Capitolo 14

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"Dobbiamo passare da casa dei miei, devono saperlo, per loro Mark era un secondo figlio" dissi io sospirando.
Indicai la strada ad Harry e ci fermammo davanti al portone che erano ormai le sei del mattino.
Mi bloccai guardando il campanello.

"Sei nervoso?" mi chiese il riccio appoggiandomi una mano sulla spalla, trasalii.
"Non li vedo da due mesi e non gli parlo da molto...non so cosa aspettarmi" ammisi io.
Mi prese la mano e suonò al mio posto.
Lo ringraziai a bassa voce per questo, ma non mi sentì.

Quella che venne ad aprire la porta era la visione di mia madre più spaventosa che avessi mai visto.
Probabilmente sbiancai.

"Louis che succede! Non ti abbiamo sentito per tre settimane, eravamo preoccupati. Mio dio guarda come sei dimagrito figliolo!" disse preoccupata.
Era seria? Si era guardata allo specchio?

"Mamma sei...cosa sta succedendo a te piuttosto. Sei dimagrita molto anche tu e...stai bene?" chiesi.
La sensazione che avevo provato durante il trasferimento era tornata, insieme al dolore per la perdita del mio migliore amico.

"Non adesso Boo, piuttosto dimmi cosa ti porta qui alle sei del mattino. Non hai lezione?" chiese.
"Non ci vado da un mese ormai mamma. Ma non preoccuparti, ho dato comunque gli esami. Spero siano almeno sufficienti, non è stato un bel periodo. Comunque...questo è Harry, il mio...compagno di stanza" dissi ricordandomi improvvisamente della presenza del riccio.
"Piacere Harry, io sono Johannah".
Si strinsero la mano e per poco non piansi.
Era una visione bellissima.

"Dobbiamo partire subito, torno a casa e lui si è offerto di accompagnarmi. Mamma ti prego, fammi andare, è importante".
"Louis non sto capendo, per favore spiegati".
"Mark ha avuto un incidente questa notte in motorino...è morto. Devo andare là, il funerale...tutto quanto io non posso non..." piansi ancora una volta.
Le ginocchia cedettero ma per fortuna Harry mi afferrò pronto.

Mi strinsi forte a lui dimenticando per un attimo tutti i problemi.

Vidi gli occhi di mia madre riempirsi di lacrime tanto quanto i miei.

"Mark...ommiodio. Vai pure tesoro, vai. Il primo volo parte dalle otto, volete mangiare qualcosa?".
Scossi la testa ma Harry mi staccò da sé e disse "Louis devi mangiare, guardati. Non so cosa ti sia successo, ma adesso devi essere forte anche per Mark. Per favore" e così obbligato da entrambi mi diressi in cucina per mangiare dei pancakes.

"Harry tu risposati, ti ho tenuto sveglio dalle quattro e sarà un viaggio duro. Vai pure in camera mia" dissi.
Harry annuì, palesemente stanco, e salì le scale.

Rimasi solo con mia madre.

"Come stai Louis?".
"Bene, perchè?" risposi io piatto.
"Guardati...non sembri più nemmeno lo stesso figliolo".
"Senti chi parla. Piuttosto dimmi tu cosa ti è successo".
La vidi trasalire.
Cosa mi stava nascondendo?

"Te ne parlerò quando sarai tornato qui e la questione Mark sarà finita" disse lei.
Non volli ribattere.
"Lou, c'è qualcosa che devi dirmi?".
"In che senso?".
"Sono tua madre, ti conosco tesoro, li vedo i tuoi occhi".
Istintivamente abbassai lo sguardo, quasi avessi paura che potesse leggermi dentro.

"Si tratta di Harry, non è così?".
Per poco non mi strozzai con lo sciroppo d'acero.

"Mamma...è complicato" dissi infine.
"Sei innamorato di lui?".
Abbassai di nuovo lo sguardo sul mio piatto e iniziai a giocherellare con la forchetta.

Colpito e affondato.

"È più difficile di questo mamma. Io lo sono, ho capito di esserlo da tempo. Ma lui ha una ragazza e le cose tra noi due non potrebbero mai andare. È tremendamente etero" ammisi infine.
Lei mi sorrise.

"Non ti faccio schifo?" dissi.
"Perchè dovrebbe farmi schifo vedere mio figlio innamorato davvero per la prima volta?" sorrise.
Mi si sciolse il cuore.

"Amare è una merda mamma. Preferivo farmi le tipe in discoteca e non pensare alle conseguenze".
"Amare non è mai brutto Louis, e sono sicura che le cose tra te e Harry andranno per il meglio. Anche i suoi occhi parlano sai?".

"E cosa dovrebbero dire? Che è felice di andare a letto con Emily e di dedicargli le canzoni? L'ho sentito ieri sera mentre suonava una canzone dedicata a lei. Parlava delle sue labbra, dei suoi occhi e della sua stupida maglia bianca" dissi poi.

Ice and emeralds|lxuistmlnsnWhere stories live. Discover now