13. Jacket - Brandon

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«A che ora riaprono?»

«Alle sette di mattina.» Mi portai le mani sulla faccia e me la strofinai dalla frustrazione. «Chiamo Kai», dissi tirando fuori dalla tasca della giacca il cellulare. «Forse può aiutarci.»

Zoey, che fino ad allora era rimasta appoggiata alla porta, scattò all'improvviso mettendosi dritta. «NO!»

Aggrottai la fronte con gli occhi spalancati. «Come sarebbe a dire 'no'? Vuoi restare chiusa qui fino a domattina, brutta stupida?»

Zoey balbettò qualcosa di incomprensibile mentre la sua voce diventava sempre più acuta.

«Ok, chipmunk, sali di altre nove ottave che ancora non sei abbastanza ultrasonica per le mie orecchie.» Gridai disperato.

Finalmente Zoey si calmò e cercò di parlare in maniera più chiara. «Non c'è bisogno di chiamare Kai,» rise nervosamente, «voglio dire, molto probabilmente arriverà un guardiano notturno che può farci uscire da qui.»

«Non sappiamo nemmeno a che ora arriverà! Se arriverà...» Mi grattai il capo. «Perché non vuoi che chiamo mio fratello?» La sua reazione mi aveva lasciato alquanto interdetto ed ero non poco curioso di sapere il motivo del suo comportamento.

Lei rimase in silenzio e abbassò lo sguardo. Non potevo giurarci ma avevo l'impressione che fosse addirittura arrossita.

Mi piegai leggermente in avanti avvicinandomi a lei per portare la mia testa all'altezza della sua, per poter essere più vicino a lei. «C'è qualcosa che dovrei sapere?» Chiesi con un ghigno.

«No», mugugnò Zoey, alzando lo sguardo ma evitando i miei occhi.

Feci un passo avanti, verso di lei. «Che è successo tra voi due?» Mormorai.

Zoey fece un passo indietro. Sembrava particolarmente intimidita. «Non è successo nulla!»

Risi divertito. «E allora perché sei così agitata da quando ho messo in mezzo Kai?»

La ragazza si lasciò scappare una risata nervosa. «Non sono agitata», si accarezzò il braccio, scansandomi e iniziando a camminare verso l'aula studio dove avevamo studiato tutta la sera.

Mi aggiustai lo zaino sulla spalla e le andai dietro, trattenendo una risata. «Hai iniziato a urlare, eviti il mio sguardo e ora fuggi. Non sei agitata per niente, hai ragione».

Zoey si fermò in mezzo al corridoio e si girò, guardandomi dritto negli occhi. «Che vuoi, Brandon?»

Aggrottai la fronte. «Voglio solo andarmene a dormire, sai, nella mia stanza!» Indicai con le braccia l'uscita. «Fammi chiamare Kai, così la finiamo.»

Zoey si limitò a sbuffare. Si appoggiò al muro e iniziò a scivolare verso il basso con la schiena, fino a ritrovarsi seduta per terra, con le ginocchia strette al petto.

Seguii i suoi movimenti con gli occhi e tirai di nuovo fuori il telefono dalla tasca dei miei jeans. «Vuoi spiegarmi qual è il problema?»

Zoey scosse la testa.

«Ti sei presa una cotta per mio fratello, brunetta?»

Lei cominciò a tossire come se si fosse strozzata con la sua stessa saliva. «No?»

Dovetti trattenere una risata. «Ti piace Kai.»

«No», si portò entrambe le mani sul viso. «Ho solo fatto un sogno assurdo su di lui e ora...»

Non riuscii più a trattenermi. Scoppiai in una risata sonora, portandomi una mano sulla pancia.

«Ok, ottimo, prendimi in giro.»

Torn // Kai ParkerOù les histoires vivent. Découvrez maintenant