Capitolo 13

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Venni svegliato da una chiamata, erano le quattro del mattino.
Lessi il nome sul cellulare credendo fossero i miei amici e che fosse successo qualcosa durante le loro vacanze anticipate ma mi sbagliavo.

'Eleanor'.

Cosa voleva a quest'ora?
Soprattutto, perché chiamarmi?
Risposi.

"Ciao El, dimmi".
La sentii piangere.
Cosa stava succedendo?

"Louis mi dispiace, mi dispiace davvero tanto. So che sei lontano ma non volevo lo venissi a sapere da qualcun altro o dai giornali e io..." disse in panico.
Sapere cosa? Mi stava spaventando.
"Eleanor calmati per favore, spiegami cos'è successo" dissi io.

"Mark...stava tornando da una festa in discoteca, pioveva e la strada era scivolosa e...ha fatto un incidente con il motorino e..." merda.
Mark.

"E' in ospedale? Si è rotto qualcosa? Come sta?" chiesi preoccupato.
"Louis...mi dispiace, non ce l'ha fatta".
Mark.
La stanza intorno a me iniziò a girare, i rumori erano ovattati e vedevo tutto nero.
Mark.

"Lou ci sei?".
Riattaccai.
Le avrei detto qualcosa in un altro momento, era stata gentile ad avvisarmi.

Mark era morto. Il mio migliore amico dall'infanzia. Ero completamente solo, stavo andando in panico.
Provai a chiamare Niall e Liam ma non risposero visto l'orario.
Cosa potevo fare?
Mi sentivo soffocare e corsi fuori dalla stanza, cercai disperatamente qualche viso familiare ma il corridoio era vuoto. Improvvisamente caddi a terra ed urlai.
Urlai forte, mi fece male la gola e i polmoni mi bruciarono.

Mark, perché te ne sei andato? Avevamo una vita da vivere insieme.
Non puoi essere morto davvero, no.



"Louis! Louis cosa succede, rispondimi!" una voce mi urlò in corridoio, era vicina a me ma io la sentivo lontana.

Alzai lo sguardo e quegli occhi verdi mi stavano fissando seriamente spaventati.

Non accennai ad alzarmi o a dire qualcosa e così Harry si sedette accanto a me e mi abbracciò.

Quanto mi era mancato il suo profumo, il suo calore, i suoi occhi. Mi sentivo a casa vicino a lui. Tutto sembrava giusto.
Ma Mark era morto.

Dopo alcuni secondi che sembrarono ore il riccio si staccò da me e mi guardò negli occhi appoggiandomi una mano sulla guancia asciugandomi le lacrime.

"Louis ti prego, parlami. Ero spaventato a morte, sei sparito per settimane e adesso sei qui in queste condizioni. Dove ti eri cacciato? Sei dimagrito un sacco Lou..." mi chiese a raffica.

Era preoccupato per me? Gli importava?
Sicuramente lo stava dicendo solo per compassione, ad ogni modo gli afferrai la mano ed entrai nella sua camera, nella nostra camera.

Mi stupii di vederla vuota e con il mio letto intatto.
Emily non passava lì le notti? Non stava cantando per lei qualche ora prima?

Mi sedetti sul suo letto e, dopo aver bevuto un bicchiere d'acqua offerto dal riccio, respirai profondamente. Harry aveva questo effetto, riusciva a calmarmi anche se ero completamente in panico.

Tornai in me, ma un peso mi schiacciava lo stomaco. Ero solo, una parte di me era morta assieme al mio migliore amico.

"Mark ha fatto un incidente in moto e...se ne è andato" spiegai io asciugandomi gli occhi gonfi dal pianto con le maniche del pigiama.
Harry mi guardò in silenzio e mi abbracciò.
"Mi dispiace...per tutto".

"Devo tornare a casa Harry, devo vederlo e...il funerale...io non posso...".
Mi fermò.
"E con chi vorresti andare? I tuoi non possono tornare, o sbaglio?".
"No, è vero, ma Mark è (era, pensai) il mio migliore amico. Parto da solo domani mattina".
"Tu non vai da nessuna parte da solo. Guardati Louis, stai malissimo e non riesci a ragionare lucidamente cazzo. Vengo con te, ti accompagno".

Improvvisamente mi ricordai il motivo per cui ero sparito per settimane.
"No, grazie, non ho bisogno di te" dissi io brusco, la sua risposta mi sorprese.

"Ma io ho bisogno di sapere se stai bene, non replicare, verrò io con te. Non ti lascio da solo in questo momento. Se vuoi rimanere incazzato con me per qualche strano motivo a me va bene, magari hai anche ragione, ma io non posso vederti così" mi disse.
Non potei far altro che annuire.

"Bene, prepara il borsone con i vestiti per un paio di giorni, io devo fare una cosa prima di partire" disse di nuovo, e corse fuori dalla camera.
Cosa doveva fare nel cuore della notte?

