La fuga.

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Dopo mezz'ora mi fecero scendere.
C'era fumo dappertutto e non riuscivo a vedere bene dove mi stessero portando.
Mi strinsero i polsi e potevo sentire benissimo la sensazione di vuoto che provavo per la perdita dei miei amici.
Aprirono una porta e mi fecero accomodare in una stanza.
Prima di girarsi e andarsene mi portarono una bottiglietta d'acqua e mi tolsero le manette.
Ero intontita, non riuscivo a pensare a qualcosa su quella notte.
Dopo un quarto d'ora entrò un uomo sulla quarantina, alto e magro e capelli scuri.
Per la prima volta gli occhi di lui incontrarono i miei.Erano verdi.Poi sbatté le palpebre e li richiuse.
Si sedette davanti e cercando di farmi sentire a mio agio disse-Chissà che starà pensando ora sua madre.
Poi prese la bottiglietta vuota e la mise in una busta-Se vuoi parlare, io sto ad ascoltarti.
Non ero pronta a parlare, ma feci uno sforzo.-Faccia le domande.
-Vive da sola?
-No.
-Non è sposata?
-Vado ancora al liceo.
-Dev'essere stata bocciata parecchie volte.
-No, nemmeno una, in realtà.
-Posso darti del tu?
Annuii.
-Quanti anni hai?
-Quindici, e lei?
-Mh, devo fare io le domande, no?
-Giusto.
-Lei ha detto che non vive da sola, sua madre dov'era?
-Non ne ho idea, io e mia madre non ci parliamo mai.
-Suo padre, invece?
-Morto.
-Come mai?
-Lei è indiscreto.
-È il mio lavoro, Grace.
Annuii, stanca di ribattere.
-incidente d'auto.
-Ora, passando a cose più serie:che ci faceva il suo amico a quell'ora?
-Era sbucato così, bussava alla finestra e gli ho aperto.
-Ma perché era lì?
-Era dispiaciuto per la morte di Lacey.
-Lacey?La ragazza che si è impiccata?
-Proprio lei
-Continua.
-L'ho fatto entrare e mi ha detto che Lacey le aveva scritto nel pomeriggio.
-Sembra un po' banale come storiella, ma ti ascolto.
Sospirai-Ci sto provando, deve darmi il tempo.
-Quindi qualcuno deve avere il suo telefono e sta provando a spaventarmi.Io sono corsa in bagno e ho chiuso a chiave, quando sono uscita Dave era piegato in due dal dolore.
-Quindi non sei stata tu?
-No, ve lo giuro.
-Io ti credo Grace.
-Sul serio?
-Sì, ma non credo che penseranno lo stesso i miei colleghi.
-Già.
-C'è una vittima in mezzo e tu eri lì, può sembrare sospetto.
-Ma le giuro che non sono io il colpevole, perché avrei dovuto fargli del male?
-Non ne ho idea.Grace, giusto?
-Sì, mi chiamo così.
-James.
Poi prese la cartella e mi salutò con un cenno del capo.
"Ridicolo"pensai."Ridicolo che io sia qui".
"Non possono arrestarti, sei una minorenne"mi tranquillizzai."E non hai fatto assolutamente niente, troveranno le impronte di quel bastardo e tutto tornerà normale."
Mi addormentai dopo un'ora.
Alle sei mi svegliai, sempre più stanca.
C'era un'assoluta calma, qualcosa mi diceva che quel silenzio era pericoloso.
Entrò una ragazza, bianchissima in volto e con gli occhi cerchiati di nero.
Era magra e aveva dei capelli biondi, un po' scompigliati, legati con un fiocco rosa.
James ha esagerato ieri?-chiese mentre si avvicinava.
Abbassai il capo e mi chiesi per quanto ancora avessi dovuto subirmi quella ragazzina.
-Si e no
-Quello è tutto strano- si era seduta e adesso mi fissava.
-Ognuno ha i suoi problemi-detto questo mi alzai da terra e camminai verso la finestra.
-Mi ricorda una mia vecchia conoscenza-ormai non la stavo ascoltando, ero presa dal cinguettio degli uccelli e dalla vista spettacolare.
Ah si?-dissi indifferente.
-Era un psicologo, o almeno così pensavano tutti.
Continua-dissi stavolta interessata.
-Ero innamorata di lui, e non intendo per l'aspetto e la sua voce, certo.Erano i dettagli che mi incuriosivano.Lo stesso vale per James.
-Come lo conosci?
Poi si alzò e si avvinò a passi lenti a me-Se sono anch'io qui c'è un motivo.
Mi guardava negli occhi senza interrompere il contatto.
E il tuo qual'è?-chiese.
Poi arrivò un poliziotto, robusto e basso.
Ci voltammo entrambe a guardare.
-Langdon Grace?-chiese.
La bionda si voltò a guardarmi, quasi inorridita.
-Sì, sono io.
-Anna, che ci fai qua?Credevo fosse chiaro quello ti avevo detto.
La presunta "Anna" si allontanò, lanciando occhiatacce, in seguito tornai a respirare normalmente.
-Tu, invece, ci sono visite.
Io?-chiesi indicandomi.
Già, tu-disse prima di sbattere la porta.
"Volevo davvero vedere mia madre?"pensai.
-Se è così che deve andare.
Ad aspettarmi c'era mia madre, sembrava tranquilla.
Mamma..-la abbracciai.
Mi sorrise-Sei stata coraggiosa
Il mio sorriso svanii-No, invece.Dave è morto.
-Ho saputo.
-Perché non sei arrabbiata?
-Sei mia figlia, so che non lo faresti mai.Ho spiegato ai genitori che c'erano dei ladri e che Dave ti ha protetto.
-Ma non è vero, sono stata stupida a nascondermi..
-Non puoi tornare indietro.
Annuii.
Mi passò qualcosa dalla giacca.
A toccarla sembrava una pistola.
-Ora io esco, mi occupo dei poliziotti all'entrata.Tu pensa a quello che gira per i corridoi.
Io annuii, un po' titubante.
Non volevo fare del male a nessuno, ma se volevo la libertà andava fatto.
-Che faccio dopo?
-Una macchina, qualcuno ti sta aspettando fuori.
La salutai e uscì dalla camera.
Nascosi la pistola, senza farmi notare e mi avviai nel primo corridoio che avevo davanti.
Era deserto, e questo fu un sollievo.
Seguirono tanti spari, e a volte ebbi paura per mia madre.
Tutto era andato nei modi migliori.
"È stato facile evadere.."pensai.
L'unica macchina che vidi nel parcheggio era grigio metallico.
Senza ulteriori indugi mi avvicinai e aprii la portiera.
Poi mi sedetti.
L'uomo tolse il giornale che gli copriva il volto e notai che lo avevo già visto.
Non sapevo dire se fosse bello o qualcosa di più, non sapevo mai per certo cosa pensare quando me lo trovavo davanti.Lui era sempre con me, anche quando non doveva esserci.Lui c'era "Sempre".
"Ci siamo divertiti ieri, non è così?"chiese ironico.
"Sono state le ore peggiori della mia vita"dissi stendendo il capo sul morbido sedile.
"Ora è meglio che andiamo."disse facendo partire il motore.
Thredson che mi aiuta ad evadere.
Se me lo avessero detto qualche giorno prima sarei scoppiata a ridere ma adesso mi sentivo sollevata e protetta.
"Da un pazzo"pensai prima di addormentarmi.

Diario senza titolo.[in revisione]Where stories live. Discover now