Capitolo 26

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"Mangiamo con gli altri?" mi chiese Harry appoggiando una mano sulla mia schiena.
"Certo, come sempre" risposi io sorridendo.

Erano passate all'incirca tre settimane da quando eravamo tornati a scuola e dal giorno in cui ci eravamo baciati e, come c'era da aspettarsi, il nostro rapporto era una confusione totale.
Non avrei saputo rispondere alla domanda "cosa siete tu ed Harry?" nemmeno con una pistola puntata alla tempia ma andava bene così, a volte.
Capitava ogni tanto di discutere per questa storia ma le litigate finivano sempre sul letto di uno dei due, le nostre labbra attaccate e le lingue che si scontravano.
Non che non ne volessi parlare, sia chiaro, ma non sapevo come affrontare la cosa.
Dopotutto ero stato io a dire al riccio che lo avrei aspettato per sempre, quindi non potevo ribattere.

Harry aveva ancora paura nonostante tra noi due, quando nessuno ci vedeva, le cose andassero alla grande.
Ci comportavamo praticamente da fidanzati, ma appena qualcuno che non fossero i nostri migliori amici si avvicinava Harry si chiudeva in se stesso come un riccio mentre io rimanevo paralizzato ad osservare i suoi lineamenti perfetti.

Lo avevo baciato una serie infinita di volte, eppure ogni volta che i miei occhi si posavano sulla sua figura rimanevo affascinato da quella bellissima visione.
I suoi ricci color cioccolato ricadevano spesso sulla sua fronte donandogli un'aria da bimbo mentre lo osservavo scrivere nuova musica con un'espressione corrucciata.
Non sapevo scegliere quale fosse la cosa più bella di lui: se gli occhi, le pieghette che gli si formavano tra le sopracciglia quando era concentrato, le labbra rosse e morbide come petali di rosa o il neo che si trovava vicino alla sua bocca.

Harry Styles era semplicemente perfetto e, nascosto dal mondo, era mio.

La settimana prima mi aveva svegliato all'alba con un borsone in mano vestito con un paio di jeans neri e una delle sue solite camicie stravaganti sbottonata per mostrare il tanto famoso tatuaggio della farfalla sullo stomaco.
"Harry che cazzo fai? Non sono nemmeno le cinque del mattino".
"Alzati e vestiti dormiglione, ho una sorpresa per te" mi aveva detto con un sorriso a trentadue denti sul volto.
Mi ero alzato confuso e mi ero messo le prime cose che avevo trovato nell'armadio ovvero un maglioncino bordeaux, dei jeans neri e le Converse.
Sì, ogni tanto abbandonavo le mie fidatissime Vans.

Salimmo in auto e, due ore dopo, arrivammo in un paesino poco distante dal mare giusto in tempo per scorgere quello che rimaneva dell'alba.

Harry aveva organizzato una giornata solo per noi due lontano dagli occhi indiscreti dei nostri compagni e avevamo passato tutto il pomeriggio sdraiati sulla sabbia sotto il sole cocente abbracciati a parlare di tutto e di niente, a cantare le nostre canzoni e ad affogarci nell'acqua tiepida, ma ancora troppo fredda per i miei gusti, dell'oceano.

Era stata una giornata incredibile, ma per me la sola presenza del riccio riusciva a rendere meravigliosa anche una giornata chiuso in camera sommerso dai libri.
Bastava che il calore del suo corpo e il suo profumo di tabacco e vaniglia fossero percettibili che la mia vita diventava nettamente migliore.

Mia madre nel frattempo peggiorava lentamente sotto gli occhi preoccupati miei e di mio padre, eravamo certi che non sarebbe riuscita a sopravvivere fino alla fine dell'anno eppure, nonostante tutto, lei non si era ancora arresa.
Io ed Harry andavamo a trovarla ogni momento possibile e passavamo le giornate sul divano di pelle bianca del mio salone a parlare e a ridere bevendo una tazza di thè e mangiando biscotti fatti in casa.
Continuava a comportarsi come se la malattia non esistesse e noi, per quanto possibile, le reggevamo il gioco.
La sera, in camera mia, crollavo di tanto in tanto e il riccio era sempre pronto a dirmi parole confortanti e a farmi spuntare un sorriso sul volto.
Non so come avrei affrontato la situazione senza le sue braccia forti e muscolose avvolte a me ogni notte.
Ero grato che fosse con me.



