14.

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Louis' pov
"Un altro".
Era forse la quinta volta che ordinava un altro shottino, e io non volevo vederlo ridursi come uno straccio, dovrà affrontare il dolore prima o poi, scappare così è inutile.

"Bevi qualcosa Loueh che cazzo fai".
Scossi la testa e un accenno di sorriso mi tinse le guance infondo era abbastanza sobrio da pensare a me.

"Un altro, cazzo barista".
Disse prima di buttare in terra il bicchiere che andò in mille pezzi ai miei piedi, nemmeno si alzò per recuperarli rimase immobile, mentre prendeva un altro bicchiere da riempire nuovamente, e lì non ci vidi più:
"Zayn basta, cazzo basta".
Lo presi per un braccio e lo feci girare:
"Lei non sarebbe fiera  di te a vederti così, cazzo sei ubriaco".

Lui rise, ma non una risata consapevole una risata cattiva...
"Come se tu sapessi che significa no?
Tu un padre non ce l'hai mai avuto, e tua madre è solo assente, infondo che cazzo ne sai di avere una famiglia e poi vederla andare via".
Io rimasi bloccato, non sapendo nemmeno più come si facesse a respirare:
"Zay andiamo a casa non ragioni per favore..." si staccò da me:
"Io ragiono eccome, sei tu quello che spacca ogni cosa che ha a tiro quando la mammina lo insulta, ora non posso io? Vattene da qui tanto non sai fare altro che piangere".

Non mi scomposi nemmeno,
poggiai il bicchiere sul bancone, mi alzai aggiustandomi le scarpe e senza aver ripreso ancora fiato da quella frase corsi via, lontano da quel bar, lontano da tutto.

"Dove vai occhi blu" la voce di Harry che sentii dietro di me, non ora ti prego non ora...
"Harry...Harr..ti prego non ora".
La voce mi si incrinò una lacrima solitaria scese sul mio viso, ero girato, ma probabilmente se ne accorse perché in giro di pochi istanti lo sentii dire:
"Aspettami qui, non fare un passo torno subito".
Ed io rimasi li, non mi mossi da quello spazio di pavimento, e lo vidi andare verso Zayn, quello che accadde dopo non lo ricordo nemmeno.

Harry's pov
"Harry..Harr.." mi aveva chiamato per nome, e quella fu la cosa che mi fece capire che stava davvero male quella volta, non feci domande, mi diressi legandomi i capelli in una veloce cosa al bancone dove avevo visto Zayn , lo presi da dietro e lo feci cadere in terra con una forza che non mi aspettavo di avere.
"Alzati da qui testa di cazzo" sputai con il veleno in gola.
"Che cazzo vuoi fare Styles " disse alzandosi il più basso.
"La tua testa su una picca, l'hai fatto piangere ma cosa hai in testa?"  
Lui si girò nella direzione dove avevo lasciato Louis piangente ma gli interruppi la visione mettendomi fisicamente in mezzo:
"Non meriti di guardarlo, fatti solo schifo"
"Certo perché tu fai altro oltre che scopartelo con me vero?".
Mi rigirai ma prima di andarmene  e tornare da Louis gli mollai un cazzotto in piano viso.

Lo ritrovai esattamente dove lo avevo lasciato, con le mani in tasca, aveva smesso di piangere, ma gli occhi erano arrossati e stava probabilmente per scoppiare a piangere e urlare nuovamente, lo presi per mano e lo condussi alla mia macchina.

"Ero in moto..." disse balbettando.
"Non me ne frega un cazzo, vieni con me non torni a casa sta sera"  dissi  mentre salii in macchina, accesi il motore e partii, durante il tragitto non parlammo, accesi la radio perché le parole di Zayn facevano male ad entrambi  e quella maledetta frase nella mia testa non smetteva di essere incisa "Perché tu lo meriti" non sapevo se davvero lo meritavo, non volevo meritarlo probabilmente, dovevo solo scoparmelo, ma da una volta siamo passati a due, tre e ora lo sto aiutando a scappare dal suo stesso fidanzato,
cosa cazzo mi sta succedendo.

"Siamo arrivati dai vieni" dissi, si slacciò la cintura e mi seguii fino a su la camera da letto, mi spigliai dei miei vestiti per mettermi comodo ma lui era rimasto seduto immobile sul letto a guardare il muro spoglio di ogni colore come immaginavo fosse la sua anima ora,
mi sedetti al suo fianco e dissi solo :
"Sono qui, parlami".

Louis' pov
"Sai, io in realtà non piango Styles" dissi quella frase consapevole che gli avrei dovuto raccontare la mia vita, non me lo stava imponendo ma dovevo dirlo, perché sentivo di star per esplodere.

