9- 𝘽𝙪𝙩𝙩𝙚𝙧𝙛𝙡𝙮- 𝘈𝘮𝘦𝘭𝘪𝘢

1.5K 124 320
                                    

«Posso parlarti, Amelia?» Al richiamo di Florence ero filata dritta in camera, perchè se lei era stata intransigente, io mi ero decisamente arrabbiata. Jordan andandosene aveva deciso di rispettare al mio posto il volere dell'infermiera, lasciandomi rientrare accompagnata da una nota di umiliazione. Ero prossima ai diciotto anni, ed ero stata richiamata come se di anni ne avessi avuti la metà: nel modo in cui si richiama un bambino riluttante a tornare in classe dopo la ricreazione. E ora, appoggiata allo stipite di camera nostra, Florence, con la sua imponenza, voleva parlarmi.

«Dimmi.» dissi seriosa, mentre Ellison si fece piccola nell'angolo del suo letto, come a non voler disturbare, con il libro finto in mano.

«Mi dispiace averti fermata prima. Ma cerca di capire: siete in dieci qui dentro, e se avessi permesso a te di parlare con una persona esterna, per quanto ben accetta, dovrei permetterlo anche alle altre. Non sarebbe sostenibile per noi, non posso fare eccezioni, si creerebbero precedenti a cui le tue compagne potrebbero appendersi per le loro necessità. Mi capisci?»

Ci ragionai: avevo scelto il momento sbagliato per provare il desiderio di infrangere una sola regola, per la prima volta, alla luce del sole. «Hai ragione, Florence. Scusa.» Dissi sincera. Centinaia di libri letti, e non avevo ancora capito che le regole si trasgrediscono di nascosto.

«Te lo immagini se dovessi lasciare che fosse Lisa a ritirare i pacchi dello shopping online? O se mandassi Julie di continuo a comprare le sigarette? Abbiamo un servizio di vigilanza all'ingresso che ritira anche eventuale posta per voi. E' stato un caso che abbiamo incrociato il fratello di Ellison, ma credimi: non posso proprio fare eccezioni alle regole date sia a voi, che a noi operatori.»

«Ricevuto. Scusa ancora, Florence. Non si ripeterà più.» Non sotto i tuoi occhi, almeno. Non so da dove tirassi fuori quei pensieri ribelli, che non erano mai stati parte di me. Forse era la mia determinazione a rendermi tale: volevo a tutti i costi parlare con Jordan riguardo l'articolo uscito in prima pagina. Era diventata una mia priorità.

 E lei, evidentemente incapace di tenere il broncio per meno di cinque minuti, cambiò argomento con la peggiore battuta che potesse farmi in quel momento:

«Però, Amelia, come ti ha guardata quel ragazzo!» disse strabiliata, accentuando l'enfasi con un finto morso alla mano stretta in un pugno. Io, in risposta, arrossii, strabuzzando gli occhi. Mi imbarazzavano quel genere di attenzioni.

«Te ne sei accorta, vero?» insistette. Si era fatta più allegra, più curiosa, come se avesse capito di avermi ripresa abbastanza e volesse farsi perdonare per la sgridata di poco prima.

«No.» Risposi, ancora paonazza, senza avere il coraggio di guardarla in faccia.

«Certo, sei proprio credibile. Come dite voi giovani?» chiese dubbiosa, massaggiandosi la fronte alla ricerca del termine corretto. «Ah sì, ho dato il via alla ship.» disse gongolando. Ormai avevo capito che Florence faceva di tutto per restare al passo con il gergo dei giovani, e ci riusciva meglio di me. Alla sua battuta sentii affiorare una risata sincera, che dal cuore arrivò dritta alle mie labbra, spazzando via qualsiasi traccia di rabbia ci fosse nel tragitto.

«Ellison, non dici niente tu?» la mise in mezzo Florence.

«Non avrete mezza parola, da me, nei riguardi di mio fratello.» disse risoluta.

«Ma lo hai visto almeno?» insistette incredula, sistemandosi la divisa bianca.

«Vedo tutto, sento tutto...ma non parlo!» scimmiottò impassibile.

«Beh, io vado a lavorare, che ho già capito che qui nessuno mi dice niente.» concluse Florence, e se ne andò, fingendosi offesa.

Rimaste sole, andai a sedermi sul mio letto, e osservai Ellison. Perchè non si esprimeva? E soprattutto, come mi aveva guardato Jordan? Avevo di certo notato la sua occhiata, sarebbe stato impossibile non accorgersene, ma ero sicura che mi stesse solo squadrando fisicamente, ed ero rasserenata dal fatto che per la lunghezza della felpa non mi avesse visto nè la pancia, nè i fianchi. Maledissi mia madre per avermi portato solo costumi e crema solare, dimenticandosi l'accappatoio.

RESILIENTWhere stories live. Discover now