"A che stai pensando Boo?" mi chiese a bassa voce per non farsi sentire dal professore.
"Come?".
"Eri sovrappensiero, va tutto bene?".
Gli sorrisi sincero, "certo Haz".
Nel frattempo la campanella suonò e noi ci dirigemmo in mensa.

"Guarda un po' chi si rivede, la nostra coppietta!" urlò Zayn.
Altro particolare che avevo tralasciato: Niall, Liam e Zayn erano diventati molto amici.
Andavano davvero d'accordo e quando io ed Harry rimanevamo in camera per stare da soli loro erano sempre insieme.
Ero felice che fossimo diventati tutti in bellissimo gruppo e di aver trovato un altro amico.

"Zanzi non urlare o giuro che ti stacco la lingua a morsi" disse Harry accanto a me.
"Scusami!?" chiesi io fingendomi offeso.
"Che hai Lou?".
"Come vorresti staccargliela la lingua? Vediamo chi prende a morsi chi Styles" dissi.

"Awww qualcuno è geloso qui eh?".
"No, non è vero" ribattei io puntando i piedi.
Lo ero, molto, anche se in quel momento stavo solo fingendo.
Sapevo che la loro fosse semplicemente amicizia.
"Ok allora non ti dispiacerà se prendo a morsi la sua lingua" mi rispose con fare provocatorio.

Harry amava provocarmi perché sapeva che mi mandava fuori di testa, e io non potevo fare a meno di reggergli il gioco.
La chimica che c'era tra di noi era qualcosa che non si poteva spiegare.

"Bene, fai pure, ma stanotte dormi nel tuo letto".
"Dormite insieme quindi? Cioè, tutte le sere?" chiese Niall.
"Dormire mi sembra un parolone, fortuna che nessuno di noi ha le stanze vicino alla loro, chissà che casino" rispose Liam.
"Payno!" urlai io.
"Oh avanti scherzo ragazzi...forse" fece con un sorriso inquietante.

"Cos'è? Ci spii da dietro la porta? Ho capito che non vedi la tua ragazza da tre mesi amico, ma questo mi sembra un po' troppo" disse Harry.
Liam lo guardò e tutti scoppiammo a ridere.
Io e il riccio ci sedemmo finalmente al tavolo e iniziammo a mangiare.



"Allora, domani dopo la scuola penso che io e Lou andrem-" Harry si bloccò, stringendo la presa sulla mia coscia.
Ignorai la scossa che sentii lungo la schiena lo guardai preoccupato.
"Harry che...?".
Nel frattempo anche gli altri lo osservarono con un'espressione confusa in volto.

Serrò di scatto mandibola e i suoi occhi divennero fessure, pensai che da un momento all'altro sarebbero uscite delle saette da quegli occhi.
"Harry ma che hai visto?" chiese Liam.
Non rispose, si limitò ad indicare leggermente con la testa verso un punto della mensa, lo stesso che stava fissando incazzato.

Ci voltammo tutti e l'unica cosa che vidi era un tavolo, poco distante da noi, al quale erano sedute circa sei ragazze che, non appena ci videro, distolsero lo sguardo imbarazzate.
"Le conosci?" chiese Harry serio.
"Non credo, perché?".
"Quella biondina ti stava fissando".
"Ma quale?".
"Quella con la minigonna e la canottiera un po' troppo scollata, che tro-".
"Harry!" urlai io, divertito dalla situazione.

