Capitolo 7

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Quel pomeriggio, terminate le lezioni, mi incontrai con Liam e Niall nell'atrio e decidemmo di andare in città per fare merenda da Starbucks.
Agli alunni era permesso abbandonare l'istituto in orari extra-scolastici.
Prendemmo l'autobus e durante il breve tragitto ci scattammo foto oscene che il biondo decise di pubblicare su Twitter con la descrizione "Il golden trio".
Sorrisi pensando di aver trovato degli amici fantastici e, con questo pensiero, scrissi a Mark.

Mi disse che stava bene e che a scuola stava prendendo dei bei voti, ma che gli mancava passare del tempo con me.
Ovviamente mancava anche a me, solo che io ero riuscito a farmi degli amici qui mentre Mark era sempre stato il più timido dei due nonostante fosse lui quello popolare e io la sua spalla. Le nostre amicizie in quella vecchia scuola erano tutte di convenienza.
Che vi avevo detto?
Nessuno avrebbe sentito la mia mancanza, nessuno mi avrebbe scritto per sapere che fine avessi fatto.

Tranne Eleanor.

Era ancora innamorata di me nonostante fosse passato ormai un anno e io le avessi detto più volte quale fosse la situazione. Alla fine era una ragazza simpatica, credo, quindi le risposi cercando di  non darle troppa confidenza.
Le raccontai brevemente del trasferimento e mi disse che era molto dispiaciuta.
Un po' mi dispiaceva per lei alla fine.


Ci mettemmo tutti e tre le cuffiette per gli ultimi dieci minuti di viaggio e mi misi ad ascoltare "All of me" mentre guardavo fuori dal finestrino.
Iniziai a pensare, ancora una volta, a quegli occhi verdi. All'effetto che mi provocavano ogni volta.
Avevo deciso di uscire con i miei amici per parlargli di questa situazione.
Forse avevo già capito, volevo solo togliermi un peso.
Ammetterlo a qualcuno mi avrebbe fatto bene, forse.

Arrivammo alla fermata e scesi dall'autobus sospirando, avevo tanta ansia nonostante sapessi che non mi avrebbero giudicato. L'unica persona che mi giudicava ero proprio io. In qualche modo mi sentivo sbagliato, sapevo che non fosse normale, ma la sensazione era quella.
E poi, Harry era etero, sicuramente.
Non ci sarebbe mai stato niente tra di noi.


"Allora, cosa ordinate?" ci disse la commessa.
"Tre frappuccini, grazie" dissi io.
"I vostri nomi?", adoravo Starbucks perché chiamava le ordinazioni con i nomi dei clienti e li scriveva sui bicchieri.
"Louis, Liam e Niall" dissi io sorridendo.
Lei segnò qualcosa su un foglio e noi andammo a prendere posto.
Poco dopo ci richiamò e Niall andò a prendere i tre bicchieri.
Rise quando si sedette e mi chiesi il motivo.
Poi guardai il mio frappuccino e lessi "Lewis".

Oh, fanculo! Ridemmo tutti insieme.
Odiavo che la gente mi chiamasse Lewis, il mio nome era Louis, alla francese!
Sorseggiammo rumorosamente la nostra bevanda e di colpo Liam mi guardò.

"Cosa dovevi dirci Lou?".
Deglutii forse un po' troppo rumorosamente, respirai e finalmente parlai.
Le parole mi uscirono come un fiume in piena, pensavo di esplodere e raccontai tutto della sera prima.
I miei amici mi fissarono seri senza battere ciglio.
"...quindi credo che...non lo so forse voi...forse io...credo mi piaccia Harry. Dannazione". Sbottai.
Silenzio.

I due si guardarono, poi Niall disse "fuori i miei 20 dollari Lee!".
Il castano sbuffò lanciando in faccia al biondo una banconota.

"Avete scommesso sul fatto che mi piacesse Harry!?" dissi forse a voce un po' troppo alta, ma fortunatamente nessuno della scuola era nei dintorni.
I due risero ancora una vota, erano degli idioti.
"Scusa Lou, ma avevo bisogno di soldi per comprarmi delle merendine, capiscimi" disse Niall.
Era davvero fissato con il cibo questo ragazzo, mi chiesi come potesse essere così magro mangiando ogni volta che si presentasse l'occasione.

Dopo questa rivelazione iniziarono a farmi mille domande: se fosse il primo ragazzo a piacermi, se fossi gay già da tempo, se mi piacessero anche le ragazze o solo i ragazzi, se volessi dichiararmi ad Harry.
Mi ingozzai. Dichiararmi? Pazzi, mai.

"Ragazzi ma siete impazziti? Non sono nemmeno sicuro di provare qualcosa, e poi sono certo che ad Harry piacciano le ragazze. E comunque lo conosco appena, non lo farò mai" dissi io serio.

