Non sei più quella di prima

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Se mi chiedessero di descrivere con un aggettivo il mio week-end penso che userei la parola "incredibile".

Per prima cosa non avrei mai e poi mai immaginato che prima dei diciassette anni, mia madre mi avrebbe permesso di girare per New York da sola. Sembra banale, ma da una madre che sa la tua media scolastica alla perfezione, è che è più fiscale di un generale, è davvero difficile ottenere un permesso del genere.

Ho provato delle emozioni che non avrei mai immaginato di poter toccare con mano durante questo week-end e ora che sto per tornare nella routine di tutti i giorni, in cui non posso nemmeno parlare in pubblico con Cam, per non far sembrare il tutto una relazione clandestina, ho paura di rovinare tutto.

Ho paura di dare per scontate delle azioni che sono fondamentali per la riuscita di una relazione e dopo tutto il casino che abbiamo fatto non voglio di certo rovinare ogni cosa.

-Hey tutto ok?- domanda Cam dal sedile accanto al mio

-Scusa, stavo pensando al test di storia che ho tra poco- mento spudoratamente per non far pensare anche a lui al fatto che senza uscite normali e potendoci solo parlare quando nessun altro è presente, il nostro rapporto può solo essere destinato a precipitare.

-Ultimamente sei più distratta del solito- dice con un sorriso leggero per provare a mascherare il suo tono preoccupato. Poggia la mano sinistra sulla mia e me la stringe per un paio di secondi, per poi tornare a poggiarla sul volante

-Lo so e mi dispiace farti preoccupare, ma ho mille pensieri per la testa-

-Ti va di parlarne?-

-In realtà preferisco rovinarmi tutta la giornata pensandoci, ma rimanere felice e senza doverci pensare almeno quando sono accanto a te-

-Come preferisci- risponde un po'deluso

Quando usciamo dalla stessa macchina nel parcheggio della scuola, moltissimi si voltano per guardarci. Vorrei chiedergli se non hanno proprio nulla di meglio da fare che guardare noi, ma temo che attrarrei ancora di più l'attenzione.

-Buon compito di storia...io vado prima che qui inizino a intervistarci sul perché ti ho semplicemente dato un passaggio quando il tuo amichetto non poteva...- dice con un sorriso triste prima di andarsene.

Mi sembra incredibile che il fatto di vederci insieme susciti tanto scalpore. Le prime volte che mi accompagnava in macchina nessuno si faceva tanti problemi, probabilmente immaginandosi due reali fratelli che vanno a scuola insieme.

Forse uno dei problemi però è proprio questo...il fatto di averci immaginato per tanto tempo come semplici fratellastri, ha fatto sì che la notizia del bacio passasse da persona a persona tanto velocemente, rendendo la notizia un po' più avvincente di tanti altri baci delle solite coppiette della scuola.

Quando arrivo in classe, sono già tutti sistemati in banchi separati e con una sola penna sul banco.

L'idea di essere arrivata in ritardo proprio il giorno del compito finale, prima di finire il trimestre solamente con un'altra interrogazione, fa aumentare velocemente il mio battito cardiaco senza motivo.

Tiro su il braccio sinistro frettolosamente, sposto la manica del maglioncino bianco e controllo l'orologio. Un minuto di anticipo...

Mi sono sempre domandata perchè ci tenga tanto ad avere l'orologio sempre al polso, quando sono in ritardo anche quando parto con ore di anticipo, ma a quanto pare metterle l'orologio ogni mattina è un'abitudine troppo grande per essere rimossa.

Appena mi siedo al mio solito banco, Justin mi rivolge un sorriso timido chiedendomi:

-Pronta?-

Better NowWhere stories live. Discover now