Please stay

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Sono passate ormai più di due ore da quando ci siamo seduti su queste scomodissime seggiole e nessun medico sembra degnarci della minima attenzione. Teoricamente questa dovrebbe essere una buona notizia perché se non ce l'avesse fatta, non ci sarebbe stato bisogno di così tanto tempo per degli accertamenti. Non sono ancora comunque positiva, dati i troppi film tragici che ho visto.

La mia mente va dal lamentarsi per i medici scorbutici che continuano ad ignorarci, al pensare agli ultimi momenti vissuti con Isaac e al riflettere sul perché Cameron non fa altro che fissarmi con sguardo critico per controllare che vada tutto bene.

Un medico sta venendo nella nostra direzione, ma proprio quando si trova a meno di mezzo metro da noi, cambia direzione. E' tanto difficile dirmi se il mio amico sta bene oppure no?! Non voglio un analisi completa, voglio solamente sapere se potrò ancora parlare con lui.

-Ti va di andare a mangiare qualcosa? Non mi sembra che riceveremo dei risultati molto presto-

-Va bene. Tanto non cambieremo la situazione assentandoci per una ventina di minuti- rispondo alzandomi in piedi.

Scendiamo al piano terra e ci dirigiamo in panineria, dove per fortuna, ci sono pochissime persone.

Prendo un panino al prosciutto e formaggio, lo ripongo su un vassoietto e dopo averlo pagato, mi vado a sedere a uno dei tavolini che danno sul giardinetto subito fuori dall'ospedale.

Dopo qualche istante Cam si siede davanti a me.

-Ho chiamato i nostri genitori per dirgli della situazione e dopo una decina di minuti di criticità, sono riusciti a convincerli che era la cosa giusta da fare- dice subito dopo.

Una decina di minuti? Mi erano sembrati pochissimi secondi...

Sono davvero così sconvolta da non rendermi conto che una persona che ha passato tutta la mattinata accanto a me si è allontanata?

Cam prova ad abbozzare un tenero sorriso, probabilmente per cercare di tirarmi un po'su, ma tutto ciò che ottiene è il mio sguardo fisso nel vuoto.

Dopo pochi istanti sento una mano calda sulla mia e sento che, sotto il tavolo, i nostri piedi si avvicinano sempre di più, come per voler togliere la distanza che ci separa a causa del tavolino di plastica.

Mi volto verso di lui e subito trovo su di me degli occhi comprensivi.

-Devi smettere di pensare che sia colpa tua ok? È da molto tempo che non ha un bel rapporto con i suoi genitori e ti garantisco che per quanto tu sia geniale, non saresti riuscita ad aiutarlo più di quanto tu abbia fatto...-

-È che...-

-No Liv...- dice con tono dolce - Non c'è nulla da aggiungere. Non c'entri assolutamente nulla in questa storia ed è inutile stare male. Dobbiamo solo aspettare i risultati e sperare di poterlo aiutare in modo diverso in futuro-

Le sue parole sono così decise che sembrano preparate da tempo. In questo momento tutto ciò che vorrei è avvicinarmi a lui e fargli capire quanto io tenga a lui, ma per quanto ne abbia voglia, l'immagine di Allison è ben impressa in me.

Non so perchè mi stia aiutando in questo modo, ma gliene sono davvero grata. Senza di lui in questo momento non saprei nemmeno dell'accaduto.

Quando torniamo al piano superiore dopo circa un'ora, la nonna di Isaac ci viene incontro e con un sorriso stampato.

Le uniche parole che riesco a capire del suo lungo discorso sono:

"È tutto sotto controllo" e "tra alcune ore forse potrete parlargli".

Better NowWhere stories live. Discover now