..But your soul was black.

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Se qualcosa non ti va bene devi farti sentire.
Non puoi restare nell'ombra, non puoi restare in silenzio quando ti toglieranno via tutto e cercheranno di fare i prepotenti con te, l'unica persona che può decidere il tuo futuro devi essere tu.

Fino a quel momento avevo lasciato che Oliv scegliesse cosa dovessi fare e come comportarmi per non finire nei guai.
Ma nei guai c'ero finita lo stesso e non potevo più fidarmi di lui.
Non avrei potuto più immaginare una vita felice con lui, dove nessuno mi rincorreva e mi pugnalava..erano sogni che non sarei mai riuscita a raggiungere, come se fossero sopra la mia testa ma non arrivassi a toccare.
Per quanto mi sforzassi e provassi a rendermi utile con lui in quella casa, Oliver non era riuscito a proteggermi e io ero solo spaventata, ingenua ma non innocua.
Io lo sapevo cos'ero diventata con i suoi esperimenti, riuscivo a non provare più il dolore, gli spilli scivolavano via dalla mia pelle e il sangue, quello sul mio corpo, sembrava non essere mio, eppure lo era.
Era come se quelle sensazioni mi avessero illuminata, non sentivo il dolore addosso, solo tanta paura invadermi.
Oliver era disteso a terra con lo sguardo perso, almeno si era ripreso dalla botta.
I capelli castani erano mossi ma restavano affascinanti, gli occhi color nocciola invece erano persi, avevano perso la propria luce e le sue mani stavano tremando.
"Sei forse spaventato?" Azzardai a chiedere sperando in una qualsiasi reazione da parte sua.

Spostò lo sguardo.

Stava fissando le sue mani.

Quando se ne accorse aprì un po' la bocca per la sorpresa.

Non fece tremare più le mani e cercò di controllarsi, tornò a guardare il soffitto.

Mi abbassai alla sua altezza e lui deglutì.

Misi la mano dentro la tasca dei suoi pantaloni.

"Non ti dispiace se do un occhiata ai tuoi contatti, uh?" Chiesi sfilando il telefono.

Lo guardai negli occhi e sorrisi, ma lui non lo vide.

Mi sedetti a terra accanto al letto.

Lo sbloccai, conoscevo a memoria il suo codice, ma lui non lo sapeva.

Cliccai la casella dei contatti e in un batter d'occhio trovai più di 300 numeri.

Tra questi lessi di sfuggita Lacey.

Mille domande mi frullarono in testa ma dovevo controllarmi.

Lasciai perdere, io cercavo Aaron, il serial killer che mi aveva dato la caccia fino ad allora.

Era ovvio che Thredson stesse dalla sua parte ma ero così innamorata da non accorgermene, tutto mi faceva pensare che dietro ci fosse lui,  non era lui ad averli uccisi, forse.

Pensieri nella mia testa, troppe cose che volevo  gestire ma che non potevo senza risposte.

Era ora di fare qualche telefonata.

Come se potesse leggermi nella testa Thredson si oppose.

"Fermati

"Guardami" dissi col suo stesso tono di voce.

Si girò lentamente dalla mia parte e
guardò le mie mani portare il telefono all'orecchio destro.

Suonò la prima volta e nessuno rispose.
Così anche la seconda.
La terza.
Alla quarta volta qualcuno finalmente accettò.
"Oliver"disse il ragazzo, preoccupato.

Mi schiarii la voce, sapevo cosa fare.

Diario senza titolo.[in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora