▷ due

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Venimmo subito raggiunte dalla cugina di Maryse, Priscilla, una ragazza con la vita totalmente programmata da quando aveva dodici anni.

Molti potrebbero pensare che erano stati i suoi genitori ad inculcarle tutte quelle frasi sul dover frequentare solo college famosi per venir considerata una persona intelligente e scrupolosa in tutto quello che faceva, ma no, non era così. Era stata lei all'età di dodici anni ad incominciare a programmare tutta la sua vita. Che università avrebbe frequentato e per ora era indecisa fra Harvard, Yale e Columbia - tanto una di quelle avrebbe sicuramente scelto. Con chi si sarebbe fidanzata poi sposata e con cui avrebbe messo su famiglia, James Cameron - sì, si chiamava come il regista, ma ovviamente non era lui... troppo vecchio. E che lavoro avrebbe fatto: l'avvocato penalista.

Come avevo detto, aveva programmato tutta la sua vita. Eccitante, eh? No, per niente. Io era già tanto se riuscivo ad organizzarmi per il fine settimana e questa aveva già programmato la sua intera esistenza. Ma come faceva solo lei lo sapeva e be', detto sinceramente: nemmeno mi importava saperlo.

Per non parlare del fatto che era una fanatica dei post-it colorati che appendeva ovunque. La sua camera n'era tappezzata, infatti da quella prima e unica volta in cui ci ero entrata, avevo deciso che non l'avrei mai più rifatto. Troppi fogli colorati sparsi dappertutto, persino in bagno.

Non era stato per niente piacevole alzarsi dalla tavoletta del cesso e trovarsi un post-it con su scritto "tirare lo sciacquone" attaccato ad una natica. Anche perché talmente n'era rimasta scioccata, che nemmeno mi ero accorta che Megan era entrata in bagno per vedere se stessi bene. Appena mi aveva vista con quel post-it sul sedere, era scoppiata a ridere, attirando anche Priscilla e Maryse che in pochi secondi l'avevano seguita a ruota.

A quel ricordo mi venne voglia di strangolarla, ma tutto quello che feci fu scrollare le spalle e mostrarle un accenno di saluto, quando esclamò il mio nome tutta sorridente, come se avesse appena vinto la lotteria. Ma magari vincessi io un po' di soldi, almeno me ne andrei da questa cittadina del cavolo.

«Come avete passato le vacanze estive?», domandò Priscilla, toccandosi distrattamente i capelli biondi come il grano, tenuti legati in una lunga treccia a spiga, il che sembrava molto ironico per via del suo colore. Piccolo grano saraceno rompiscatole.

Alzai gli occhi al cielo, spazientita. Non avevo alcuna intenzione di sentir parlare ancora di vacanze estive, soprattutto perché le mie avevano fatto pena.

«Io entro a scuola. Ciao», sventolai una mano per aria per salutare le mie migliori amiche e grano saraceno, sentendole gridare il mio nome per fermarmi poi, entrai all'interno dell'edificio scolastico e molti occhi si posarono fastidiosamente su di me mentre sui loro volti abbronzati comparvero dei ghigni divertiti.

Ah, giusto... La mia caduta in grande stile di poco fa. Ma che vadano a farsi fottere! Mai visto una ragazza rimanere con lo zaino incastrato nella portiera e poi cadere a terra dopo aver provato a strattonarlo? Sì, ma io sono Mavis Hopkins quindi la voce sulle mie figure di cacca girano molto in fretta in quella stupida scuola e tutti ovviamente iniziano a parlarne come se non avessero altro di meglio da fare.

Stavo per mandare a cagare un ragazzino di seconda, quando all'improvviso un pesante macigno, che poi solo successivamente capii essere un semplice braccio muscoloso e pieno di tatuaggi, circondò le mie spalle, «Hopkins, già di malumore?».

Morgan mi mostrò un perfido ghigno che gli increspò le labbra carnose, fissandomi con i suoi occhi color nocciola, dalle pagliuzze ambrate. Ricambiai lo sguardo spazientita, immaginandomi di fulminarlo per davvero poi scrollai le spalle e mi allontanai di qualche passo da lui.

«Il solo fatto di aver visto il tuo viso, mi ha reso di malumore. Sono stata così bene senza di te quest'estate», ribattei, incrociando le braccia sotto al seno quasi inesistente - decisamente ereditato da mio padre - poi iniziai a battere un piede per terra per il nervoso.

Falling for a ChallangeWhere stories live. Discover now