17 ~ Brividi

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Persino l'acqua era bollente. Immergermi non mi aveva dato alcun sollievo. Immergermi con Stefano a pochi passi di distanza stava rischiando di farmici restare secco.
Infarto e caldo.
Correvo sul serio il pericolo di non sopravvivere a quel giorno.

-Certo che fa caldo-

Ma no! Sul serio? Non me n'ero mica accorto. -Un po'-

Non avevo più voglia di parlare. Mi capitavano spesso di quegli sbalzi umorali per cui un istante prima ero tranquillo, quello successivo mogio, spento e, soprattutto, senza voglia di parlare, di udire la mia stessa voce.
Volavano i pensieri, quello sì, però le parole facevano fatica a uscire dalla bocca e non sapevo spiegarmi il perché.

Percepii i suoi movimenti alle mie spalle, mentre la superficie dell'acqua si apriva in piccoli semicerchi, infrangendosi contro la mia pelle, frammentandosi in linee distorte. Fu accanto a me e mi cinse la vita con un braccio, mantenendo un passo di distanza. Un contatto che da lontano, fuori dall'acqua, rimase nascosto agli occhi altrui.

-Dicono che un'estate così non si vedeva da anni-

Mi strinsi nelle spalle. -Nel 2016 mi trovavo a Roma per un evento con la Casa editrice per cui lavoravo all'epoca, era fine giugno e ricordo bene che ci bagnavamo i capelli nelle fontanelle sparse per la Capitale. Il tempo di fare due passi, tanto c'era caldo, e tornavano asciutti. E io portavo i capelli lunghi già allora-

-Non me lo ricordo- disse aggrottando la fronte, mentre il suo sguardo si perdeva, forse cercando di riesumare vecchi episodi del passato.

-E d'allora è sempre stato così. A casa non ho aria condizionata, quindi ricordo bene il caldo dentro e fuori casa. L'anno scorso mia nonna c'è morta con il caldo. C'è sempre caldo... sempre più caldo? Forse, in realtà, è tipo come per i dolori per il parto, e ci dimentichiamo quello ch'è stato davvero negli anni precedenti-

-Mi dispiace per tua nonna-

Tornai a stringermi nelle spalle e mi scappò un sorriso triste. Si girò a guardarmi e subito rivolsi la mia attenzione altrove, in cerca dell'ennesima via di fuga. -Avevamo un pessimo rapporto. Molto pessimo-

-Perché?-

Il mio sorriso si fece isterico, lo sentivo. Era qualcosa di incontrollabile. -Il nostro rapporto era incrinato da anni. Da undici anni per l'esattezza. Negli ultimi tempi si era fatto a dir poco bellicoso. Lei non sopportava il mio modo di rispondere, di reagire, e io non sopportavo... nulla. Mi era tutto intollerabile-

-Tutto cosa?-

Non mi piaceva che fosse così insistente.

Tornai a guardarlo negli occhi e Stefano mosse il braccio sott'acqua, sciogliendo la presa sui miei fianchi.

-Non le piacevo com'ero, come mi vestivo, come la pensavo, certi miei... atteggiamenti. Non le piaceva nulla di me, soprattutto, penso, non le era mai piaciuto che fossi il nipote preferito di mio nonno-

-Sei serio?-

-Assolutamente. Stiamo parlando di gente "antica", con mentalità antiche. Lei preferiva mio fratello Guido, poi Gioele, io ero l'ultimo nella sua classifica e non tollerava che per mio nonno invece fossi il primo. Doveva sempre stare al centro dell'attenzione e sono tutte cose che ho capito quando, tre anni dopo la morte di mio nonno, undici anni fa, appunto, mia madre si ammalò di cancro e lei finì per dare sfoggio di tutta la propria cattiveria, solo perché mia madre la stava privando di "attenzioni"-

-È molto brutto quello che dici-

-Era certa di avere un tumore che tutti noi stavamo ignorando perché troppo presi a prenderci cura di mia madre-

CI SONO ANCH'IO Where stories live. Discover now