio mi circonda la vita e mi tiene stretta a sé. Mi tiene stretta a sé talmente forte che riesco a sentire il suo profumo e riesco a sentire chiaramente il rumore del suo respiro, non riesco a non pensare che vorrei mi tenesse stretta così per tutta la vita, senza lasciarmi mai... Vorrei non pensare che dopo questo viaggio io andrò via, vorrei non pensare che è l'ultima volta per un bel po' che staremo così stretti, l'uno accanto all'altro.

*****

Quando io e Matteo entriamo nell'aeroporto, mi viene ancora più ansia di quella che già ho, vedendo che è davvero gremito di gente. Sembrano tutti così caotici e frettolosi e mi fanno solo agitare maggiormente. Dopo aver restituito la macchina a noleggio, anche mio padre e mia madre ci raggiungono, e ovviamente vengo sgridata da mio padre per lo stato di confusione in cui mi trovo, dicendomi che mi devo dare una mossa e non rimanere imbambolata... Come fa a non capire il modo in cui mi sento? Persa e impaurita. A volte sembra che non mi conosca per niente.

Matteo mi stringe la mano per farmi capire che mi è vicino e mi giro completamente verso di lui, accarezzandogli il dorso della mano con le mie dita e portandola poi alle mie labbra, per baciargliela delicatamente.

"Mi chiami appena arrivi?" mi chiede piano, cercando di farmi distrarre "Aspetterò la tua telefonata e poi voglio vedere la stanza, ok?" io non ho nemmeno voluto vedere la casa, nonostante mio padre abbia mostrato le foto a mia madre, foto che ha scattato personalmente quando in queste settimane si è preoccupato di aiutare la ditta di traslochi e quando ha portato la nostra macchina a Nizza. A me non è interessato nulla di vedere quelle maledette foto, odio già quella casa. La odio perché mi tiene lontana da Matteo, dai miei amici, dalla mia vita a Monza.

"Ti chiamerò, certo." faccio cadere lo sguardo sul braccialetto che mi ha regalato per Natale. Ora il commento che ha fatto quel giorno sulla M di Matteo e sul portarlo ovunque io voglia, ha ancora più senso, visto che lo porterò con me in Francia, questo braccialetto sarà come avere con me un pezzo di lui. "Ti chiamerò e ti penserò costantemente, Teo."

Si sforza di sorridere e a me viene da piangere riconoscendo la falsità del suo sorriso. Quando sorride sinceramente i suoi occhi brillano, mentre ora è completamente spento. Mi fa male vederlo così.

Quando nasce un amore|| Matteo PessinaWhere stories live. Discover now