▷ ventisette

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Cazzo. Porca di quella troia, ma stavamo scherzando? Eravamo davvero a cena dai Cooper? E io come diavolo avrei fatto ad affrontare Morgan dopo gli ultimi messaggi scambiati?

Sforzai un sorriso alla vista di Morgan in total black poi senza degnarlo di una risposta, anche perché ero troppo nervosa per trovarne una, aprii lo sportello e uscii dalla macchina.

Subito dopo uscì anche mia madre che lo stritolò tra le sue braccia rinsecchite. Sì, be', ora poteva anche staccarsi da lui.

«Buonasera signora Hopkins. Mavis», mostrò ad entrambe un grande sorriso bonario poi si avvicinò a me ― dopo essersi staccato da mia madre ― e mi appoggiò una mano sulla schiena da cui partirono una miriade di brividi.

«Ciao Morgan», la mia voce, come avevo immaginato, fuoriuscì dalle mie labbra con un tremolio che non passò di certo inosservato a Morgan, il quale mi carezzò, una sola volta, la schiena.

«I Coleman sono già arrivati, Morgan caro?», domandò mia madre con un tono di voce mieloso, piegando le labbra in un sorriso così finto da darle l'aria di una vecchia e malvagia strega delle fiabe.

Morgan annuì, «Sì, sono appena arrivati anche loro.»

Mia madre mi fissò per alcuni secondi in cagnesco poi il suo sguardo tornò a farsi cordiale e a fingere di essere una buona mamma; immagine che proprio non le si addiceva.

«J, ehi!», Morgan fece scivolare via la sua mano dalla mia schiena, cosa che mi provocò dei brividi di freddo e andò incontro a mio fratello per poi darsi delle pacche sulla spalla in mò di saluto.

«Il pomeriggio con la peste è andato bene?»

Gonfiai le guance, sentendomi profondamente offesa ― si faceva per dire―. «Ehi! A chi hai dato della peste, scusa?!», strillai contro mio fratello che ridacchiò compiaciuto, passando poi una sua mano nei miei capelli e ovviamente, spettinandomi.

Anche Morgan emise un ridacchio, posando poi il suo sguardo enigmatico su di me e facendomi rabbrividire per l'intensità con cui mi stava scrutando.

«È andato molto bene, vero Mavs? Abbiamo anche giocato a 'Strip Basket'», spiegò lui, facendo inevitabilmente arrossire me e spalancare gli occhi a mio fratello che gli sferrò un pugno su una spalla.

«Hai svestito mia sorella con la scusa dello strip basket?», esclamò Jeremy con voce carica di stupore, passando lo sguardo stralunato da me a Morgan che scoppiò in una fragorosa risata.

«Jeremy, ma che cazzo dici?», strillai indignata e col sangue che affluiva copioso alle guance.

Dio, fa che i miei genitori non abbiano sentito nulla, pensai impanicata, ma poi voltando lo sguardo verso la loro direzione, vidi che non c'erano più quindi esalai un sospiro di sollievo.

«Sono decisamente molto più bravo di lei a basket quindi sì e indossava pure un bel reggiseno imbottito.»

Percepii il viso andarmi letteralmente in fiamme dopo quella risposta di Morgan poi, presi a scaraventargli addosso dei pugni che lo fecero ridacchiare nuovamente.

«Scemo. Scemo. Scemo!», sbraitai contro di lui, totalmente in imbarazzo perché dannazione, lo aveva appena detto a mio fratello!

«Per forza, è piatta come una tavola da surf!», esclamò dal nulla mio fratello, scoppiando a ridere quando notò lo sguardo inceneritore con cui lo stavo guardando.

«Vi odio», borbottai, alzando le braccia in aria poi roteando gli occhi, mi incamminai verso l'entrata di casa e venni subito accolta da Alexander che mi fece l'occhiolino, mostrandomi un sorriso furbo.

Falling for a ChallangeWhere stories live. Discover now