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Lou's pov

Oggi era l'ultimo giorno prima dell'inizio delle vacanza natalizie, e se vogliamo dirla tutta il giorno prima del mio diciannovesimo compleanno,
"Fanculo questa merda" quasi lo urlai nel viale prima di entrare nel territorio scolastico,
pensai a quello che avevo fatto pochi giorni prima: non ero andato dalla mamma di Zayn,
non ero stato al suo fianco proprio quando ne aveva bisogno.
"Che merda che sono" scossi la testa e diedi un cazzotto al muro,
perché dovevo sempre rovinare ogni minima cosa, lo avevo abbandonato, lo avevo lasciato lì solo senza il suo migliore amico a asciugargli le lacrime,
egoismo, pure egoismo ..poco prima di girare e tornare a casa per buttarmi sul letto e pensare a quanto mi facessi schifo in quel momento ,ricordai le parole di Harry del giorno prima : "Per una volta hai pensato a te Lou, non sentirti in colpa ad amarti".

E si, quindi fanculo, andai a scuola con l'intenzione di andare da Zayn appena finite le lezioni.
Entrai nel cortile, non mi aspettavo di trovare il soggetto dei miei pensieri per cui non me ne preoccupai nemmeno,
vidi in lontananza però Harry,
che si avvicinò a me lasciandomi un bacio sulle labbra, sorrisi e lo strinsi a me
"Andrò da Zayn dopo" dissi

Harry's pov

Ero felice che avesse preso quella decisione,
erano stati l'uno il respiro dell'altro, e vederli separati così era un colpo al cuore anche per il sottoscritto,
annuii in segno di assenso e lo accompagnai in classe, ed io successivamente mi diressi nell'aula di storia dell'arte,
passai le due ore a disegnare figure a caso sul foglio di carta che dovevo utilizzare per prendere appunti,
avevo una sensazione strana in corpo, quasi come se dovesse succedere qualcosa da un momento all'altro,
guardai fuori dalla finestra e notai che il cielo era nuvoloso,
probabilmente sarebbe venuto a piovere da lì alla fine delle future tre ore a scuola,
presi il telefono e lèssi un messaggio cancellato poi, da Zayn..
non sapevo cosa potesse esserci scritto, provai a scrivergli ma il messaggio non arrivò mai al destinatario.

Lou's pov
Finalmente le ore erano finite, passai a salutare velocemente Harry e gli dissi di aspettare a casa mia,
aggiungendo anche che nella serata sarebbero arrivati gli altri per festeggiare a mezzanotte il mio compleanno,
misi le cuffiette e mentre osservavo le nuvole in cielo camminai verso casa di Zayn,
il mio telefono era spento nella tasca posteriore del telefono, per cui non avrei potuto avvertirlo del mio arrivo,
la cosa non mi mise ansia, conoscendolo lo avrei trovato sul letto a scarabocchiare sul suo amato album di disegni.

Arrivai davanti casa sua, notai subito la porta aperta, e entrai dicendo ad alta voce
"Sono Louis, posso entrare?"
non ricevetti alcuna risposta
"Zayn sei in casa?" aggiunsi iniziando a sentire l'ansia aumentare ad ogni gradino che salivo per arrivare in camera sua,
la porta della sua stanza era chiusa, non a chiave, ma per educazione provai a bussare
e dissi anche
"Zay sono io, posso entrare? Devo parlarti" sentivo in sottofondo provenire da camera sua la melodia di una canzone che io e lui amavamo ascoltare in macchina durante le nostre fughe notturne ,
Young and beautiful di Lana del Rey, quello era il titolo della melodia.

Stufo di aspettare, sembrando anche scortese aprii la porta di camera sua,
guardai per terra come prima cosa e vidi il suo telefono aperto sulla mia chat,
feci per prenderlo quando qualcosa di ben più importante prese la mia attenzione..
c'era Zayn, sdraiato per terra, con le braccia aperte in due da parte a parte e un piccolo coltello in mano,
urlai, urlai così forte da farmi uscire un lamentano che poteva sembrare quello di una madre a cui veniva solo il proprio figlio;

lo preso in braccio e lo cullai, come fosse la cosa più preziosa del mondo,
lo strinsi a me, fregandomene di potermi sporcare, gli baciai la fronte e poi le ferite quasi come volessi ripararle,
ma non potevo, Zayn non respirava più,
e io ero solo, con in braccio il corpo dell'amore della mia vita, della mia anima gemella, del mio migliore amico,
in uno stato di completa trans, guardavo il vuoto con uno sguardo da completo psicopatico probabilmente,
non sentivo più i rumori della strada,
sentivo solo le lacrime scendere, mentre cantavo sottovoce le note della canzone che il telefono non aveva mai smesso di suonare.

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