"Mi piaceva di più Harry comunque" disse ironicamente, sorrisi e continuai:
"Harry, sai io non piango, io urlo e mi spacco le mani, io sto sempre bene, io non sto male perché se potessi stare male sarebbe tutto migliore".
Presi un respiro profondo:
"I miei genitori non vivono più assieme da anni, e io inizialmente ero contento lo ero davvero, perché l'inferno che stavo vivendo era davvero troppo,
mia mamma si metteva un coltello alla gola ogni sera davanti ai miei occhi perché non ce la faceva più, e poco prima mio padre la batteva al muro della cucina per ferirla, se lo meritava diceva".

La prima lacrima solcò il mio viso, e la mano di Harry si avvicinò alla mia.
"Ogni notte era così, non potevo dormire perché le loro urla superavano i muri della mia camera e probabilmente anche quelli che mi ero creato per sopravvivere almeno al giorno, così una mattina, mi alzai e decisi di prendere posizione, affrontai mio padre, il risultato?
Mi picchiò, porto addosso le cicatrici di quella giornata, e di quelle dopo per mesi e mesi" 

La sua mano strinse ancor di più la mia.
"Finché, una volta, tornato da scuola, non c'era più, mamma mi disse che papà se n'era andato, e io piansi dalla gioia, potevo essere libero, e per un po' ero davvero, la notte dormivo, ma poi tutto  andò solo peggio"...

"Sta volta era mamma, mi buttava addosso ogni problema, mi diceva che non ero in grado di amare solo perché non riuscivo a dimostrare il mio affetto a lei, ma chi cazzo ci riuscirebbe dopo quegli anni di terrore eh? Chi cazzo ci riuscirebbe!"

"Lou, nessuno...davvero" disse Harry con un filo di voce.
"Il punto finale però arrivò un giorno.."

*flashback*
"Ciao mamma sono tornato".
La vedo sul tavolo della cucina, con in mano la sua solita sigaretta, non mi chiedi come è andata a scuola nemmeno oggi vero mamma?...
"Hai fame?" dice  "Sí.."  dico con poca convinzione.
"Beh cucinati da solo".
Io posai lo zaino a terra.
"Mamma ma io non so farlo..."   provai a dire.
"Perché c'è qualcosa che sai fare eh?".
Si alzò dalla sedia:
"Tu non sai fare nulla se non entrare da quella porta col muso lungo, non sorridi mai, ma che cazzo vivi a fare".

Le lacrime ormai imponenti erano in punto di scendere.
"Mamma non ho motivi per sorridere , non ho nessun motivo cazzo, mi avete portato via tutto".
Urlai e le lacrime scendevano.
"Sei tu ad aver portato via tutto Louis, non ti volevo non ti ho mai voluto, mi fai schifo".
Urla ancora di più.
"Che madre sei che dici queste cose al tuo stesso figlio, cazzo" urlo a mia volta.
"Sono la madre che vorrebbe un figlio modello, che vorrebbe un figlio che si merita amore, forse tuo padre non ha tutti i torti a non volerti e a vederti solo per insultarti".
Sento le gambe cedere e svengo.

*ora*
"Da quel giorno mia madre non smise più di insultarmi, arrivarono gli attacchi di rabbia, non tornavo più a casa ,
ero perennemente da Zayn, bevevamo fino a vomitare, ci facevamo di non so nemmeno io che merda e finivamo a scopare sul divano, senza amore, solo portati da quello schifo che avevano nel corpo, a volte mi chiedo come abbiano fatto a resistere tutto questo tempo"
dissi con voce amara.

"I muri di camera mia quelle poche volte che tornano erano ricoperti di poster per nascondere il sangue lasciato dalle mie stesse mani, smisi anche di mangiare per lungo tempo, non sentivo più il bisogno di vivere.
Amavo il mare lo sai?
Beh ora ho anche paura di toccare l'acqua perché mi ricorda quando ci andavo con loro, mi ricorda le lacrime che mi aveva scaturito il pensiero di una famiglia,
vivo in balia della rabbia ormai da tempo immemore".

Mi accasciai sul letto stanco e stremato dal racconto, lasciai uscire un urlo straziato e misi le gambe così vicine al corpo che non sentii nemmeno più il respiro passare attraverso i polmoni,
Harry si stese al mio fianco, e non disse una parola, gliene fui grato, davvero tanto, chiusi gli occhi aspettando di dormire, ero quasi andato nel mondo dei sogni quando sentii lui sussurrare al mio orecchio:
"Ti farò amare di nuovo il mare occhi blu"
e mi addormentai cullato dalle onde del mio nuovo mare.

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