"Siamo ad ottobre! Cristo potrebbe anche coprirsi!".
"Menomale che ero io quello geloso eh", questa volta lo provocai io.
"Ti stava mangiando con gli occhi" sembrò giustificarsi lui, alzando le spalle.
I nostri amici risero divertiti dalla profonda ed inaspettata gelosia del riccio.
"Haz, guardami. Di chi sono innamorato? Chi guardo con occhi che brillano ogni volta? A chi mi addormento abbracciato ogni sera? Chi bacio ogni volta che mi si presenta l'occasione?".
Gli occhi di Harry ripresero a luccicare una volta che si posarono sui miei.
"Perfetto, quindi trai le conclusioni...pensi mi possano interessare un paio di tette messe in mostra?".
Ridemmo tutti quanti di gusto.

"No, hai ragione. Solo...sei mio, e non mi piace quando ti guardano".
Arrossii a quelle parole ma mi ripresi subito perché il biondo seduto di fronte a me si mise a ridere, facendo finta di vomitare.
"Grazie Nialler, tu si che sai rendere un attimo veramente romantico" dissi.

Mi voltai e osservai davvero per la prima volta la ragazza che Harry aveva quasi incenerito con lo sguardo.
Indossava delle scarpe col tacco incredibilmente alto, una gonnellina a quadretti lilla e una canottiera dello stesso colore, effettivamente mi sembrò un abbigliamento troppo estivo, considerando che ormai tutti gli studenti giravano per i corridoi con addosso i pesanti felponi della scuola.
Spostai lo sguardo verso i capelli biondi fermati di lato con una molletta, anch'essa lilla, e sugli occhi di un colore a metà tra il verde e l'azzurro.
Finalmente la riconobbi.

"Briana" dissi io, quasi sussurrando.

"Chi?".
Harry si voltò di scatto.
"La ragazza a quel tavolo, è Briana".
"E chi cazzo è? Chi la vuole qui?".
Sorrisi per quanto fosse diventato geloso il riccio.

"E' la ragazza nuova, dicono che sia arrivata qualche giorno fa. Ne parlano tutti Hazza, ma dove vivi?"
Niall per poco non si ingozzò.
"Quella Briana? Oh cazzo".

"No, non ne ho sentito parlare e sinceramente preferivo così. Poteva starsene dov'era".
"Harry calmati" dissi appoggiando la mia mano sulla sua e stringendogliela.
Lui ricambiò la presa convinto.

"Dicono che sia qui da due settimane e si sia già fatta mezza scuola, incredibile" continuò il biondo.
"Sì, ci ha provato anche con me al corso di giornalismo l'altro ieri, incredibile" aggiunse Liam.
"Bene, Louis a quanto pare è il prossimo sulla lista. Giuro ce se si avvicina e ti sfiora solo un capello la uccido".
"Non esagerare Haz. Lo sai che non mi importa di nessun altro che non sia tu. Può provarci finché vuole, non avrà mai niente da me".

"Ok piccioncini, adesso andate a fare le vostre cose in camera però perché noi abbiamo appena finito di mangiare e non vorrei rivedere quello che abbiamo mandato giù" scherzò Zayn.
"Molto simpatico Zanzibar, davvero. Avete da fare questo pomeriggio?".
"Sì, io e questi due abbiamo deciso di fare una partita a calcio. Se volte unirvi ci fa piacere".
Io ed Harry ci guardammo una frazione di secondo che bastò per dare una risposta.

"No, grazie ragazzi ma oggi vorrei andare con Louis al laghetto, ci vediamo qui stasera ok?".
"Va bene, ma quando decidete di sposarvi noi faremo i testimoni".
"Non fare il coglione, non stiamo nemmeno insieme" dissi.
"Non servono stupide convenzioni sociali o fogli dal Comune per essere qualcosa Tomlinson" rispose il moro con un sorriso sghembo.

"Effettivamente hai ragione, touché".

Li salutammo e ci avviamo uno accanto all'altro fuori dalla mensa.
Lo sguardo di Briana che mi trapassava la testa quasi volesse farmi una radiografia e la mano di Harry nascosta sotto le maniche larghe della sua felpa che stringeva saldamente la mia per marcare segretamente il territorio.

Ice and emeralds|lxuistmlnsnWhere stories live. Discover now