Like Rain... But With You Not.

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Me ne andai da casa di Markus. E..
Fu leggermente difficile uscire dalla sua presa quando si addormentò sul divano. Fortunatamente sgusciai dalla sua presa dopo vari tentativi, presi le mie cose e me ne andai, facendo il più piano possibile.

Non riuscivo a non pensare a tutto quello che era successo. Mentre percorrevo lentamente il marciapiede, con passi stanchi, pensavo a quel bacio. Ci ho provato. Ma non ci sono riuscita.
Non credo ci proverò di nuovo a dimenticarmi di Genn... perché comunque non ci riuscirei.

Per tutto questo tempo mi sono autoconvita che potevo riuscirci, facendolo uscire dalla mia mente, senza farlo diventrare un mio bisogno ossessivo. Ma no.
Niente.

Strizzai gli occhi e fermai i miei movimenti. Stavo cominciando a piangere tutti i giorni, alcune volte senza un preciso motivo. Tipo qiando hai il ciclo. Stessa cosa.
Cazzo, sono ridotta male.

E come evitare alle lacrime salate di scendere lungo le mie guance bagnandole velocemente anche questa volta? Non so. So solo che lo stavo facendo di nuovo. Nel bel mezzo di un marciapiede. In una stradina deserta. Con i nuvoloni che facevano da cupola.
Nuvoloni grigi, quasi neri, sovrastavano sopra di me.

Subito dopo una gocciolina cadde sulla mia testa.
Poi un'altra.
Un'altra ancora.

Le gocce che bagnavano me e il terreno erano pari alle mie lacrime, che bagnavano le mie guance quasi allo stesso ritmo. Prima lentamente poi più veloce.. senza fermarsi.

La pioggia si mischiò alle mie lacrime salate quando alzai il capo verso il cielo. Le goccie sottili venivano verso di me veloci e rapide, bagnandomi il volto, i vestiti le scarpe, i capelli.

Il dover dimenticare è così straziante.

Mi accasciai letteralmente al suolo bagnato, portando le gambe al petto e circondandole con le braccia. Sentivo così fredo.
Piansi, piansi sempre più forte. I miei singhiozzi erano attutiti dal rumore delle goccie d'acqua che si schiantavano a terra con ritmo veloce e costante.

Non so per quanto tempo rimasi seduta lì, tremante per il freddo.
Ma so che all'improvviso sentii delle ruote farsi sempre più vicine. Il rumore del motore di un auto amentare sempre di più. Poi una voce. Che sovrastava di poco tutto quello scroscio d'acqua.

"Hey tu!" Urlò. Il timbro era familiare. Probabilmente era...

Delle mani forti mi alzarono per le spalle. Cercai di stare in piedi, ma le mie gambe tremavano troppo ed erano molto deboli per tenermi in piedi.

Per non farmi cadere quel qualcuno mise le mani su i miei fianchi e mi fece camminare.
Io non vedevo bene quel che stava succedendo a causa delle lacrime che mi offuscavano la vista.

Mi caricò in macchina e sentii subito che l'acqua si espanse su i sedili.

Quando sentii la porta chiudersi dissi:
"Scusa, ti sto bagnando la macchina" la voce uscii tremante dalle mie labbra, mentre mi asciugavo gli occhi con la manica zuppa d'acqua.

"Non è nulla. Sta tranquilla"
Sentii la macchina muoversi. La pioggia picchiettava sul vetro dell'auto.

"Che cosa ci facevi seduta lì? Che ti è saltato in mente?" Disse lui con voce scettica.

Mi voltai verso di lui. E solo in quel momento mi accorsi che era Alessio.

"Non lo so" gurdai verso la strada.

"Non sai mai niente" sospirò lui, picchettando le dita sul volante della macchina.

Mi imbronciai a quella risposta. Aprii la bocca per ribattere, ma la mia mente non trovava alcun insulto. Volevo solo dormire per alcune settialmane. Ero stanca da far schifo.

Losers → g.r || Urban StrangersOnde as histórias ganham vida. Descobre agora