Superficialità

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Non mi aspettavo nemmeno che mi avrebbe riconosciuta e invece eccomi qui, seduta in un tavolo del tutto rispettabile, nel centro nella mensa, al posto di mangiare uno squallido panino chiusa in qualunque film facilmente rintracciabile su netflix.

Quando mi siedo al tavolo del ragazzo di cui non conosco nemmeno il nome, lui sta parlando con una ragazza seduta accanto a lui, così decido di accomodarmi di fronte a lui e di fianco a una ragazza dagli occhi azzurri e dai capelli neri come la pece, che non so perché, ma con le sue lentiggini e con il suo sorriso ha attirato la mia attenzione.

Appena mi siedo il ragazzo incontrato nel corridoio domanda con un sorriso:

-Trovato alla fine l'armadietto?-

-Si per fortuna- rispondo con aria timida

-Questa mattina mi sono completamente scordato di chiedere quale sia il tuo nome...-

-Olivia, ma gli amici mi chiamano tutti Liv. Il tuo invece? Scusa, ma questa mattina ero un po' presa dal cercare il mio armadietto e mi sono dimenticata di chiedertelo...- mi rendo conto che sto iniziando a parlare a vanvera come faccio ogni volta che mi sento nervosa, ma per fortuna lui risponde velocemente:

-Isaac-

-Io sono Riley- risponde invece la ragazza dagli occhi azzurri

Parliamo insieme per tutta la pausa pranzo e quando è ora di tornare a lezione sono contenta di scoprire che Riley ha tutti i corsi pomeridiani identici ai miei. In tutti i nostri discorsi ho cercato di evitare di dire che Cameron ora fa parte della mia famiglia, dato che temevo che questo avrebbe potuto cambiare la prima impressione che queste persone avrebbero avuto di me.

Non ho mai pensato che in poche ore si potesse legare particolarmente con una persona, ma queste ore di lezione passate con lei mi hanno fatto capire che almeno per ora è un'amica sincera e che anche se non posso ancora considerarla come Betty o Carly, sento comunque di poter riporre la mia fiducia in lei.

Intorno alle 3 ricevo un messaggio di Cameron che mi dice di raggiungerlo nel parcheggio per poter tornare a casa. Appena salgo sull'auto esclama:

-Nuovi amichetti,Olivia?-

-Qualcuno...non chiamarmi Olivia-

-Perchè non dovrei? è Il tuo nome ricordi...- risponde con tono sarcastico

-Mi chiama così soltanto mia madre quando mi rimprovera o quando è successo qualcosa di grave, quindi evita-

-Certo...Olivia- dice con un sorriso

Scenderei dall' auto e tornerei a piedi se la strada non fosse così lunga. Dopo aver fatto un grosso e prolungato sospiro teatrale, gli rispondo:

-Stavi dicendo che eri contento perché avevo trovato dei nuovi amici...perché mai dovresti esserne felice, dato che non ti importa assolutamente nulla di me?-

Dopo una lunga pausa, risponde con un sorriso sarcastico:

-Perché dovrò passare ancora meno tempo con te naturalmente!-

-Continueremo a condividere la camera...non mi pare che dovremmo trascorrere poco tempo insieme...-

-Nel caso non lo avessi intuito sapientona, mio padre mi ha chiesto di essere carino con te, cosa che probabilmente ti ha chiesto anche tua madre e comunque dato che ti sei trovata dei nuovi amichetti, non devo più controllarti...-

-Controllarmi? Quando mai mi avresti controllato?-

-Beh controllavo che non ti deprimessi troppo e per questo ti parlavo. So quante poche delle mie parole possano tornare a far sorridere una ragazza...-

Better NowWhere stories live. Discover now