Devi darmi del tu, Grace.

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Finalmente saliamo in macchina.
La tensione sembra essere diminuita, ma io non mi sento a mio agio a stare nella macchina di uno sconosciuto.
Anche se è forse la persona più gentile che abbia incontrato da quando ho messo piede in questa scuola.
Vedo che fa partire la macchina e partiamo.
Istintivamente cerco la cintura dando un'occhiata furtiva dietro di me, ma non la trovo, l'imbarazzo mi paralizza.

-Allora- Mi sveglia dai miei pensieri.

Io bozzo un mezzo sorriso anche se non mi vede.

-Dove andiamo?- chiede lui continuando a guardare davanti.

È tranquillo.

Io invece sembro un fascio di nervi.

Non sapendo di preciso cosa fare mi guardo le mani.

-A tre isolati c'è casa mia- riesco a dire.

Lui come risposta sorride e io torno a guardare le mie ginocchia.

Che tremono, non fanno altro che lasciare dei colpi secchi.

Zachary questo sembra notarlo perché posiziona la mano sul mio ginocchio.

Il mio sguardo resta lì.

È un tocco leggero, non sembro neanche sentirlo.

-Sta tranquilla- mi rasserena.

Io tiro un sospiro, forse reagisco così perché sono ancora scossa da quello che mi è successo..è comprensibile.

Poi la presa si fa più pesante.

Sembra che stia per strapparmi via la pelle.

Resta sorridente mentre guarda la strada.

Mi scappa un gemito di dolore.

-Po..potresti lasciarmi?-chiedo impaurita.

Lui mi lancia un'occhiata e acconsente subito.

Se prima stavo male ora non riesco neanche a regolare il battito.

Ma che mi succede!

Forse ho immaginato tutto, voleva essere..affettuoso..
Un grande Forse.

Mi abbasso la gonna più che posso, lo faccio quando mi sento così a disagio ed esposta.

Lui sembra vedermi con la coda dell'occhio.

Mi volto.

Lui di tutta risposta sorride.

-Beh?Allora?-Mi scappa.

Vorrei chiudermi la bocca con una mano.
Ma che mi salta in testa??

Lui si schiarisce la voce e prevedo già una sgridata dal mio professore.

-Grace.- dice semplicemente.

Pensavo qualcosa di peggio, invece l'unica cosa che fa è tuonare il mio nome.

I suoi occhi tornano scuri e io mi sento ancora più piccola.

-Sì?- sembra quasi un sussurro in confronto.

-Siamo arrivati?-
Chiede facendomi istintivamente sollevare il viso.

-Ahm..si..mi lasci qua-

In realtà casa mia sta un po' più avanti, ma non so se mi piaccia l'idea che lui sappia dove abito.

Ma perché faccio questi pensieri?Mi ha salvato, dovrei essere riconoscente al mio professore.

Lui ferma la macchina bruscamente e sento che qualcosa non va.

Io quasi arrivo davanti al vetro.

Lui però mi lascia un sorriso.

Questa cosa inizia a darmi sui nervi.

Ruota di poco la testa mentre ha ancora lo sguardo fisso sui miei occhi.

Mi sento morire.

Cerco di non guardare giù.

-Devi darmi del tu, Grace.- dice con un tono dolce ma con una nota di falso.
Quasi a volermi provocare.

Io sorrido velocemente, lo ringrazio e scendo dalla vettura con la stessa velocità in cui il mio cuore batte.

Non appena chiudo la portiera e mi volto, lui parte.

Mi giro guardandolo allontanarsi dal quartiere.

Diario senza titolo.[in revisione]Where stories live. Discover now