Preparai il borsone con dentro anche i vestiti di Harry e lo aspettai seduto sul letto mentre i ricordi di me e del mio migliore amico mi giravano per la mente.
Il primo giorno di asilo, di elementari, di medie e di superiori. Sempre seduto in banco con lui. Ero felice e non lo sapevo. Avevo tutto quello che mi importava realmente nella vita.
Come avrei potuto vivere senza di lui?
Non era il momento di pensare a me.
Avrei avuto il tempo di star male dopo il funerale. Non potevo farmi vedere debole davanti a lui o ad Harry.

Il riccio tornò in camera con un comportamento strano.
Cos'aveva combinato?

"Allora, andiamo?".



-Harry's pov-

Mi svegliai di colpo nel cuore della notte quando sentii un urlo agghiacciante arrivare dal corridoio.
Erano le quattro del mattino, cosa era successo?

Aprii la porta e quello che vidi mi gelò il sangue.
Louis era accasciato in corridoio mentre urlava e le lacrime gli solcavano il viso.
Era dimagrito davvero tanto e non avevo mai visto nessuno stare così male.
Corsi da lui.

"Louis! Louis cosa succede, rispondimi!" urlai, ma sembrava non mi sentisse.
Improvvisamente alzò lo sguardo e i suoi occhi azzurro ghiaccio mi causarono un brivido alla schiena. Mi erano mancati come l'aria.

Non rispose, così mi sedetti accanto a lui e lo abbracciai.
Mi era mancato il suo profumo e il calore della sua pelle.

Cosa stavo facendo? Stavo davvero rischiando di perderlo perché avevo paura?
Non potevo fare altro, per il momento.
E poi ero seriamente preoccupato dalle sue condizioni, non era il momento di pensare ai miei sentimenti.

Dopo alcuni secondi che sembrarono ore mi staccai da lui e gli appoggiai una mano sulla guancia, asciugandogli le lacrime con il pollice. Mi distruggeva vederlo in quello stato.

"Louis ti prego, parlami. Ero spaventato a morte, sei sparito per settimane e adesso sei qui in queste condizioni. Dove ti eri cacciato? Sei dimagrito un sacco Lou..." chiesi a raffica.
Avevo ammesso di essermi preoccupato, cazzo.

Gli tesi la mano che afferrò incerto e mi diressi in camera con lui, gli offrii un bicchiere d'acqua facendolo sedere sul mio letto e sembrò calmarsi.

"Mark ha fatto un incidente in moto e...se ne è andato" disse poi asciugandosi gli occhi gonfi con la manica del pigiama.
Lo guardai in silenzio, non trovando le parole adatte da dire, e lo abbracciai.
"Mi dispiace...per tutto" mi lasciai scappare.

"Devo tornare a casa Harry, devo vederlo e...il funerale...io non posso...".
Lo fermai.
"E con chi vorresti andare? I tuoi non possono tornare, o sbaglio?".
"No, è vero, ma Mark è il mio migliore amico. Parto da solo domani mattina".
"Tu non vai da nessuna parte da solo. Guardati Louis, stai malissimo e non riesci a ragionare lucidamente cazzo. Vengo con te, ti accompagno".

Si irrigidì improvvisamente come se si fosse ricordato di qualcosa e mi rispose brusco "no, grazie, non ho bisogno di te".

Non so con che coraggio risposi "ma io ho bisogno di sapere se stai bene, non replicare, verrò io con te. Non ti lascio da solo in questo momento. Se vuoi rimanere incazzato con me per qualche strano motivo a me va bene, magari me lo merito anche, ma io non posso vederti così".
Annuì e io sorrisi soddisfatto.

"Bene, prepara il borsone con i vestiti per un paio di giorni, io devo fare una cosa prima di partire" dissi, e subito corsi fuori dalla camera.

Sapevo di aver aspettato fin troppo, e questo era il momento giusto.



Con il cuore che scoppiava bussai alla camera di Emily che mi aprì assonnata.
"Amore che succede? Sono le quattro del mattino" disse.

"Emily ti devo parlare...non posso più continuare a stare con te io...è finita, mi dispiace, davvero ci ho provato ma...".
La sua risposta mi fece sgranare gli occhi: "ma gli occhi azzurri che vuoi non sono i miei".

Cosa? Lo aveva capito? Chi altro lo sapeva?

"Tu lo sapevi? E perché hai continuato a stare con me se...".
"Ognuno ha tratto qualcosa da questa storia Hazza, tu hai dimostrato al mondo la tua eterosessualità e io mi sono fatta la mia crush di una vita. Va tutto bene, davvero, non sono arrabbiata. Solo...non aspettare troppo ad ammettere a te stesso quello che provi davvero, potrebbe essere troppo tardi" mi fece l'occhiolino e richiuse la porta alle sue spalle.

Cosa diavolo era appena successo? Stavo ancora sognando?
Mi sarei aspettato di tutto, ma non quella reazione. Ero sconvolto.

Tornai in camera mia e di Louis, deciso a non dire niente a nessuno della rottura, specialmente a lui. Non ero ancora pronto e non lo sarei stato per davvero tanto tempo. Ma almeno avevo sistemato metà del disastro.

Aprii la porta e trovai il castano che stava finendo di sistemare il borsone con i nostri vestiti. Mi guardò come se avessi uno strano animale in faccia.

"Allora, andiamo?" chiesi.

Ice and emeralds|lxuistmlnsnWhere stories live. Discover now