Mi rassicurarono per ore riguardo questa situazione e mi dissero di non preoccuparmi, che loro ci sarebbero stati. Mi abbracciarono forte e, forse perché mi sentivo bene dopo tanto tempo o forse per la tensione, piansi.
Piansi tanto, inzuppai la felpa di Liam che però non disse niente e mi tenne stretto a sé per tutto il tragitto.

Arrivati a scuola si accertarono che stessi bene e ci dirigemmo nelle nostre camere per prepararci per la cena. Mi avviai nel mio corridoio e sentii una musica lieve arrivare da qualche parte con una voce timida che accompagnava quella melodia.
Più mi avvicinavo a camera mia e più quel suono mi avvolgeva.

Aprii la porta e trovai il riccio seduto sul letto, dando le spalle muscolose alla porta, intento a suonare la chitarra e a canticchiare qualche canzone.
Rimasi fermo a fissarlo un po' perché non volevo che si fermasse e un po' perché quella visione era davvero il paradiso.
Non so di preciso per quanto tempo rimasi in quella posizione, so solo che ad un tratto si voltò e imbarazzato spostò bruscamente la chitarra, riponendola sul cuscino.

"Scusa io...non avevo sentito che fossi entrato" disse lui rosso in viso.
Che carino, si era imbarazzato.
"No tranquillo, sei davvero molto bravo, complimenti" dissi tutto d'un fiato.
Ancora una volta era riuscito a lasciarmi senza parole.
"Studio chitarra da autodidatta da circa un anno, la musica è la mia passione" mi spiegò lui.
Era davvero bello, i ricci sempre perfetti a contornargli il viso.
"Non avrei saputo suonare meglio nemmeno se fossi andato a lezione fidati" dissi poi per complimentarmi.
I suoi occhi verdi si illuminarono.
"Sono sicuro che tu sia bravo, magari non hai mai provato" disse poi.
"No fidati, nella mia vecchia scuola avevamo un'ora di musica a settimana e suonavamo la chitarra, sono proprio negato. Me la cavo meglio con le parole" risposi io.
"Allora potremmo...uhm...scrivere qualcosa insieme, che ne dici? Io scrivo la melodia e tu il testo!".

Scrivere una canzone con Harry occhidismerlado Styles? Un sogno.

"Certo, mi piacerebbe molto", sorrisi.
"Adesso vado a farmi una doccia, ci vediamo dopo", il riccio annuì.

Entrai in doccia e lasciai che l'acqua calda sciogliesse la tensione e spazzasse via un po' di stanchezza. Rimasi sotto l'acqua per circa un quarto d'ora poi uscii e mi misi una tuta. Tornai in camera e vidi Harry intento a scrivere qualcosa sul suo cellulare, rimasi in silenzio a guardarlo con la coda dell'occhio.
Quando era concentrato gli si formavano delle piccole rughette tra le sopracciglia ed inclinava le labbra verso destra; me ne ero accorto a lezione il giorno precedente.
Mi sedetti sul letto aspettando che arrivasse l'ora di cena e aprii le note del mio iPhone, deciso a scrivere qualcosa.


"Traccia 1" digitai.

"I come runnin' to you, like a moth into a flame. You tell me 'take it easy' but is easier to say.
Wish I didn't need so much of you, I hate to say but I do.
We're sleeping on our problems and we'll solve them in our dreams.
Wake up early mornin' and they're still under the sheets.
I'm lost in my head, I'm spinning again, tryin' to find more to say to you.
Been up all night, all night but you know my lines. But it's only the truth.
Been up all night not sure how to say this right. Got so much to lose.
Never been so defenceless, never been so defenceless.
You just keep on building up you fences but I've never been so defenceless..."


"Louis, quindi?" la voce più bella al mondo mi riportò alla realtà.
"Scusa, cosa? Ero concentrato a scrivere".
Sorrise, divenne ancora più bello. Il mio cuore battè ancora una volta più veloce del solito.
"Ti ho chiesto se volevi venire a cena, sto andando lì e potevamo fare la strada insieme" disse poi.
"Si certo, arrivo subito".

Salvai il testo di una nuova canzone che mi era venuto in mente di getto e mi alzai. Ovviamente era scritta solo a metà e avrei dovuto rivederla ma mi sembra inutile dirlo...era scritta per Harry.
Lui non lo avrebbe mai dovuto sapere però.

Ci incamminammo insieme per i corridoi fino ad arrivare alla mensa e mi salutò. Ricambiai e andai verso il tavolo a cui erano già seduti i miei amici che, ovviamente, mi stavano guardando e sorridendo come due coglioni.

Ice and emeralds|lxuistmlnsnWhere stories live. Discover now