Our white petals

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-Stai bene?- domanda Justin appena mi vede entrare in classe.

Se mi conoscesse quanto vorrei saprebbe che in un momento del genere tutto ciò che voglio è non pensare all'accaduto, perciò nonostante la gentilezza del suo tono, mi limito ad annuire con faccia infastidita. Non vorrei reagire così, anche perché la vittima di questa storia sicuramente non sono io, ma non sopporto di nascondere le mie emozioni anche quando sono con persone così vicine a me.

Sapevo benissimo che qualcuno questa mattina mi avrebbe fatto una domanda del genere per pura educazione, ma evidentemente la mia mente non era pronta a sentire queste parole uscire proprio dalla bocca di Justin.

-Tranquilla possiamo parlarne al nostro solito posto, amore- mi dice accarezzandomi la mano che tenevo appoggiata sul banco.

Alle sue parole un brivido mi percorre lungo tutto il corpo e io scosto la mano come colpita da una scossa. Sul suo volto noto un'espressione confusa, che però subito dopo si trasforma in uno sguardo di compassione.

-Sulla panchina alle 3?- dico con voce talmente vuota da farmi paura da sola.

Lui rispondendo chiaramente con un sorriso, non immaginando chiaramente ciò di cui sto parlando.

Dopo queste parole non lo degno del minimo sguardo nonostante io senta il suo costantemente. Prima di uscire dall'aula non lo saluto nemmeno e cerco di non rivolgere la parola a nessuno durante le ore successive, per evitare di dover rispondere a finte frasi di compassione.

Nella pausa pranzo mi rifugio in biblioteca e prima di quanto immaginassi arrivano le 3.

Mentre mi avvio verso la panchina le mani mi iniziano a sudare. Il discorso a cui avevo tanto pensato svanisce non appena vedo il suo sguardo poggiarsi su di me. E' così pieno di gioia dal vedermi che quasi mi rifiuto di pensare a quello che sto per dirgli.

-Hey- dice appena sono abbastanza vicina, prendendomi le mani tra le sue e avvicinando le sue labbra.

Io mi allontano immediatamente lasciandolo incredibilmente confuso. Rimango a fissarlo senza dire una parola, mentre lui cerca di capire.

Dopo alcuni imbarazzantissimi attimi un sorriso sghembo compare sulle sue labbra.

-E' per la faccenda di Isaac, vero? So che sei distrutta, ma parlare di come ti senti potrebbe solo aiutarti. Non allontanarti da tutti-

-Non è per Isaac- rispondo facendo un passo indietro

-Non devi fingere con me...-

-Non sto fingendo e cheche questa brutta situazione mi ha fatto riflettere su qualcosa-

- Su di noi? Non capisco la scorsa sera siamo stati così bene-

-Lo so, ma la giornata di ieri mi ha completamente cambiato-

-Lo so, avrebbe cambiato chiunque, ma non capisco ciò che possa aver cambiato su di noi-

Mi mordo il labbro lentamente e poi decido di dire tutto. Non ha senso girarci molto intorno con frasi smorzate e far soffrire entrambi ancora di più.

-Voglio essere il più diretta possibile, Justin. Ieri per il tutto il tempo, da quando ho scoperto cosa fosse successo, fino ai risultati finali, ho avuto Cam al mio fianco e...e non avrei voluto che ci fosse nessun altro al suo posto. Quando avevo bisogno di conforto non ho esitato ad appoggiarmi a lui e in un momento in cui non avevo nemmeno la forza di pensare, lui è stata l'unica persona a cui ho pensato di chiedere conforto-

-Sei stata sufficientemente chiara. Scusa, ma inizio a essere un po'stanco dal vedermi portare via tutto da quello che credevo il mio migliore amico.- dice dandomi le spalle.

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