13.

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Zayn's pov
Il giorno seguente fu un inferno, il suo corpo era riposto nella bara, aspettava solo la sera per essere seppellita, perché si,lei voleva essere seppellita durante la notte, io lo sapevo.

Erano le 19.00 e io stavo provando con le forze che mi rimanevano di sistemare la camicia bianca che copriva i lembi di pelle che stavo martoriando, Louis mi infilò l'anello blu che prima portava al dito lei, sfiorando delicatamente la ferita aperta sulla mia nocca, lui era impeccabile, anche se non aveva dormito pur di seguire lui in prima persona ogni parte di quel funerale, era stato presente ad ogni commissione, le occhiaie erano ben definite sotto i suoi grandi occhi azzurri, e le labbra erano rotte dallo stress.

"Ehy andiamo è ora" mi prese la mano e andammo verso la chiesa, il tragitto fu silenzioso, non parlò nessuno della mia famiglia perché la famiglia non era più completa ormai, arrivati nel punto destinato, vidi quella maledetta scatola di legno e desiderai ardentemente che uscisse quella fievole voce che mi mancava terribilmente, ma non ne uscì nulla.

Non feci il discorso, non avevo voglia, ero terribilmente arrabbiato con me stesso e con la vita, non volevo spaccare e rovinare quel momento  di lutto per la rabbia che provavo dentro, parlò Louis, lèsse con attenzione  una piccola lettera che scrisse anni fa sul balcone di casa mia...
eravamo piccoli, lui era ancora intero,
e io potevo salvarlo, ora capisco cosa significa essere senza un punto di riferimento, ora capisco cosa avesse significato per lui vivere senza un genitore, l'unica differenza era che la mia se n'era andata in alto, il suo avrei tanto voluto che lo avesse fatto.

Finito il discorso ci ritrovammo nel giardino dietro casa mia, avevamo deciso di seppellirla li, si meritava di essere in casa anche dopo la morte, colsi una violetta dalla sua pianta che aveva messo radici poco lontano dalla buca per la bara,
lo accarezzai con delicatezza e lo posai su quel legno, all'altezza del cuore che si trovava sotto quello strato di malinconia e solitudine, la baciai per l'ultima volta "Ciao mamma, fai buon viaggio".

Poco più di un ora dopo, la rabbia stava prendendo il sopravvento e dissi a Louis
"Devo bere andiamo" lui accettò anche se controvoglia.
Avrei tanto voluto avesse detto di no ora come ora...

Harry's pov
Oggi ero andato a scuola e non avevo visto i miei occhi blu, ne avevo visto il suo amato ragazzo, non sapevo con chi sfogare i miei bisogni fisici, avevo una voglia di scopare incredibile,
chi si credeva di essere?
Non poteva sparire così,senza darmi spiegazioni , lui era il mio gioco non io il suo.

Le lezioni sembrarono durare un eternità,
la campanella solitamente segnava l'inizio di una nuova provocazione a lui, ma oggi era diverso, mancava un tassello.

Finire definitivamente le ore di prigionia,
uscii frettolosamente dall'istituto
e tornai a casa, ovviamente non c'era nessuno, quella stronza di mia madre come sempre stava passando il tempo con il suo amato uomo e mi aveva lasciato solo, non che mi dispiacesse ma avrei voluto mangiare porca puttana.

Tirai fuori il telefono dalla tasca posteriore, e scorrendo instagram vidi una storia appartenente ad uno dei miei tanti scopa amici, Luke, che parlava di una festa che si sarebbe tenuta in un pub poco più distante della casa di Louis... la zona non mi era molto familiare, ne mi stava a genio, ma avevo bisogno di divertirmi, per cui scrissi un messaggio a Luke, dicendo che ci sarei stato anche io e di prepararsi a divertirsi molto quella sera.

Erano le 21.30, avevo indossato una semplice camicia floreale che tenevo sbottonata fino a metà petto lasciando intravedere la farfalla che avevo tatuata poco sotto i pettorali, i miei anelli dorati adornavano le mie dita con unghie appena smaltate, le gambe erano ben delineate dai miei jeans neri strappati sulle ginocchia e i miei stivaletti bianchi abbinati al colore panna della camicia davano il tocco di classe, mi trovai davanti all'entrata di un pub di provincia,
poca classe, non roba adatta a me,
ma sarei entrato e mi sarei divertito.

Varcai la soglia, non feci in tempo a posare la giacca che in lontananza vidi la sua schiena, i suoi capelli, lo vidi,
e sorrisi maliziosamente.

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