R U Mine?

708 68 6
                                    

Dopo scuola tornai a casa per mangiare qualcosa, non volevo disturbare troppo Markus per preparare per tutti e due.

Mi aveva informato via messaggio che i suoi genitori non c'erano a casa e sarebbero tortati tardi.
Quindi eravamo soli. Mh. Questo mi preoccupava leggermente.
Ma hey, oggi è la settimana del sangue, sarà un'ottima scusa.

Mentre mangiavo della pizza, che mia madre aveva ordinato per me prima di andate a lavoro, il problema si faceva sempre più evidente. Volevo prendere a pugni qualcuno (anche il muro andava bene), tremavo visibilmente e i miei nervi erano a fior di pelle... il solito insomma.
Mentre facevo una doccia veloce continuavo a pensare a come mi ero ridotta così per un semplice idiota.
Bello, simpatico con un magnifico sorriso due occhi in cui puoi facilmente annegare... ma idiota.

Mi misi una semplice maglietta bianca che arrivava a metà coscia e un jeans chiaro. Volevo chiambiare...
Beh no, in verità non volevo, ma almeno ci provavo a non vestirmi sempre di nero. Mia madre dice che il nero non sta bene alle brune... ma sti cazzi non mi interessa di come appaio agli altri. Devo piacere a me stessa. Poi se piaccio a qualcuno, beh... ben venga.

Se mia madre mi vedesse adesso, con vestiti chiari e i capelli legati in una coda urlerebbe dalla gioia.

Misi una collana dargento con una barchetta di carta che arrivava fino al seno. Un regalo di mio padre.
Partì tempo fa. Ancora nessuna notizia.
Non ci voglio più pensare ne parlare di lui e del perché partì. Nom mi iteressa.
Devo vivere la mia vita, se mio padre non ne fa più parte è inutile parlarne.

Markus, venuto a sapere del mio problema con la matematica, voleva darmi ina mano, così avrei recuperato quel brutto voto che mi ritrovavo in pagella.

Presi uno zaino nero, come le mie scarpe (no, non ce l'ho fatta a non mettere un pò di nero) e ci misi dentro il libro di aritmetica e il quaderno con una penna... blu!
Hey, mi sto impegnando a non usare nero! Applauso.

Mi allontanai il più in fretta da casa mia per andare da Markus.
Lui viveva abbastanza lontano da qui, quindi decisi di prendere un autobus, ovviamente mi doveva capitare quello con tutti uomini di mezza età pieni di problemi, stressati e maniaci... e pieno di vecchiette che, con anche venti posti a disposizione, deve chiedere a te di alzarti perché "sono più vecchia di te" già, era sempre questa la scusa... ma esistono anche altri venti posti su cui puoi posare il tuo culo, cara vecchietta.

Arrivai a destinazione dopo una quindicina di minuti, circa.

Svoltai l'angolo e mi ritrovai davanti casa di Markus, contornata da una staccionata bianca.
Sembrava una casa abbastanza grande da fuori.

Mi avvicinai al campanello e suonai. Il trillo del campanello risuonò anche fuori.

La porta di aprì, e rivelò un Markus con un maglione nero con una piccola scritta bianca sul lato e un jeans scuro, e ai piedi delle vans bianche.

I capelli castani, che sembravano fili d'oro a contatto con la luce, erano tirati in un ciuffo. Gli occhi verdi smeraldi brillavano alla luce del sole, le lentiggini ora erano più evidenti, e le sue labbra erano tirate in un dolce sorriso facendo si che le fossette fossero bene in mostra.

Una mano era nella tasca del jeans e l'altra tra i capelli.

"Hey, Hailey! Entra" la sua voce calda mi risvegliò da i miei pensieri.

Io gli feci un piccolo cenno ed entrai. A primo impatto la casa era arredata magnificamente. Le tende bianche e pulite, il tavolino basso al centro della salone, una grande TV ed un divano in pelle nera facevano larte del salone, che era attacatto alla cucina open space.
Poi cerano delle scale che portavano al piano superiore.

Losers → g.r || Urban StrangersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora