Capitolo 8

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"Il signorino Tomlinson ha fatto conquiste, eh?" disse Liam.
"Non fare il coglione Payno, lo sai che non succederà mai nulla tra noi due. Stavamo solo parlando della canzone che vogliamo scrivere insieme".
Niall per poco non si ingozzò.

"Cosa volete fare!?".
"Niall risparmia la tua morte per motivi migliori, è solo una canzone, me lo ha chiesto lui".
I due si guardarono.
"Lou...ti rendi conto di quello che hai appena detto vero?".
Non capivo, cosa c'era di tanto speciale nel scrivere una canzone?

"No ragazzi, veramente no".

"Louis...conosciamo Harry da anni, chiunque qui sa che non lascerebbe entrare nessuno nel suo mondo fatto di musica e chitarre. Mi chiedo come sia possibile che..." mi spiegò poi il castano.
Una sensazione strana si diffuse nel mio stomaco, che fossero le fantomatiche farfalle?

Harry Styles aveva permesso a me, uno sconosciuto, di scrivere per lui?
Cosa voleva significare? Non capivo.

Passammo il resto della cena parlando di qualche cazzata riferita al calcio probabilmente, e io continuai a guardare quei meravigliosi ricci dall'altra parte della mensa. Era seduto al tavolo con Zayn e altri ragazzi, comprese tre ragazze.
Mi ritrovai a torturare inconsciamente il bicchiere di plastica davanti a me.
Di cosa ero geloso esattamente?

"Bene LouLou, noi andiamo in camera a studiare per il test di storia di domani, ci si vede, buonanotte!" mi dissero.

Li salutai e mi incamminai verso la mia stanza. Non feci in tempo a riprendere in mano il testo della mia canzone che la maniglia della porta si abbassò e fece capolino Harry.
Riusciva a lasciarmi senza fiato ogni volta, anche con i capelli fuori posto e stanco dopo un pomeriggio di scuola.

"Ciao" mi salutò.
Ricambiai il saluto felice.
"Che stavi facendo? E' da prima che ti vedo molto concentrato sul tuo cellulare" mi chiese curioso.
"Stavo scrivendo un testo di una canzone, mi sentivo ispirato. Sai...ci starebbe bene accompagnato dalla chitarra" sorrisi timido ancora una volta.
"Fammi leggere dai".

Si sedette sul mio letto, le nostre spalle si sfioravano appena eppure mi sembrava di non poter respirare mai più.
Mi prese dalla mano il telefono e iniziò a leggere attentamente le parole che avevo digitato poche ore prima.
Rimasi a fissare il suo sguardo serio e ammirato allo stesso tempo finché si passò la lingua sulle sue bellissime e perfette labbra rosse e finalmente mi restituì il cellulare.

"Wow Lou, hai davvero talento, complimenti. Che melodia vorresti darle?".
"Non saprei veramente, su questo sei tu l'esperto".
"Prova a cantarla, vediamo cosa ne esce!".
Credetti di morire su quel letto.
Mi vergognavo a respirare davanti a lui, figuriamoci a cantare.

"N-no io non credo sia il...il caso. Non sono bravo e poi t-".
Mi bloccò mettendomi una mano sulle ginocchia. Tremai, sperando non lo notasse.
"Louis, ti prego, canta per me. Sono curioso di sentire la tua voce cantare questo testo".
Lo guardai dritto negli occhi e, non so con quale coraggio, iniziai a cantare.
Poco dopo si aggiunse anche lui e le nostre voci crearono un coro perfetto. Sembrava il paradiso.
Ancora una volta.

"Wow" disse semplicemente il riccio una volta finito.
"Già, è davvero bella. Ma non so come continuarla" dissi.
"Dammi qui, ti aiuto...se vuoi".
Annuii.

Mi sdraiai sul letto con la testa sospesa sulla mia mano ed Harry si appoggiò con la schiena al muro, i nostri visi erano pericolosamente vicini sopra lo schermo dello stesso cellulare.
Di colpo la stanza sembrò rimpicciolirsi e l'aria svanire.
Sarei rimasto così per sempre.

Non so a che ore crollammo, ma mi svegliai la mattina seguente con la testa di Harry appoggiata al mio petto.
Dovevamo esserci addormentati ancora una volta mentre pensavamo alle parole adatte per la canzone.
Mi guardai intorno e il riccio si svegliò, puntando i suoi occhi sui miei.
Ci guardammo per qualche secondo quando entrambi, di scatto, ci alzammo in piedi.
Sembrava che la nostra pelle avesse iniziato a  bruciare.

"Merda Louis, sono le otto e cinque! La lezione è iniziata cinque minuti fa!" urlò lui.
Corsi fuori dalla stanza senza nemmeno cambiare i vestiti della sera prima, e il riccio fece lo stesso.
Avevamo letteratura inglese con Anderson, quindi corremmo insieme verso l'aula.

Bussammo alla porta ormai chiusa e con nostra sorpresa Isaac ci aprì.
Quell'uomo era troppo buono, davvero.
Vidi Niall e Liam guardarsi complici quando videro me e Harry arrivare insieme, di corsa, con i volti rossi dalla fatica.
Maledizione, perché dovevano essere nel mio stesso corso?
Mi preparai mentalmente a ricevere mille domande a pranzo da quei due.

"Sedetevi e fate silenzio ragazzi, e...maledizione Styles metti la sveglia! Non coinvolgere anche Tomlinson ora, è il mio miglior studente!".
Abbassai lo sguardo imbarazzato ma fiero.
"Sì professore, davvero ha ragione, dovrei andare a dormire nel mio letto e mettere la sveglia" disse Harry, forse accorgendosi troppo tardi di quello che aveva appena detto.
Diventammo rossi entrambi.

Sapevo benissimo che non fosse successo niente, che ci fossimo addormentati scrivendo una canzone, ma non si poteva dire lo stesso degli altri.
Alzai lo sguardo e ritrovai tutti i nostri compagni, specialmente i miei due migliori amici, fissarci.
Merda, Harry statti zitto la prossima volta.
Gli tirai un pungo sotto al tavolo.

"No, cazzo, non intendevo...stavamo solo..." provò a dire di nuovo cercando di salvare la situazione, ma non fece altro che peggiorarla.
Grazie a Dio il professore ci salvò da un'altra figura di merda.
"Non importa ragazzi, solo...che non succeda più intesi?".
"Intesi" dicemmo all'unisono io e il riccio.
Lo avrei ucciso.

L'ora passò in fretta e non appena sentii la campanella suonare mi alzai velocemente e corsi alla lezione successiva. Era stata l'ora più faticosa della mia vita.
Mandai un messaggio a mio padre, che ultimamente mi rispondeva sempre molto evasivo.
Forse erano delusi da me e dal mio comportamento, chi lo sa.

Finite anche le altre ore mi ritrovai insieme a Niall e Liam per pranzare, quel giorno non avevo altre lezioni perché il prof era malato.
"Tommo, devi per caso dirci qualcosa sul, non saprei, ritardo di stamattina?", Liam mi guardò con una faccia pervertita.
Ma dai!
"Vi giuro, dovessi morire in questo momento, che non è successo niente. Abbiamo solo scritto la canzone", dissi io sbuffando e mettendo la testa tra le mani.
"Ok, ti crediamo. Ma se dovesse succedere qualcosa guai a te se non ce lo dici" mi riproverò il biondo.
Erano due deficienti, davvero.
Sapevamo tutti che fosse un sogno fin troppo bello, e che non fossimo in una fanfiction per ragazzine.


Decisi di non tornare in camera ma di godermi il sole di inizio maggio nel cortile della scuola.
Mi sedetti sotto un albero e chiusi gli occhi.
Quando li riaprii per poco non mi venne un infarto.
Di nuovo il verde nel blu.
I suoi occhi nei miei.

"Ciao, volevo scusarmi per la figura di merda di stamattina, non volevo. E' ovvio che mi piacciano le ragazze, non pensare male" disse lui.
Merda.
Lo sapevo, ma sentirmelo dire da lui faceva tutto un altro effetto.
Era come una pugnalata al cuore.
Deglutii.

"Lo so, non preoccuparti. Comunque, ho finito la canzone. Dopo te la passo".
Lui tirò fuori il suo cellulare dalla tasca e me lo passò. Lo guardai confuso.
"Dammi il tuo numero, almeno posso mandarti gli accordi della chitarra e tu puoi scrivermi i testi appena ti vengono in mente" disse lui, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Scrissi velocemente le cifre e glielo ridiedi.
Lo guardai un secondo negli occhi e feci per andarmene quando mi fermò di nuovo.

"Che c'è?".
Ero triste, volevo solo stare da solo.

"Posso chiederti come mai hai scritto questa canzone? 'Defenceless'? Significa senza difesa, senza barriera. E' per la tua ragazza?". Mi chiese.
Non capii dove volesse arrivare, che gli importava per chi fosse?

"No, non ho la ragazza. E' sempre per Mark". Mentii.
Effettivamente il testo non era proprio amichevole ma poteva sembrarlo, forse.
"Il tuo migliore amico? Per scrivere così di lui allora devi tenerci davvero molto" disse, ma non mi sembrò molto convinto.
"Già, ora devo andare Harry. Ci vediamo dopo".

Mi incamminai verso la biblioteca perché di solito era vuota. Avevo bisogno di riflettere. Di tornare in me. Cosa speravo di ottenere facendo così?
Che Harry Styles si innamorasse di me?

Rimasi in quella stanza abbastanza a lungo da addormentarmi, e quando mi risvegliai erano circa le tre del mattino. Merda, dovevo imparare a dormire come si deve.

Controvoglia tornai ai dormitori. 

Ice and emeralds|lxuistmlnsnWhere stories live. Discover now