Capitolo 23

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-Louis' pov-

"Louis sei pronto ? Gli ospiti saranno qui a minuti!".
"Scendo subito mamma!" urlai mentre finivo di allacciarmi le mie solite Vans.
Era domenica sera e stavano per arrivare l'infermiera di mia madre e suo figlio come ospiti a cena.

Il giorno seguente sarebbe ricominciata la scuola così diedi un'occhiata svelta alle valigie già pronte ai piedi del letto sospirando.
Non avrei voluto abbandonare per l'ennesima volta mia madre, ma dovevo farlo.
Solo allora ricordai di un piccolo particolare: ero in camera con Harry.
Come avrei fatto?
Ma soprattutto, sarebbe tornato?
Con che coraggio avrebbe accettato di essere di nuovo in camera con me?

Subito mi convinsi del fatto che, probabilmente, avesse già chiesto alla segretaria della scuola di cambiare la sua stanza e il corso di letteratura inglese che avevamo insieme.
Non sapevo se questo sarebbe stato un bene o un male.

Chiusi la porta di camera mia e scesi al piano di sotto aiutando mia madre a portare in tavola gli antipasti per gli ospiti.
Ero davvero curioso di conoscere il ragazzo visto che lei non aveva detto nulla sul suo conto.

"Oh cielo, sono qui!" disse mia madre quando il campanello suonò.
Corse velocemente alla porta seguita da me, anche se rimasi qualche passo indietro.
"Johannah, ciao! Come stai cara? Va un po' meglio?" chiese quella che, pensai, doveva essere l'infermiera di mia madre.
"Sto bene Anne non preoccuparti, questa serata non è per me...oh...Harry ciao!".

Se fino a qualche secondo prima ero intento ad ammirare le punte delle mie scarpe leggermente a disagio, in quel momento il mio stomaco di contrasse e io di scatto alzai gli occhi non appena sentii pronunciare quel nome.
Non poteva essere...

Harry.
Cazzo.

Aspetta, mia madre lo sapeva!
Me la sarei presa con lei se solo non fosse stata...ma non potevo.
Mi limitai a guardarla torvo e a spostare lo sguardo sulle due figure che aspettavano sulla porta.

La madre di Harry, Anne, era molto bella.
I lunghi capelli neri le ricadevano sulle spalle in una piega perfetta mentre il suo corpo era avvolto in un elegante abito nero con delle paillettes.
Capii subito da chi avesse preso tutto quel fascino il riccio.

Harry era lì, semplicemente...Harry.

I jeans neri fin troppo stretti che mettevano in risalto le sue gambe chilometriche, una camicia bianca a righe nere leggermente sbottonata e i suoi immancabili stivaletti.

Un groppo di saliva tentò di soffocarmi ma feci del mio meglio per spostare lo sguardo e mantenere un'espressione neutra.
Onestamente, visto dal fuori non dovetti sembrare molto neutro, ma non importava.
Salutai cordialmente Anne, ignorando il riccio di fianco a lei che mi guardò con degli occhi da cane bastonato.
Con che coraggio mi guardava in quel modo?

Mi diressi sul divano bianco del nostro salone dove tentai di sprofondare il più possibile.
Non potevo scappare, ma una volta finita la serata mia madre avrebbe dovuto darmi più di qualche spiegazione.
Sapevo che quella cena fosse stata organizzata appositamente per farci incontrare, ma non capivo perché lo avesse fatto.
Dopotutto non sapeva l'intera versione della storia.
Non mi capacitai invece di come Harry sembrasse tranquillo.
Sapeva che sarebbe stato nostro ospite?

Poco dopo mia madre, Anne ed Harry mi raggiunsero sul divano dove iniziarono a parlare tranquillamente.
Il riccio era seduto esattamente di fronte a me che si rigirava nervosamente i pollici.
Le nostre mamme continuarono a parlare cercando di renderci partecipi ma io non staccai gli occhi dal cellulare.
Harry non la smetteva di deglutire e di sospirare, Dio che nervoso.

"Dai, andiamo a tavola" disse mia madre.
Una volta che tutti e quattro ci sedemmo la situazione peggiorò ulteriormente.
Harry era seduto di fronte a me, di fianco avevo mia madre.
Incollai gli occhi al piatto e non li rialzai per la mezz'ora successiva.

Terminato anche il dolce e dopo che gli argomenti si esaurirono, la tensione della stanza si poteva tagliare con un coltello.

Fu Anne a spezzare il silenzio rivolgendosi a mia madre.
"Johannah, che ne dici se discutiamo di quella cosa di cui ti avevo parlato?".
Perché mi sembrava tanto una scusa?

Giunsi alla conclusione che lo fosse quando mia madre rispose:
"Certo, andiamo in giardino però. Louis, tu puoi andare in camera tua con Harry e parlare nel frattempo. Non ci metteremo molto".

Porca puttana. Porca. Di. Quella. Puttana.

Salii le scale stanco di provare a convincere mia madre a lasciarmi a tavola con il riccio che mi seguiva.
Aprii la porta di camera mia e mi lanciai sul letto con la faccia nel cuscino, sospirai.
Silenzio totale.

Percepii il corpo di Harry sedersi accanto a me, ma non parlò.
Rimanemmo fermi in quelle posizioni fino a che...

"Louis...".
"Che cazzo vuoi Styles?" risposi brusco.
Volevo ferirlo come lui aveva ferito me e mia madre.

"Louis io...".
"Non voglio stare ad ascoltare le tue scuse del cazzo ok? Risparmia il fiato. Non voglio parlare con te e tantomeno guardarti. Mi fai schifo".
Non che lo pensassi davvero, ero arrabbiato, sì, ma ero ancora innamorato di lui e dovetti ammettere che averlo in casa e non guardarlo, quella sera, era stato molto difficile.

"Non è come pensi" disse.
"Ah no? Quindi non te ne sei andato senza darmi una buona motivazione, dopo avermi bloccato, lasciando me e mia madre qui da soli quando sapevi che avevo bisogno di te e che mia madre si era legata a te? Vaffanculo".
Sentii la sua mano afferrarmi con forza un polso che iniziò a scottare sotto quella presa; mi voltai.

Ice and emeralds|lxuistmlnsnWhere stories live. Discover now