◇ Morgan 💣

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La vidi allontanarsi da me, veloce come un fulmine e senza darmi il tempo di spiegare.

Ma spiegare cosa esattamente? Non potevo rivelare il segreto di Cassidy senza prima aver chiesto a lei il permesso!

Raccolsi da terra il bracciale che le avevo fatto con delle corde spesse all'età di tredici anni, durante il campeggio estivo e ripensai a quei momenti. Mi ero proprio comportato di merda con Mavs, fingendo di non aver alcun interesse in lei, ma ora stavo provando a rimediare. Anche se Mavis me ne stava facendo sudare di camice.

Gridai il suo nome, ancora e ancora, ma nemmeno una volta si voltò indietro a guardarmi. Jeremy, alle mie spalle, emise un sospiro che non mi piacque per niente.

«Amico, fattelo dire: sei un coglione», mormorò quella frase con durezza, dandomi un pacca sulla spalla per solidarietà e facendomi capire che aveva ragione.

«Lo so perfettamente», biascicai, sospirando a mia volta mentre continuavo a osservare Mavis scappare via da me, ancora una volta.

Stavo davvero rischiando di perderla per sempre, proprio come mi aveva detto Cassidy e la colpa era solamente mia, cazzo.

«Vado a recuperare mia sorella. Ci vediamo domani!», annuii solamente per fargli intendere che avevo capito poi quasi di corsa tornai alla festa e andai subito alla ricerca di Cassidy.

La trovai seduta su un divano, intenta a parlare con quella sua nuova amica o meglio dire: fiamma.

«Possiamo parlare? Ti prego», l'afferrai da un polso e la strattonai verso di me; la sentii lamentarsi e borbottare parole sconnesse.

Non poteva essere ubriacava; avevo bisogno di lei, dannazione.

«Che succede, Morgy?», mi domandò con la voce impastata dall'alcool, barcollando leggermente sui tacchi vertiginosi mentre mi fissava con lo sguardo perso nel vuoto. Cazzo, era quasi andata del tutto.

Le avvolsi un braccio intorno alla vita per sostenerla poi la trascinai fuori da quella sala e la portai sul retro, dove c'era ben poca gente o se c'era, era crollata sull'erba per via di tutto l'alcool ingerito quindi nessuno ci avrebbe disturbati.

«Mavis mi ha visto con un'altra ragazza e quasi sicuramente ora mi odia», sbottai, quando fui certo di essere solo con la mia migliore amica.

In quel momento avevo un dannato bisogno di un suo consiglio; lei era l'unica che avrebbe potuto aiutarmi.

Conosceva tutto di me, ogni mio piccolo segreto, come io con lei e proprio per quello eravamo in grado di capirci anche con poche parole o gesti e aiutarci nei momenti di estremo bisogno, come in quel caso.

«Se dici di essere innamorato di lei per quale cazzo di motivo vai a ficcare la lingua nella gola di altre ragazze? Me lo spieghi?», vidi gli occhi blu e lucidi di Cassidy ridursi a due fessurre mentre le sue labbra si tesero in una linea retta e dura che le dava un'espressione furente.

«Non... Non lo so, okay? Sono un disastro. Faccio schifo», mi riempii di insulti, passandomi con disperazione le mani nei capelli mentre la mia migliore amica non faceva altro che sbuffare indispettita.

«Sì, fai schifo. Sai perfettamente che Mavis odia i tradimenti e tu cosa fai? Ti fai beccare mentre mi tradisci, idiota», sbuffò ancora, gesticolando in modo disconnesso; si vedeva chiaramente che non era del tutto sobria eppure era più matura e responsabile di me che non avevo bevuto un goccio.

«Morgan vedi di chiarirti le idee perché non resterà single per sempre. E poi non siamo in un libro, dannazione. Mavis non vuole il "bad boy" di turno, ma un ragazzo che la ami sul serio e incondizionatamente.»

Com'era che aveva sempre ragione lei? Mavis non aveva bisogno di qualcuno che la trattasse male, ma di qualcuno che si prendesse cura di lei, soprattutto perché aveva già sofferto abbastanza per colpa di quel figlio di buona donna di Travis e io volevo essere quel qualcuno che l'avrebbe fatta stare bene.

Dovevo assolutamente farmi perdonare da lei. Dovevo farle capire quanto tenessi a lei, ma come avrei fatto, se ogni volta che mi avvicinavo, Mavis mi allontanava di almeno cento metri, senza nemmeno darmi il tempo di mostrarmi realmente pentito?

Cassidy mi puntò un dito contro poi la vidi sbiancare di colpo e successivamente prendere un colorito verdastro; stava per vomitare, me lo sentivo.

«Se devi vomitare, fallo dall'altra parte, per favore.»

E infatti vomitò persino l'anima, facendo salire un conato pure a me. Mi faceva schifo vedere qualcuno rimettere perché poi rischiavo di vomitare anche io, ma mi avvicinai comunque a lei e la sostenni per evitare che cadesse sul suo stesso rigurgito.

«Ti senti meglio ora?», le domandai con apprensione, accarezzandole lentamente la schiena. Cassidy mosse appena la testa per farmi segno che stava meglio poi raddrizzò la schiena e si appoggiò a me, ormai allo stremo delle forze.

«Forza, ti porto a casa, piccola mia», le sussurrai tra i capelli odoranti di fumo e purtroppo anche di vomito che mi fece arricciare il naso per via di quegli odori nauseabondi.

Sulle labbra violacee di Cassidy fiorì un sorriso di gratitudine poi avvolse le braccia intorno alla mia vita per reggersi in piedi, «Grazie amore mio. Ti prometto che ti aiuterò con Mavs, ma ti prego ora andiamo che ho un dannato bisogno di una doccia.»

Sorrisi a mia volta, lasciandole un bacio sulla fronte leggermente imperlata di sudore poi la sentii emettere un sospiro di sollievo, «Tutto quello che vuoi.»

Se ci fosse stata Eleanor, la mia Cassidy non avrebbe mai bevuto nemmeno un goccio di birra ― dato che aveva sempre detto di non sopportare nemmeno l'odore degli alcolici ― eppure ora, si era ridotta a ingurgitarne litri pur di sopprimere la mancanza, l'enorme buco che aveva nel cuore e che la sua ex ragazza aveva lasciato da quando scomparve nel nulla insieme alla sua famiglia.

Avevo provato più volte a fermarla. A dirle di smettere eppure lei aveva continuato, mandandomi così tante volte al diavolo da pensare che da un momento all'altro il demonio si sarebbe presentato per proclamarmi suo di diritto.

Odiavo vedere la mia migliore amica soffrire eppure non sapevo cosa fare per tirarla su di morale. Per lei andrei fino in capo al mondo per cercare la sua amata, ma purtroppo non avevo la più pallida idea da dove cominciare e questa cosa mi rammaricava molto poiché Cassidy avrebbe continuato a soffrire.

Stavo sperando con tutto me stesso che quella ragazza, Amy, riuscisse a fare breccia nel suo cuore e farla tornare a sorridere, a sognare anche senza Eleanor al suo fianco.

Lo speravo davvero, perché Cassidy meritava solo cose buone e tanta, ma tantissima felicità.

Falling for a ChallangeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora